Il libro di Fabio De Nunzio, storico inviato di “Striscia la Notizia” e oggi attivista nelle scuole italiane, è un viaggio tra memoria personale e urgenza sociale. In queste pagine parla di bullismo, giustizia, felicità e accettazione. Con uno stile poetico e diretto, l’autore offre un messaggio potente a chi si sente fuori posto. Nell’intervista esclusiva, riflette sul suo percorso e sui nuovi progetti.

Dal 16 luglio 2019 è disponibile in libreria Sotto il segno della bilancia. News, il libro firmato da Fabio De Nunzio in collaborazione con Vittorio Graziosi, edito da Ventura Edizioni nella collana Spiaggia Libera.
Un volume di 200 pagine, proposto al prezzo di 15 euro, che si rivolge a un pubblico ampio, variegato, e profondamente in cerca di senso. Il titolo evoca il segno zodiacale dell’autore, ma si carica anche di un valore simbolico: la bilancia, emblema di giustizia, armonia ed equilibrio interiore, diventa il perno attorno al quale ruota un racconto di formazione, consapevolezza e denuncia civile.
Un’opera che si muove tra il memoir, la riflessione filosofica e l’impegno sociale, con uno stile evocativo e diretto. Il libro ha già ottenuto cinque premi letterari e riconoscimenti in tutta Italia, tra cui la nomina a “Cavaliere della Pace” ad Assisi.
“Scrivere questo libro è stato come mettersi davanti a uno specchio che non mente, quello dell’anima. Non è solo la mia storia: è il tentativo di dare voce a chi si sente in bilico, escluso, giudicato. Ho voluto trasformare la mia esperienza in uno strumento di comprensione e cambiamento”, spiega.
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Con Sotto il segno della bilancia. News, il pugliese Fabio De Nunzio rompe il silenzio su ferite invisibili ma profonde: discriminazione, bullismo, solitudine, vergogna del corpo. Ma lo fa con grazia, mai con rabbia. La sua scrittura è un atto d’amore, una carezza che diventa denuncia, un gesto di responsabilità civile.
Noto al grande pubblico per i suoi 18 anni da inviato di “Striscia la Notizia” su Canale 5 con il nome d’arte “Il Buon Fabio”, De Nunzio ha lavorato anche per tre anni nella trasmissione “Il Caffè di RaiUno”, dove ha realizzato servizi dedicati a discriminazioni, barriere architettoniche e bullismo. Con questo bagaglio di esperienze, ha scelto nel suo libro di mostrarsi senza maschere. Un uomo che, dopo aver varcato centinaia di palcoscenici e studi televisivi, oggi incontra migliaia di studenti e famiglie in tutta Italia per parlare di bullismo, cyberbullismo e diritti.
“Il mio viaggio – dalla televisione alle scuole, dai palchi alle piazze – mi ha insegnato che la vera felicità non è perfezione, ma accettazione. Accettare le nostre fragilità, valorizzarle, renderle forza”, prosegue.
Tre citazioni esclusive di Fabio De Nunzio. “La mia felicità ha la forma di una sfera: perfetta, liscia, inarrestabile. Come il desiderio di giustizia che porto dentro”. “Non ho scritto un libro per raccontare me stesso, ma per raccontare tutti quelli che si sono sentiti sbagliati almeno una volta nella vita”. “Il vero cambiamento comincia quando smettiamo di chiedere ‘perché io?’ e iniziamo a dire ‘perché no?’”.

