Giuseppe Blasi

In vista del 25 novembre e della Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne, ho voluto dedicare un articolo ad una poesia concernente questo, anche perché devo dire che mi ha colpito molto.

“A te Donna” (di Giuseppe Blasi), questo è il titolo della poesia la quale tramite la sua semplicità e la sua cruda realtà mi ha indotto a riflettere sull’importanza di noi donne e su quanto oggi siamo chiamate talvolta a subire all’interno di questa società; per tutti può sembrare scontato, d’altronde è un tema preminente nel dibattito pubblico, davvero molto ricorrente, ma la cosa che più mi ha spiazzata è l’autore, un ragazzo di 19 anni, e il suo modo di concepire la donna nel suo insieme che mi ha fatto riflettere.

Lascio a voi lettori la possibilità di leggere la poesia: “A te Donna”.

A te Donna, sei tu colei che più di tutti ha rilevanza in questo mondo disumano, che di te fa spregio.

A te Donna, che sei venuta al mondo dalla costola di Lui, che oggi incapace d’amare, vuol fare di te un oggetto da possedere.

A te Donna, assordante è l’urlo tuo d’aiuto che odo con angoscia, perché non degno è ciò che ti accade.

A te Donna, derisa, uccisa e abusata da Lui, che essere ignudo e ignudo resterà d’ogni spoglia esistente d’umanità.

A te Donna, io non sono Lui, ma colui che con devozione e amore vuole dar risalto alla tua effigie, che dev’essere elogiata.

"A te Donna"
Giuseppe Blasi

Innanzitutto ti chiederei di presentarti probabilmente i lettori saranno curiosi, parlaci un po’ di te.
Cara Ilaria, che dire… Mi chiamo Giuseppe, sono un ragazzo pugliese di 19 anni, studente universitario, e sono un ragazzo al quale piace esprimersi in tutti i modi possibili.

La poesia è lo “strumento” tramite il quale ti piace di più esprimerti?
No, è uno dei tanti, talvolta preferisco i testi in prosa, anche le normali discussioni di confronto, meglio se prolisse e profonde, naturalmente tutto dipende dal mio stato d’animo.

Hai parlato di stato d’animo e del fatto che la tua scrittura prescinde dallo stesso: con quale stato d’animo ti cimenti a scrivere una poesia?
La poesia è la voce più silente ma assordante allo stesso tempo, dello stato d’animo di una persona. Sono solito cimentarmi nella poesia quando raggiungo lo stato d’animo più alterato, ovvero intriso di diverse emozioni che possono essere le più varie, che vanno dall’amore alla paura, dalla rabbia al disgusto e alla tristezza; tutte emozioni queste, che nel loro insieme danno vita a un qualcosa.

Quali emozioni ti hanno spinto nella scrittura della poesia “A te Donna”?
Devo essere sincero, per la maggior parte emozioni negative, come il disgusto, la tristezza, la rabbia ma anche l’amore.

Potresti spiegare un po’ ai lettori come sono nate queste emozioni o da cosa?
Un po’ tutti abbiamo seguito i recenti casi di cronaca riguardanti Caivano e Palermo, stiamo parlando di un argomento al quale sono molto sensibile, ovvero la questione degli abusi sessuali; naturalmente prima di Caivano e Palermo ci sono stati centinaia di casi, anche di femminicidi, ma è nel momento in cui mi sono giunte le notizie riguardanti quei due casi che è arrivato il mio stato d’animo più alterato. Ricordo un’orribile affermazione di uno dei ragazzi che mi fa ribrezzo tutt’ora: “Eravamo 100 cani su una gatta”, non potevo non cimentarmi nella scrittura.

Ti dico ciò che più mi ha colpito di questa tua poesia, il fatto che tu abbia scritto le parole Lui e Donna con la lettera maiuscola: puoi spiegarne il motivo?
Io ho scritto la parola donna con la lettera maiuscola semplicemente perché ne riconosco l’importanza a livello sociale, la superiorità soprattutto emotiva rispetto all’uomo. A tal proposito si parla di intelligenza emotiva, lo splendido dono del mettere al mondo una vita umana dal quale ne consegue la maternità e il famoso istinto materno, cose che rendono uniche le Donne.

Mentre per il Lui?
Il Lui ha due “fasi” con significati diversi: quella passata caratterizzata da un ricorso storico-religioso e quella odierna; andava inoltre ad evidenziare il comportamento meschino di alcuni, rispetto a chi come me ama e vuole elogiare la donna. Dovevo e volevo assolutamente porre una linea di demarcazione tra il “Lui” essere immondo e me.

Ho visto un tuo riferimento alle sacre scritture, ovvero Eva nata dalla costola di Adamo: dov’è il nesso?
Eva nasce dalla costola di Adamo perché va protetta non posseduta, quindi prospettiva del passato la Donna nasce dalla costola di Lui per essere protetta e amata. Oggi però Lui è incapace di amare e di conseguenza vuole possedere la Donna.

Hai un ultimo messaggio da lasciare ai lettori?
Cosa posso dire, il degrado culturale ha prodotto una società ignorante, ed è l’ignoranza il nemico più grande dell’uomo. Ripeto spesso una mia frase in latino: “ignorantiam tuam placat populus, qui te exstinguet”, racchiude il concetto precedente; dovremmo lavorare tutti indistintamente di più sull’intelligenza emotiva, soprattutto alcuni uomini che dovrebbero far loro la cultura dell’amore e del rispetto piuttosto che commettere atti obbrobriosi ed esecrabili…

Sì, dimmi…
Cara Ilaria un’ultima cosa: il 25 novembre è vicino e con esso la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, spero che in quell’occasione si manifesti in modo rispettoso non contro qualcuno, ma contro qualcosa, per molti anni si è manifestato e si manifesta tutt’ora contro gli uomini e non va bene, si deve manifestare contro il fenomeno della violenza, accusare l’uomo in quanto genere maschile è la cosa più errata che si possa fare, perché allontana sempre di più gli uni dagli altri tramite il fenomeno della diffidenza reciproca.

ILARIA SOLAZZO

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