Terracina, 1 maggio 1978. In un’Italia ancora alle prese con le prime sperimentazioni della televisione privata, nasceva Telemontegiove, emittente fondata da un gruppo di imprenditori guidati da Gianfranco Sciscione. Quello che sembrava un progetto locale, con una copertura limitata e un futuro incerto, sarebbe diventato nei decenni a venire uno dei gruppi televisivi privati più articolati del panorama nazionale: il Gruppo Sciscione.
La svolta arriva poco dopo l’inizio delle trasmissioni, quando la proprietà passa interamente nelle mani della famiglia Sciscione, con l’ingresso in società dei fratelli Angelo e Romano. Telemontegiove, partendo da Terracina, si espande rapidamente fino a coprire l’intera provincia di Latina, Frosinone e il sud di Roma. Nel 1988 al progetto si aggiunge una seconda emittente, Quarta Rete, oggi nota come Gold TV, con un bacino d’utenza ancora più ampio.
Negli anni ’90, le emittenti del Gruppo diventano affiliate del circuito nazionale Italia 9 Network. Il fondatore Gianfranco Sciscione ne diventa consigliere d’amministrazione nel 1998, assumendone la presidenza nel 2009. Un ruolo che conferma il suo crescente peso all’interno del settore televisivo nazionale.
Con l’avvento del digitale terrestre, il Gruppo cambia marcia. A partire dal 2009, Sciscione guida la trasformazione delle sue emittenti in canali digitali a diffusione nazionale. Nascono emittenti tematiche e generaliste che arricchiscono il panorama televisivo italiano, come Alma TV, Donna TV e Travel TV. Oggi, il Gruppo Sciscione conta una vasta rete di canali, da quelli generalisti a quelli commerciali e artistici, con copertura capillare in quasi tutte le regioni italiane.
Oltre all’emittenza, il Gruppo si è affermato anche nel settore cinematografico e dell’intrattenimento. Con studi all’avanguardia a Roma (presso il Tecnopolo Tiburtino) e a Fiumicino, oltre a sedi operative a Firenze, Latina e Terracina, ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi del cinema e della televisione italiana. Tra i progetti più rilevanti, le produzioni per NOI E LA GIULIA (IIF), TOLO TOLO di Checco Zalone (Medusa) e UNA SCATOLA AL GIORNO (RAI) condotta da Paolo Conticini.
Nel corso degli anni, Gianfranco Sciscione ha dimostrato una capacità imprenditoriale rara, sapendo adattare la sua visione alle trasformazioni tecnologiche e alle esigenze del mercato. In un settore spesso in crisi, il Gruppo da lui fondato è riuscito non solo a resistere, ma a crescere, diventando un punto di riferimento per l’emittenza italiana.
L’INTERVISTA
Buongiorno Gianfranco, grazie per aver accettato il mio invito. Partiamo dall’inizio. Era il 1978 quando nasceva Telemontegiove. Cosa ti spinse a intraprendere questa avventura?
Grazie a te per l’invito. In quegli anni, in Italia si respirava aria di cambiamento. La liberalizzazione dell’etere accendeva l’entusiasmo di tanti giovani imprenditori. Io e altri colleghi sentivamo l’urgenza di dare voce al nostro territorio. Così, il 1° maggio 1978, iniziammo a trasmettere. All’inizio eravamo una piccola emittente con mezzi limitati, ma con un grande sogno: diventare un punto di riferimento per la comunità.
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Poco dopo, l’intera società passò alla tua famiglia. Una scelta strategica?
Sì, assolutamente. Io, Angelo e Romano abbiamo capito che per far crescere Telemontegiove serviva un progetto a lungo termine. La gestione familiare ci ha permesso di mantenere coerenza, valori condivisi e una visione imprenditoriale compatta. Senza quella coesione, oggi probabilmente non saremmo qui a parlarne.
Quando hai capito che non si trattava più solo di una TV locale?
Quando ho acquisito Quarta Rete, che oggi è Gold TV. È stato un momento di svolta. Abbiamo allargato il nostro bacino, parlando non solo a un pubblico locale ma anche regionale e, col tempo, nazionale. Mi resi conto che non stavamo più facendo solo televisione: stavamo costruendo un linguaggio, una voce autonoma.
Questo vi ha portati anche a confrontarvi con la politica editoriale nazionale?
Certamente. Più crescevi, più entravi in dinamiche complesse, dove diventava essenziale saper conciliare libertà editoriale e responsabilità. Il mio obiettivo, però, è sempre stato chiaro: informare in modo indipendente e valorizzare le identità locali, anche quando si dialoga con un pubblico nazionale.
Poi l’ingresso in Italia 9 Network e la presidenza…
Un percorso naturale. Prima come consigliere, poi come presidente dal 2009. Lì ho avuto modo di confrontarmi con altre realtà regionali, portando avanti un modello di sinergia tra emittenti locali. Un’esperienza intensa, che mi ha arricchito sia sul piano umano che professionale.
L’arrivo del digitale terrestre ha cambiato le carte in tavola?
È stata una rivoluzione. Il digitale ha abbattuto molte barriere. Noi ci siamo mossi per tempo. Ho voluto investire in contenuti originali, in canali tematici pensati per pubblici specifici. Nascono così canali come Alma TV, Donna TV, Travel TV: realtà che parlano con linguaggi nuovi e che oggi raggiungono milioni di persone.
Il Gruppo Sciscione oggi ha una presenza capillare. Qual è il segreto della vostra longevità?
