Nel procedimento penale a carico di Antonello Lovato per l’omicidio del bracciante agricolo Satnam Singh, iniziato lo scorso primo aprile 2025 presso il Tribunale Penale di Latina, il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto l’avvocato Ezio Bonanni, che si è costituito parte civile ha così affermato: “Chiediamo Giustizia per Satnam Singh, e che venga fermato una volta per tutte il caporalato e lo sfruttamento del lavoro che contrastano in modo forte con i nostri valori costituzionali”, presidio fondamentale della tutela del lavoro e della salute.

Bonanni annuncia la mobilitazione dell’Ona per contribuire a sradicare le forme di caporalato e sfruttamento del lavoro che da anni si verificano nella pianura pontina in una situazione di assoluta impotenza delle Istituzioni e di inefficacia della loro azione, che ha determinato la morte di Singh, sicuramente evitabile ove fossero stati attuati gli strumenti legali di interdizione del lavoro nero, e soprattutto della violazione delle norme antinfortunistiche.
Il caso di Satnam Singh non è isolato. In provincia di Latina si sono verificati moltissimi casi che hanno determinato, tra l’altro, esposizioni ad amianto non cautelate e un’alta incidenza di patologie asbesto correlate e in generale di malattie professionali e infortuni sul lavoro, contro cui l’Associazione è scesa più volte in piazza nella città di Latina denunciando l’incapacità delle Istituzioni a interdire sia il caporalato sia lo sfruttamento lasciando abbandonati e soli i lavoratori alla mercè dei loro sfruttatori.
La morte di Singh, causata da omissione di soccorso dopo un gravissimo infortunio sul lavoro come affermato da Bonanni ha “profili raccapriccianti e chiede che venga emessa una sentenza esemplare nei confronti dei responsabili”. Inoltre, sempre Bonanni, ha ricordato: “L’uomo morì per lo shock emorragico dopo che, secondo il capo di imputazione, sarebbe stato abbandonato agonizzante senza ricevere tempestivi soccorsi”.
Ed ancora, secondo il capo di imputazione – ha precisato attonito – “Antonello Lovato, figlio di Renzo, datore di lavoro di Singh, lo avrebbe caricato mutilato nel suo furgone e l’avrebbe poi abbandonato agonizzante nei pressi della sua abitazione insieme ad una cassetta contenente l’arto mozzato e si sarebbe dato alla fine alla fuga. Un comportamento inaccettabile in un Paese civile”.
L’Ona attraverso il numero verde 800 034 294 e il sito www.osservatorioamianto.it invita tutti coloro che fossero vittima di caporalato e di sfruttamento a fare segnalazioni, anche in maniera anonima, per consentire all’associazione di intervenire con un esposto/denuncia alla Procura della Repubblica.
SILVANA LAZZARINO
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