Un testo intenso, coraggioso e profondamente umano: “Intimamente parlando. Per una sessualità… da Dio!” è il nuovo libro firmato da Cristina Righi e Giorgio Epicoco, che sta attirando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio. Al centro dell’opera, un’idea radicale quanto necessaria: la sessualità, vissuta pienamente nell’amore coniugale, che diviene un’esperienza di trascendenza, di comunione con l’altro e con Dio.
Con sguardo lucido e appassionato, gli autori affrontano un tema spesso frainteso, restituendogli dignità e profondità spirituale. Il volume esplora il legame tra corpo, psiche e spirito, mostrando come l’intimità possa diventare una via autentica per vivere l’amore secondo il disegno divino. Arricchito dalla prefazione del noto esorcista Antonio Mattatelli e dalla postfazione di Mari Anselma e Roberto Corbella, il testo si propone come guida e ispirazione per coppie credenti e non solo.
Una storia, quella dei coniugi Epicoco, fatta di cadute, rinascita e fede. Cristina Righi e Giorgio Epicoco non sono solo autori, ma anche testimoni credibili di ciò che raccontano. Coppia unita nella vita e nella missione, sono ad oggi volti noti nel panorama della pastorale familiare italiana. Il loro percorso, però, è stato tutt’altro che lineare.
Ginecologo con un passato legato alla pratica dell’aborto, Giorgio ha vissuto una profonda conversione spirituale, accompagnato dalla moglie Cristina, la cui fede ha lentamente trasformato entrambi. La loro storia è stata raccontata nei volumi Noi. Storia di una chiesa domestica (2018) e Lui con Noi. Piccoli sentieri per la coppia (2020), entrambi editi da Tau Editrice.
«Avevo costruito un castello di sabbia, abbandonando le fondamenta di una casa sulla roccia», ha dichiarato Giorgio in un’intervista. Una crisi profonda, vissuta tra incomprensioni, silenzi e sofferenze, ha lasciato spazio, nel tempo, a una nuova luce: quella dell’incontro con Cristo e della riscoperta del sacramento del matrimonio.
Dopo un lungo fidanzamento e tre anni di matrimonio civile, i due si sposano in chiesa nel 1992, sanando le ferite del passato e iniziando un cammino di maturazione umana e spirituale. Un percorso non privo di ostacoli, ma che li ha portati a diventare guide per molte coppie in difficoltà.
Una missione al servizio degli altri, la loro. Oggi, Giorgio e Cristina, genitori di quattro figli e uno in cielo, sono responsabili dell’Associazione A.Mar.Lui, sezione di Perugia, ispirata ai beati coniugi Beltrame Quattrocchi, prima coppia beatificata nella storia della Chiesa. Nella diocesi Perugina, dove vivono, hanno condotto per circa quindici anni i corsi di preparazione al matrimonio e, attualmente sono a servizio della famiglia attraverso cenacoli di preghiera, cammini di fede per gli sposi e ritiri spirituali vari. Inoltre sono accompagnatori, attraverso tanti colloqui di tante coppie in difficoltà .
Il percorso per fidanzati fu una loro idea vincente, ben accolta dal parroco. Un percorso lungo, articolato in otto mesi di incontri mensili, per poter lavorare sull’ascolto, sulla guarigione delle ferite, sulla verità della sessualità e sull’identità dell’uomo e della donna secondo il progetto di Dio.
Un cammino che non è psicologico, ma profondamente relazionale, teologico e umano, finalizzato a rendere la coppia capace di vivere la comunione coniugale come anticipo del Paradiso. In questo percorso per i fidanzati hanno esercitato una vera e propria maternità e paternità tanto che il frutto, negli anni, sono i loro, attualmente, 65 figliocci di battesimo, delle coppie seguite.
Cristina, ex impiegata bancaria, ha lasciato il lavoro per dedicarsi totalmente alla famiglia e alla missione. Giorgio, da medico, ha trasformato la sua esperienza professionale in testimonianza, riconoscendo nel passato la distanza da ciò che oggi considera essenziale: il valore della vita, dell’amore e della vocazione all’unità.
Una testimonianza, la loro, che parla al mondo. Il successo di Intimamente parlando è anche il frutto della credibilità degli autori, della loro capacità di parlare con autenticità, senza moralismi, ma con fermezza. Il loro messaggio non si limita ai confini ecclesiali, ma si rivolge a chiunque sia alla ricerca di senso, di autenticità nella relazione, di verità nell’amore.