L’adattabilità. In un settore dove tutto cambia in fretta, la capacità di anticipare le tendenze fa la differenza. E poi la qualità: non basta trasmettere, bisogna farlo bene. Dietro ogni nostro canale c’è un lavoro di squadra fatto di competenze, passione e aggiornamento continuo.
Oltre alla TV, sei molto attivo anche nel mondo del cinema. Da dove nasce questa passione?
Dal sogno, fin da bambino, di raccontare storie. Ho sempre amato il cinema perché è arte, emozione e tecnica insieme. Quando ho avuto la possibilità di contribuire con strutture e supporto a produzioni importanti, non ho esitato. Collaborare a film come Tolo Tolo o a programmi Rai è stata la conferma che l’intuizione era giusta.
Cosa ti ha lasciato un’esperienza come quella con Checco Zalone?
Zalone è un talento straordinario. Lavorare con una produzione così organizzata e precisa è stato stimolante. Ma ciò che più ho apprezzato è stato il rispetto per il lavoro di ciascuno, dall’attore al tecnico. È un approccio che condivido pienamente.
Guardando al futuro, dove sta andando il Gruppo Sciscione?
L’obiettivo è chiaro: contenuti sempre più innovativi, interattivi, accessibili ovunque. Ma senza dimenticare il nostro Dna. Voglio continuare a dare spazio alle storie delle persone, a valorizzare le piccole realtà. Perché è lì che spesso nascono i racconti più autentici.
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Che bambino eri? Già con lo sguardo rivolto allo spettacolo?
Sì, ero curioso, sognatore. Non mi bastava guardare, volevo capire come funzionavano le cose dietro le quinte. E quella voglia di “dietro le quinte” non mi ha mai lasciato.
I tuoi genitori ti hanno appoggiato?
Mio padre no. Lui sperava per me una carriera più “sicura”, come in banca. Ma io rifiutai quella strada. Col tempo, mia madre comprese e sostenne il mio percorso, che all’epoca era piuttosto atipico.
Cinema e vita si intrecciano. Nuovo Cinema Paradiso è un titolo che citi spesso…
È il film che più rappresenta il mio amore per il cinema. Una poesia visiva e sonora. Racconta la nostalgia, l’arte, il legame con la propria terra. Lo sento profondamente mio.
Hai conosciuto anche Tornatore. Che ricordo hai?
Di un artista autentico. Con lui ho condiviso riflessioni profonde sull’identità culturale italiana. È un maestro nel raccontare la memoria, e questo è un dono raro.
La tua vita è stata segnata anche da momenti difficili…
A 10 anni ho rischiato la vita. È stato uno spartiacque: da quel momento ho iniziato a vedere tutto con occhi diversi. Anni dopo, la perdita di mia madre ha segnato un altro grande dolore, ma anche una nuova consapevolezza.
Hai costruito tutto da solo, come Berlusconi. Credi che questo abbia fatto la differenza?
Sì. Non avere nulla ti costringe a metterci tutto. Ti dà fame, determinazione, lucidità. Non ci sono scorciatoie. Solo strada e fatica.
Qual è il motto che ti accompagna?
“Volli, fortissimamente volli.” Quando desideri qualcosa con intensità e agisci con disciplina, puoi superare anche gli ostacoli più duri.
Per i 47 anni di attività hai realizzato un cadeau speciale. Quando sarà disponibile?
Per ora è riservato ad amici e collaboratori storici. Ma in futuro lo renderò disponibile anche al pubblico, arricchito con aneddoti inediti e testimonianze. Sarà un viaggio nella memoria, ma anche uno stimolo per chi vuole intraprendere un percorso simile.
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Nel raccontare parte della sua lunga e affascinante carriera, Gianfranco Sciscione non solo ci offre uno spaccato di storia dell’emittenza televisiva italiana, ma ci invita anche a riflettere sul potere delle piccole realtà che, con determinazione e visione, riescono a sfidare le convenzioni e a costruire qualcosa di duraturo. Dalla nascita di Telemontegiove, che inizialmente sembrava un’impresa locale, fino alla creazione di una rete di contenuti che raggiunge tutta Italia, Sciscione ha saputo interpretare le sfide del suo tempo e trasformarle in opportunità.
Il suo è un esempio di resilienza e innovazione: in un mondo in cui la televisione e i media sono in continua evoluzione, il Gruppo Sciscione ha saputo non solo adattarsi, ma anche anticipare i cambiamenti, evolvendo con il digitale e abbracciando le nuove tecnologie per offrire contenuti sempre più mirati e diversificati. È proprio questa capacità di evolversi, senza mai perdere di vista le radici locali, a costituire il vero segreto del suo successo.
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Ma più di ogni altra cosa, la storia di Gianfranco Sciscione ci insegna l’importanza della visione, della volontà e della capacità di guardare al futuro senza paura di sperimentare, di innovare, di rischiare. Il suo motto, “Volli, fortissimamente volli”, non è solo una frase, ma una filosofia che ha guidato ogni sua scelta imprenditoriale e che può essere d’ispirazione per chiunque desideri percorrere una strada di successo nel mondo dei media e oltre.
Guardando al futuro, il Gruppo Sciscione continuerà a investire su contenuti di qualità, abbracciando nuove sfide senza mai dimenticare il proprio legame con il territorio e le comunità. Perché, come ha detto lo stesso Sciscione, “il futuro sarà sempre connesso a quello delle persone”.
Ecco, dunque, una storia che è molto più di un semplice racconto imprenditoriale. È la storia di un sogno che ha preso forma, una testimonianza di come la passione, unita a una visione chiara e alla volontà di realizzarla, possa costruire ponti tra passato e futuro, tra piccolo e grande, tra locale e nazionale.
ILARIA SOLAZZO
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