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Michele Bruccheri e Naomi Berrill

“Dobbiamo prenderci meglio cura della natura”. Naomi Berrill, violoncellista irlandese, 38 anni, al termine della nostra lunga intervista, ci consegna un impegno solenne e importante. Ormai da anni, vive e lavora a Firenze. Versatile e dolce, con la sua voce delicata dove c’è un misto di anglosassone e di fiorentino risponde affabilmente alle nostre domande. Prima di una sua esibizione in concerto.

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Michele Bruccheri e Naomi Berrill

“Per me la Sicilia è ricca, nel senso della natura. Dà molta ispirazione. E anche i siciliani. Sono simili agli irlandesi, sono caldi. Ti trattano subito come persone di famiglia. Ti senti subito a casa. E questo non avviene ovunque”, asserisce con raffinata dolcezza. 

Il tuo ultimo progetto discografico è “To The Sky”. Ce ne parli?

Sì. Questo è il mio secondo album. Di musica, per voce e violoncello. È il primo album di musica originale. È un onore, per me, venire a suonare questa musica che ho creato per voi in Sicilia. Sono già stata sette volte in Sicilia. Anch’io vengo da un’isola e vedo che c’è un legame fra le persone. Vedo tante cose simili, tra irlandesi e siciliani. Mi fa piacere tornare.

A chi è dedicato l’album?

Questo album è dedicato all’Acqua. Le canzoni sono ispirate dall’acqua. O raccontano un viaggio in mare. C’è una canzone che si chiama “Journey” che è un viaggio sott’acqua. È un modo per scoprire un mondo che c’è sotto. Alcune canzoni sono sul Cielo. Ho usato chitarra e pianoforte. Con questi strumenti ho trovato più facile questo nuovo percorso. Nell’ultima traccia uso uno strumento folk irlandese, una piccola fisarmonica. Parla di un viaggiatore che era un mio zio. Ha attraversato l’Atlantico con una piccola barca di legno. 

Questo progetto discografico contiene dieci tracce. Un percorso che è durato due anni. Ricordi l’inizio di questo progetto, quando hai iniziato? Cioè il momento della tua idea che poi si è sviluppata nel tempo?

Sì. Allora, io ho due bambini. E il tempo ruota attorno a loro. Questo progetto è iniziato quando il mio secondo bambino aveva pochi mesi. Siamo andati all’isola Elba, sempre circondata dall’acqua. Ho cominciato a scrivere qualche canzone. Qualche mese dopo c’era un bando per artisti che vivevano in Toscana. C’erano dei fondi per registrare musica originale. C’era una scadenza, ovviamente. E per un artista, quando c’è una scadenza, questo aiuta. Ho consegnato, entro i tempi, tutta la musica, anche se poi ho cambiato qualcosa.

Dove l’hai registrato?

Ho avuto la fortuna di lavorare in uno studio vicino Livorno. C’era un fonico. Ma ero sempre sola, in questo progetto. A parte i musicisti che venivano per suonare. I miei fratelli e un pianista jazz, fiorentino: Simone Graziano. Ero in studio senza un produttore, senza altre orecchie che ascoltassero. Questo fonico mi è stato molto d’aiuto.

La tua prima incisione risale al 2014. Rispetto a quest’ultimo lavoro discografico, in cosa si differenzia?

(…). Questo primo cd è nato quando aspettavo il primo bambino. Volevo continuare la mia vita di musicista. Ogni due settimane provavo ad arrangiare una nuova canzone. Questa era una sfida. Ed ho visto che cresceva il mio interesse. Ormai siamo tanti i violoncellisti classici. Fare una cosa diversa è servita. Esperimenti e arrangiamenti, ho scelto i migliori e sono diventati il repertorio del primo cd.

Tu sei vincitrice di borse di studio. Hai ottenuto diversi riconoscimenti importanti e prestigiosi. C’è un premio che apprezzi o ricordi di più?

Per me i premi sono i complimenti di altri artisti. O che vogliono collaborare, che mi chiedono di suonare o che mi stimano (…). Poi un giorno mi contattò direttamente Giovanni Sollima e mi chiese di andare a Roma. Partecipai ad un evento. Questo fu un grande onore, per me. Avere questi riscontri con grandi artisti, mi ha sempre dato forza per continuare.

Sei spesso in Sicilia. Come vedi questa nostra terra e, in generale, i siciliani?

Sono molto legata alla natura. Si vede anche dai titoli dei miei dischi. Sono arrivata oggi, da Catania. C’era il sole. Vedevo gli alberi pieni di arance, il vulcano fumante. Questa è la forza della natura. E poi con il mare intorno che dà un’altra energia. Sento questa potente energia. Per me la Sicilia è ricca, nel senso della natura. Dà molta ispirazione. E anche i siciliani. Sono simili agli irlandesi, sono caldi. Ti trattano subito come persone di famiglia. Ti senti subito a casa. E questo non avviene ovunque e con chiunque.

Irlandesi e siciliani, dunque, assai ospitali, generosi, disponibili. Sono curioso di sapere se c’è qualche artista che ha influenzato la tua musica?

(sospira e pensa, ndr). Ascolto tanti stili di musica. Ho tre fratelli, di cui due fanno musica jazz. I miei genitori hanno fondato una piccola scuola di musica. Sin da piccola, sono stata sempre circondata di musica classica. Poi musica folk. Più che artisti, mi hanno influenzato stili di musica. Ho avuto la possibilità di andare a Dublino, a 14 anni, a suonare con una grande orchestra di studenti. Questo tipo di esperienze mi hanno formato. Una cosa interessante, non so… però (sorride, ndr).

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Michele Bruccheri e Naomi Berrill

Dimmi.

Io sono nata un paio di mesi in anticipo. E la sera prima che sono nata, la mia mamma era ad un concerto di Stephane Grappelli, un violinista jazz. E lei dice sempre: c’era una forte energia di musica in questo concerto…

E volevi esserci!

In qualche modo percepivo questa energia e volevo esserci (ride, ndr). E il giorno dopo, sono arrivata.

Riusciamo a strapparti un nome di un artista della musica italiana?

Ovviamente Giovanni Sollima. Le sue composizioni sono, per me, una cosa importante (…).

Che tipo di scrittori apprezzi, Naomi?

Devo dire che in questo momento della mia vita non ho tanto tempo per leggere. Sto leggendo “Silenzio” scritto da Mario Brunello (…).

E la poesia?

Mi piace molto anche la poesia. Il poeta Garcia Lorca e anche un poeta irlandese…

Qual è il tuo principale difetto e qual è la tua migliore qualità?

Peggior difetto? Rimandare. Come qualità? La gente mi dice che sono brava a comunicare, mi trovo bene subito, non ho paura di conoscere persone nuove. Ho vissuto in tanti posti e alla fine mi piace fare nuove esperienze.

Con quale messaggio saluti i lettori de La Voce del Nisseno?

Quest’ultimo cd è dedicato all’acqua e alla natura. Alla loro bellezza. In questo lavoro c’è un messaggio: la speranza di prenderci cura meglio della natura.

MICHELE BRUCCHERI

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