Una vita dedicata al lavoro di barbiere a San Cataldo. Una lunga passione per il taglio dei capelli, coniugata ad un’altra vorace passione: la politica. Arcangelo Cravotta, 67 anni portati benissimo, attende il cronista nel suo “bunker” lavorativo in Corso Sicilia. Elegante, dal facile eloquio, riavvolge il nastro dei ricordi e racconta la sua storia professionale.
Padre di due figli (Luisa e Lillo) che oggi vivono a Gorizia, nonno raggiante, parte dall’età di cinque anni, allorché era “lu carusu di putìa”. Ma già pochi anni dopo, ne avrà tredici, inizia la sua lunga carriera di barbiere. Una vita, dunque, tra taglio, piega, shampoo…
Figlio di minatore che conosce il peso della fatica, nel 1977 Arcangelo Cravotta apre il salone in Via Rosario. E metterà a disposizione la sua parlantina, la sua esuberanza, il suo carisma anche nella fondazione, contestuale, di Radio Base che nascerà due anni dopo. Siamo già nel 1979. È una data importante. Infatti, emetterà i primi vagiti un’emittente radiofonica: Radio Base. Diventa una “palestra” di vita.
Proprio nel 1979 Arcangelo Cravotta si candida al Consiglio comunale di San Cataldo. E verrà eletto. Accanto alla sede municipale ci sarà il suo mondo: Top Creation. Vicino al Comune. Tra una delibera, una mozione, un intervento in seno al massimo consesso civico cittadino, ci sarà posto – ineluttabilmente – allo shampoo, al taglio, alla piega… Al suo lavoro.
“Ero casa e putìa”, spiega al cronista che lo incontra. Perché oggi vogliamo raccontarvi questo personaggio travolgente, dalla memoria di ferro. Narra aneddoti e ricordi, non può le confidenze raccolte nel tempo per una questione di privacy, ma è un fiume in piena. Casa e putìa, dunque. Accanto al Comune, sino al 2000 quando si trasferirà, come anticipato, in Corso Sicilia dove, seduto comodamente sul divano, pongo domande e ascolto il suo racconto. Taglio maschile e femminile, lui titolare e punto di riferimento, sinergicamente con quattro collaboratori in un lavoro quotidiano, costante, stancante ma rigenerante.

È stato eletto tre volte in Consiglio comunale. La prima volta nel 1979, poi nel 1984 e, infine, nel 1989. Ricorda con orgoglio il suo ruolo di capogruppo consiliare della Dc. Doveva coordinare il lavoro di ben ventidue consiglieri comunali. Farà anche l’assessore e sarà – nel 1992 – l’ultimo sindaco con la vecchia legge elettorale (quando il capo dell’Amministrazione comunale veniva votato dai consiglieri comunali). Nel 1994, infatti, come si ricorderà, ci sarà poi l’elezione diretta del sindaco.
Mescola ricordi professionali e politici. Mi parla del prestigioso primo posto in occasione del concorso interregionale Acconciature per Uomo. Ricorda quell’esperienza con gioia. Nel 2000, come accennato, apre in Corso Sicilia e aggiunge: più lontano dal Comune. Ridiamo entrambi. Ma la sua passione per la politica scorre sempre nelle sue vene. Il suo salone diventa il quartier generale della Dc, “la punta di diamante”. Mi parlerà dell’elezione, per ben due volte, di Giuseppe Galletti all’Assemblea regionale siciliana (il compianto politico fu anche assessore regionale e prima ancora sindaco di San Cataldo: venne sostenuto con forza).
In questa narrazione pressoché cronologica, arriviamo allo scorso 14 dicembre 2024. Decide di chiudere il negozio e di andare a Gorizia dai figli. Ma si accorgerà subito che gli manca l’ossigeno. Il contatto umano con la gente, con la sua clientela. Pertanto, decide di rientrare a San Cataldo e di riaprire, espletati tutti i vari passaggi burocratici, l’attività di parrucchiere. Siamo a Pasqua di quest’anno, ovvero al 20 aprile. Ed è la rinascita.

Con la sua proverbiale ironia, mi racconta dello slogan coniato: ritorno di fiamma. Mi parla della sua importante attività sindacale di categoria dei barbieri a livello provinciale; ricorda la moglie Francesca, morta nel 2006, la quale avrebbe voluto dare una mano nel nuovo salone di Corso Sicilia ricco di colori; ragiona sul fatto che ha ripreso l’attività ufficialmente, una risposta concreta all’abusivismo della professione che è una piaga sociale…
“Ho servito e servo la comunità”, asserisce. Ironia della sorte, mi parla di un comune amico nella pausa pranzo e, paradossalmente, si materializza subito dopo per un servizio di barberia. Così scopro che è il cognato. Circa venti anni addietro, assieme ad altri, incoraggiò Giuseppe Di Forti (presidente di Sicilbanca e della Fondazione Sicana) a candidarsi alla carica di sindaco. Venne eletto nel 2007. Il mondo è veramente piccolo.
Ha ripreso a lavorare con il consueto entusiasmo. Dopo il fermo di diversi mesi, lentamente il rodaggio incomincia ad essere superato. Arcangelo Cravotta è affabile, professionale, gentile, paziente. Raccontare le sue passioni – il lavoro di barbiere e la politica – è stato un modo affascinante per conoscere un personaggio e una persona (e viceversa) assai intrigante e stimolante.
MICHELE BRUCCHERI
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