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Roberto Gambino (sindaco di Caltanissetta)

di MICHELE BRUCCHERI – CRONACA. In una settimana, 179 nuove infezioni nel capoluogo. Il sindaco Gambino chiede di commissariare la sanità siciliana. Probabile proroga della zona rossa

Poco fa, in diretta Facebook, il sindaco di Caltanissetta ha illustrato i dati forniti dall’Asp nissena. Numeri importanti: 179 casi positivi (di questi, ben 116 riconducibili a giovani di età compresa tra i tre e i 18 anni) nella settimana che va da mercoledì 7 aprile e fino a ieri (martedì 13). Come si sa, il limite massimo indicato dal Dpcm per stabilire una zona rossa a livello territoriale è di 250 casi per centomila abitanti.

Nel capoluogo nisseno, “fatte le proporzioni, si traduce in 150.7 casi settimanali”. Dei 116 casi di Sars CoV-2 che abbiamo accennato e che concerne la fascia giovanile, ben 104 sono accertati come variante inglese.

Da un mese, Caltanissetta è “zona rossa”. Nel frattempo lo sono diventate altre realtà, tuttora con la massima restrizione (inutile elencare). Verosimilmente – inutile negarlo – il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, prorogherà il lockdown.

Da oggi, inoltre, non saranno più i sindaci a chiedere l’eventuale istituzione della zona rossa, poiché le Asp trasmettono direttamente i loro report alla Regione (presidente, assessorato alla Salute e Dasoe). Dunque, le valutazioni verranno prese confrontando i numeri dagli organi preposti a livello regionale.

Il sindaco Roberto Gambino ha anche chiesto di commissariare la sanità siciliana. Dichiara: “Sono contento che il presidente dell’Anci Leoluca Orlando ha seguito il mio esempio. Trenta giorni fa in contemporanea con le dimissioni dell’assessore Ruggero Razza ho chiesto al Governo il commissariamento della sanità siciliana perché di fatto in questo momento la sanità ha bisogno di essere presidiata. L’assessore Razza una volta dimessosi, è stato sostituito dal presidente della Regione che con tutto il da fare che ha non può fare anche l’assessore”.

Il virus corre e prende di mira, dunque, soprattutto i giovani. Bisogna stare attenti. Tutti.

MICHELE BRUCCHERI

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