Nel centenario della nascita dello scultore-minatore Giuseppe Raggio di Serradifalco, l’Amministrazione comunale intende ricordare il grande artista in maniera semplice ma solenne. La figlia, Maria, donerà un’opera lignea che verrà esposta presso il permanente Museo etnografico delle miniere ubicato all’interno di Palazzo Mifsud. A fare da tramite, per questa encomiabile iniziativa, l’assessora Rosa Insalaco. Al nostro microfono spiega che sarà esposta per tutta la settimana dell’Ottava della Festa della Madonna Addolorata, compatrona del paese e protettrice dei minatori.
Palazzo Mifsud, dunque, ospiterà questa scultura in legno di Giuseppe Raggio. Un modo sicuramente autentico e assai rilevante per coltivare, in modo concreto, la memoria. Dichiara: “Un grande artista di cui essere fieri. Lavorò nella miniera e il suo vissuto l’ha poi trasferito nelle sue opere originali e belle. C’è tutta la sua profonda sensibilità. Ma ci sono anche le sue paure, le sue sensazioni. Durante la settimana della Festa dell’Addolorata, quindi, si potrà ammirare questa meravigliosa opera di Raggio donata alla comunità”.
Frattanto, trapela la notizia che lunedì 16 settembre, nel pomeriggio (ore 17.30), verrà inaugurato il murales di Giulio Rosk Gebbia “I Carusi” (in Via Alessandro Manzoni, ndr), commissionato da Sicilbanca e Fondazione Sicana. In prima linea, ovviamente, l’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco Leonardo Burgio. Rosa Insalaco anticipa, vagamente, che c’è il proposito di coinvolgere la collettività. Potrà donare, se lo vorrà, materiale legato alla miniera, che è l’emblema del nostro paese. Per i dettagli di questa lodevole iniziativa, ci torneremo presto.
Riprendiamo il discorso su Raggio, minatore e scultore, ma anche poeta. Nell’agosto 2007, attraverso la mia monografia “Ritratti serradifalchesi” (volume terzo), mi sono occupato di Giuseppe Raggio, artista geniale e versatile, morto nell’estate 1998 all’età di 74 anni. Era stato un tenace minatore e nella sua arte c’era veramente l’odore dello zolfo, dei sali potassici. Aveva vinto numerosi e prestigiosi premi. Il mio articolo era intitolato “Raccontava la vita con la poesia del legno”. Eccolo per i nostri lettori. Nel centenario della sua nascita intendo ricordarlo con quelle mie poche pennellate.
Gli strumenti dello scultore sono la mazza per la sbozzatura, lo scalpello che vien martellato col mazzuolo, il trapano per i dettagli e la raspa per la rifinitura. Giuseppe Raggio, nato il 13 settembre 1924, aveva la rara capacità di ricavare immagini dal legno. Era un genio dell’arte della modellazione.
Un grande artista, uno scultore di notevole spessore e invidiabile pregio. Un artista di spiccata sensibilità creativa. L’ho conosciuto. Ricordo che a metà degli anni Ottanta presentai una sua mostra personale presso l’ex Cassa Rurale “San Leonardo”. Ebbe un grande successo di critica e una massiccia partecipazione.
Rammento che il grande Giuseppe Raggio seguiva i miei programmi radiofonici e li apprezzava. Aveva un’infinita stima di me. Ed io di lui. Avrebbe compiuto 74 anni se non si fosse spento il 4 luglio 1998. Avrebbe realizzato altre singolari opere lignee per narrare Serradifalco e la vita con le sue molteplici sfumature.
Il poeta Giuseppe Cordaro gli ha dedicato una lirica intitolata La morte di un artista. Tra l’altro, canta: “Era un artista vero, / forgiato nelle gallerie e nei pozzi / delle miniere di zolfo e di sale. / Amava la natura…”.
MICHELE BRUCCHERI
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