In un tempo in cui la sessualità viene spesso banalizzata o strumentalizzata, il libro di Righi e Epicoco restituisce allo sguardo umano la bellezza e la sacralità dell’intimità. Una lettura che invita a riflettere, sorridere, e soprattutto a riscoprire il senso profondo dell’essere coppia, nella luce dell’Amore che non delude.

L’INTERVISTA
Cristina, Giorgio, grazie per essere con noi. Il vostro nuovo libro, “Intimamente parlando. Per una sessualità… da Dio!”, sta suscitando molto interesse. Da dove nasce l’idea di scrivere un testo così diretto e, in un certo senso, anche controcorrente?
Cristina Righi: Grazie a voi per l’invito. L’idea nasce innanzitutto da una richiesta della casa editrice Tau perché fiduciosi della nostra competenza data dal cammino personale e di servizio alle coppie. Incontriamo tante persone che, pur amandosi sinceramente, vivono la sessualità con confusione, paura e superficialità. Noi, io e Giorgio, volevamo restituire verità e bellezza a questo linguaggio profondo del corpo, che parla d’amore, ma anche di Dio.
Giorgio Epicoco: In effetti è un tema che nel mondo cattolico spesso resta “ai margini”, e fuori da esso viene trattato in modo riduttivo, come se il sesso fosse solo un istinto da gestire o reprimere. Volevamo offrire, io e mia moglie, una visione integrale: il corpo, la psiche e lo spirito non sono mondi separati. L’intimità coniugale è, certamente , una via per toccare l’eternità.
Nel libro parlate ovviamente di “sacralità” dell’unione fisica tra i coniugi. È una visione che può sorprendere molti lettori. Che cosa significa, per voi, vivere la sessualità come un atto sacro?
Cristina: Significa che l’intimità non è solo un gesto d’amore, ma una liturgia della quotidianità. Quando ci si dona l’uno all’altro nella verità, si fa esperienza di Dio. Non è poesia, è realtà. L’unità del corpo diventa icona dell’unità spirituale. Questo è il cuore della nostra esperienza. Soprattutto, l’unione dei coniugi è celebrare il Sacramento, ecco perché è un atto liturgico!
Giorgio: Prima della nostra conversione, anche io e Cristina, abbiamo vissuto la sessualità in modo disordinato, “mondano”. Ma è stato proprio quel vuoto, quella incompiutezza, a farci desiderare qualcosa di più profondo. Solo dentro il matrimonio sacramentale abbiamo trovato la verità del dono reciproco. È lì che il corpo smette di essere oggetto e diventa segno di comunione.
Giorgio, lei ha raccontato pubblicamente del suo passato difficile, anche controverso, come ginecologo che praticava aborti. Quanto ha influito questo vissuto nella sua visione attuale?
Giorgio: Tantissimo. Il dolore più grande non è stato “cambiare idea”, ma prendere coscienza delle ferite che avevo contribuito a causare. È stato un processo lungo, fatto di lacrime, confessioni, riconciliazioni. Ma da quel buio è nata una luce: oggi riesco ad accompagnare altre persone proprio perché ho attraversato la mia notte. L’amore di Dio è stato più forte della mia colpa.
Parlate tanto anche della fragilità della coppia, dei litigi, delle incomprensioni. Non idealizzate l’amore. Quanto è stato difficile passare dalla crisi alla comunione?
Cristina: Difficilissimo! Non abbiamo paura di dirlo. I primi anni insieme sono stati duri. Il fidanzamento vissuto senza Dio ci aveva lasciati con ferite e aspettative sbagliate. Ci siamo sposati in chiesa solo dopo tre anni di matrimonio civile, e da lì è iniziato un lungo percorso di guarigione. Oggi siamo una coppia felice, ma non perfetta. La differenza è che ora sappiamo a Chi guardare. La perfezione appartiene solo ed unicamente a Dio.
Giorgio: Ogni crisi può diventare una grazia, se si sceglie di non fuggire. Noi siamo passati dal voler cambiare l’altro al desiderare la sua salvezza. Questo ha cambiato tutto. Ecco perché nel libro non diamo formule magiche, ma condividiamo la nostra esperienza, fatta di fatica, perdono, rinascita.