L’INTERVISTA
Un dialogo sincero tra passato, presente e futuro. La scrittura come impegno sociale
Buongiorno Fabio, grazie per essere, oggi, con noi.
Buongiorno a te cara Ilaria e a voi, grazie per l’invito. È sempre un piacere parlare di un progetto così importante per me.
Partiamo dal titolo del tuo libro: Sotto il segno della bilancia. Come nasce?
Nasce da un doppio significato. Da un lato è il mio segno zodiacale, ma dall’altro la bilancia rappresenta l’equilibrio, la giustizia. E anche il peso, quello che ognuno porta dentro. Il titolo è un piccolo riassunto della mia vita.
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Quando hai capito che dovevi scrivere questo libro?
Dopo un incontro con alcuni studenti. Un ragazzo mi si avvicinò e mi disse: “Mi sento come te”. Mi guardava con gratitudine. Lì ho capito che la mia esperienza poteva essere utile anche per gli altri. E che certe ferite condivise diventano più leggere.
Quanto c’è di autobiografico e quanto di simbolico nelle pagine del libro?
C’è molto di me, ma ho voluto che ognuno potesse riconoscersi tra le righe. La mia storia è solo il punto di partenza: il linguaggio è volutamente evocativo, aperto, universale. Non volevo scrivere una semplice autobiografia, ma un viaggio emotivo.
Nel libro usi una bellissima immagine: la felicità come una sfera. Perché proprio questa forma?
Perché la sfera è perfetta, priva di spigoli. Non ha appigli, non puoi afferrarla: puoi solo accarezzarla, sentirla. Come la felicità, che è un attimo, una carezza fugace, ma che ti scalda l’anima. Per me, la sfera è la giustizia, l’armonia, il compimento.
Cosa rende questo libro diverso da altri che affrontano temi sociali?
Forse il tono. Non è didattico, non accusa nessuno. È un libro che parla con dolcezza, senza alzare la voce. Chi lo legge spesso mi dice che si sente meno solo. Ecco, credo che questo sia il suo valore più grande.
Hai alle spalle una lunga carriera televisiva. Che ruolo ha avuto la TV nel tuo modo di comunicare?
Fondamentale. “Striscia la Notizia” mi ha insegnato il linguaggio della chiarezza, dell’immediatezza. Ho imparato a raccontare cose difficili in modo semplice. Anche durante la mia esperienza ne “Il Caffè di RaiUno”, dove per tre anni ho realizzato servizi su discriminazioni, barriere architettoniche e bullismo, ho cercato sempre un linguaggio che potesse arrivare a tutti. Questo stile lo porto anche nella scrittura: voglio arrivare al cuore delle persone, non solo alla testa.

Dopo oltre mille puntate in TV, cosa ti ha spinto a lavorare nelle scuole?
L’urgenza. I ragazzi oggi sono bersagliati da messaggi sbagliati. Ma hanno un desiderio enorme di essere ascoltati. Quando parlo con loro di bullismo, discriminazione, solitudine, vedo che si aprono. Vogliono verità, non prediche.
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Hai ricevuto diversi premi e riconoscimenti per il libro. Che effetto ti ha fatto?
Mi ha emozionato. Ma ciò che più mi gratifica sono le lettere, i messaggi, gli abbracci dopo una presentazione. Il premio più grande è sapere che qualcuno, dopo aver letto il libro, ha trovato il coraggio di cambiare qualcosa nella sua vita.
Sei stato nominato Cavaliere della Pace ad Assisi. Cosa rappresenta per te questo titolo?
Una responsabilità. Essere Cavaliere della Pace non è un riconoscimento da esibire, ma un impegno da portare avanti ogni giorno. Significa scegliere il dialogo anche quando è più facile urlare. Portare gentilezza, dove c’è rabbia.
Parli spesso con i giovani di bullismo e cyberbullismo. È difficile affrontare questi temi oggi?
Sì, ma solo se si usano parole vuote. I giovani percepiscono subito se sei autentico. Se parli con il cuore, ti ascoltano. Io racconto la mia esperienza, le mie ferite. Non cerco di insegnare, ma di condividere. E questo fa la differenza.
Hai già nuovi progetti in cantiere?
Sto lavorando a un nuovo libro sul tema della “resilienza dolce”. Racconterò storie vere di persone che hanno trasformato il dolore in qualcosa di buono, senza diventare dure. Perché anche la sofferenza può generare bellezza, se accolta con gentilezza.
Grazie Fabio, per le tue parole, il tuo impegno e per questo libro che lascia il segno.
Grazie a voi. Ogni incontro, ogni intervista, ogni scambio è parte del viaggio. E se anche solo una persona si sentirà meno sola dopo aver letto queste pagine, allora avrò fatto qualcosa di giusto.

*
Sotto il segno della bilancia. News non è solo un libro: è uno strumento di riscatto. Una voce gentile ma potente, che si schiera accanto agli ultimi, agli invisibili, a chi ogni giorno lotta contro il pregiudizio. Il libro è disponibile in tutte le librerie fisiche e online.
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Parlane, condividilo, portalo nelle scuole. Se anche tu credi che la parola possa combattere la violenza, inizia da qui. Mettetelo in valigia. Non è solo un libro: è un invito alla riflessione, alla gentilezza, al coraggio. E ogni viaggio – anche interiore – ha bisogno di parole vere.
Portatelo con voi. Tra un tuffo e una passeggiata, sotto l’ombrellone o in una sera silenziosa, Sotto il segno della bilancia. News è il compagno ideale per chi cerca qualcosa che vada oltre l’evasione: una lettura che accarezza, scuote e ispira. La felicità non è un traguardo da raggiungere, ma una sfera sottile da accarezzare nel viaggio della vita. A volte basta un solo gesto, una parola gentile, per farla rotolare più vicina a noi.
ILARIA SOLAZZO
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