In un panorama musicale spesso dominato dal rumore e dall’effimero, c’è chi sceglie di tornare all’essenziale, di dare voce alle emozioni autentiche. Livio Macchia, storico componente dei Camaleonti, lo fa con la grazia e la profondità che lo contraddistinguono da sempre. La sua ultima interpretazione, “Il colore della speranza”, realizzata insieme a Rossella Ferrari, è un inno sobrio, ma potente alla rinascita interiore, alla luce che ognuno può riscoprire dentro di sé anche nei momenti più bui.
C’è qualcosa di profondamente spirituale in questo brano. Le sue parole sembrano risuonare in sintonia con i recenti messaggi di Papa Leone XIV, che invita l’umanità a ritrovare la speranza concreta nei gesti quotidiani, nella solidarietà, nella bellezza delle piccole cose. È una canzone che non predica, ma accompagna. Non impone, ma accoglie.
Livio, con la sua voce calda e sincera, ci ricorda che la musica può ancora essere strumento di conforto e di dialogo, come spesso lo è stata nei momenti storici più delicati. Ed è proprio da qui che parte la nostra intervista: da una canzone che è molto più di una melodia. È un messaggio. È un ponte.
L’INTERVISTA
Buongiorno Livio, è un piacere averti con noi. Parliamo della tua recente interpretazione del brano “Il colore della speranza” insieme a Rossella Ferrari. Com’è nato questo progetto?
Buongiorno a te, a voi, il piacere è mio. “Il colore della speranza” è nato da un’esigenza profonda: in un periodo in cui sembrava mancare la luce, volevamo restituire un po’ di calore e positività. L’incontro con Rossella è stato naturale, abbiamo subito condiviso lo stesso spirito e la stessa voglia di trasmettere un messaggio che parlasse al cuore della gente.
Il titolo stesso evoca un sentimento forte. Che significato ha per te la “speranza”, oggi?
La speranza è quel filo invisibile che ci tiene in piedi anche nei momenti più bui. Non è ingenuità, è forza. Per me, oggi, è la capacità di credere ancora nei valori semplici: l’amicizia, l’amore, la musica. È anche credere nei giovani, nella possibilità che possano costruire un mondo più giusto.

Cosa ti ha colpito maggiormente della collaborazione con Rossella Ferrari?
Rossella ha una sensibilità unica, riesce a entrare nella canzone in punta di piedi e poi a farla esplodere di emozioni. Abbiamo lavorato in sintonia, come se ci conoscessimo da sempre. Credo che questa intesa si senta nel brano: non è solo cantato, è vissuto.
Musicalmente parlando, la canzone ha un tono molto dolce ma anche potente. Come avete lavorato sull’arrangiamento?
Volevamo qualcosa che non fosse invadente, ma che sostenesse il messaggio del testo. Pianoforte, archi leggeri e un ritmo che accompagna senza sovrastare. È una canzone che lascia spazio alle parole, che dà voce ai sentimenti.
Come ha reagito il pubblico a questa vostra proposta?
Direi con grande affetto. In tanti ci hanno scritto, commossi, raccontandoci che “Il colore della speranza” li ha aiutati a superare momenti difficili, che li ha fatti riflettere o semplicemente che li ha fatti sentire meno soli. Ecco, questa è la soddisfazione più grande.
Guardando al futuro, pensi ci saranno altre collaborazioni con Rossella?
Mai dire mai! Quando c’è sintonia umana e artistica, ogni progetto può diventare una nuova avventura. Per ora ci godiamo il viaggio di questa canzone, che ha ancora molto da raccontare.
Un’ultima domanda: se dovessi descrivere la speranza con un solo colore… quale sarebbe?
Verde, senza dubbio. Come la natura che rinasce, come gli occhi di chi sogna ancora. Come la musica che non smette mai di parlare al cuore.
*
Ci sono canzoni che arrivano come un abbraccio silenzioso, senza clamore, ma capaci di lasciare un segno profondo. “Il colore della speranza”, interpretata da Livio Macchia e Rossella Ferrari, è una di quelle. Un brano che non cerca l’effetto, ma la verità; che non urla, ma parla dolcemente a chi sa ascoltare.
Nel timbro caldo di Livio si percepisce l’esperienza di una vita dedicata alla musica, una voce che non canta solo note, ma emozioni. Rossella, con la sua delicatezza e forza, sembra completare quel quadro con la grazia di chi conosce il valore della sensibilità. Insieme, danno vita a un dialogo che va oltre la canzone: è una carezza collettiva, un invito a non perdere la fiducia nel domani.
Il testo è semplice ma mai banale. Parla di sogni, di fragilità, ma anche di rinascita. In un’epoca spesso affollata di parole vuote, questa canzone restituisce il senso profondo della musica: quello di connettere le anime.
“Il colore della speranza” è un piccolo inno quotidiano, un promemoria gentile che anche nei momenti più bui esiste una luce, se abbiamo il coraggio di cercarla. E forse, come ci ricordano Livio e Rossella, quella luce ha proprio il colore della speranza.
ILARIA SOLAZZO
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