Voi proponete un cammino concreto per le coppie. Come funziona?
Cristina: Il cammino che oggi viviamo con tante coppie, anche di altre regioni d’Italia è fondato sulla cura della relazione partendo da cenacoli di preghiera alla presenza del Santissimo Sacramento, attraverso catechesi mensili e ritiri spirituali… È tempo di ascolto, attraverso colloqui personali, di guarigione delle ferite, di confronto profondo su ogni aspetto della vita, sulla sessualità, sulla comunicazione, sulla fede. Non si tratta solo di preparare o di fare cose, ma di formare persone capaci di amare.
Giorgio: E soprattutto, aiutiamo le coppie a scoprire che il vero amore non è un sentimento, ma una decisione quotidiana. La sessualità, vissuta nella verità, è parte di questa scelta. Non è un premio per chi “funziona”, ma un dono che si rinnova ogni giorno, anche quando è difficile.
In un tempo in cui tutto sembra fluido e relativo, il vostro messaggio può sembrare controcorrente. Che reazioni ricevete?
Cristina: Difficilmente si viene fraintesi quando si annuncia la Verità con testimonianza e carità. Tanto spesso accade che le persone ci ringraziano perché finalmente qualcuno osa dire parole vere su temi taciuti o banalizzati. Le coppie sono affamate di autenticità. La nostra esperienza non pretende di essere un modello, ma una testimonianza possibile.
Giorgio: Crediamo che ogni coppia, se aperta all’Amore con la A maiuscola, possa diventare un piccolo santuario. La sessualità è parte di questo mistero, e non va né idolatrata né temuta. Va semplicemente amata, custodita, donata.
Un’ultima domanda. Cosa desiderate che rimanga nel cuore dei lettori, una volta chiuso il vostro libro?
Cristina: Che l’intimità è molto di più di ciò che ci hanno raccontato. È un linguaggio che parla di eternità. E che ogni coppia, anche la più ferita, può rinascere.
Giorgio: Che Dio non è spettatore del nostro amore, ma suo alleato. Se glielo permettiamo, trasformerà anche le nostre fragilità in benedizione. E ci condurrà, insieme, verso il Cielo.
A voi, Cristina e Giorgio, il mio più sincero augurio è che questo libro possa continuare a toccare cuori, a illuminare coscienze, a far rifiorire l’amore in tante coppie in cammino. Che le vostre parole, nate dall’esperienza viva e dal coraggio della verità, possano essere seme fecondo in una società che ha sete d’amore autentico. E che il vostro servizio, umile e appassionato, continui ad accompagnare tanti verso quella bellezza nascosta che solo l’amore fedele, generoso e pienamente umano sa donare. Grazie di cuore per la vostra sincera testimonianza di fede.
***
Ascoltare Cristina Righi e Giorgio Epicoco è come aprire una finestra su un orizzonte spesso trascurato o coperto da stereotipi: quello di una sessualità che non divide corpo e anima, ma li riconcilia in un cammino d’amore, di verità e di fede. In un tempo in cui l’intimità è spesso ridotta a consumo, istinto o semplice “esperienza”, la loro voce appare come una provocazione gentile, ma determinata: la sessualità non è solo un atto, è una vocazione.
Ciò che colpisce non è solo la forza dei contenuti, ma la coerenza delle loro vite, segnate da errori, redenzione e rinascita. Parlano con la trasparenza di chi non si è mai ritenuto “arrivato”, ma sempre in cammino. E proprio in questo sta la potenza del loro messaggio: l’amore vero non è quello perfetto, ma quello che sceglie ogni giorno di rialzarsi, di perdonare, di crescere, di ricominciare.
Intimamente parlando è più di un libro. È una chiamata alla consapevolezza, alla tenerezza, alla riscoperta del valore dell’altro come dono. Ed è, soprattutto, una testimonianza viva che anche nelle pieghe più umane dell’esistenza può risplendere la luce del divino.
In un’epoca che ha bisogno di relazioni autentiche, Cristina e Giorgio ci ricordano che il vero amore non è mai improvvisazione, ma arte e fede. E che il “paradiso” può cominciare già qui, tra le mura domestiche, se si sceglie ogni giorno di amarsi “intimamente”… da Dio.
ILARIA SOLAZZO
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