LA STRUTTURA. Dodici persone trovano accoglienza, assistenza e cura. Il direttore è Sergio Territo

primo piano Sergio Territo
Sergio Territo

Nata dall’impulso dell’instancabile padre Vincenzo Sorce, da circa trent’anni, la comunità per minori “Giuseppe Guttilla” è ormai diventata un piccolo laboratorio d’integrazione per giovani migranti.

 

Sulla scia del magistero di Papa Francesco, il Papa venuto “da dove finisce il mondo”, 12 piccoli migranti trovano accoglienza, assistenza e cura.

Nulla di eccezionale a prima vista. Tutto il territorio italiano ed europeo, in questi anni e negli anni a venire è, e sarà impegnato in questa sfida. Tra polemiche, scontri nel mondo della politica e nell’opinione pubblica, dubbi e paure, quello delle migrazioni è il tema del nostro tempo e sarà quello dei tempi a venire.

Quali le forme, i modelli e lo stile da seguire? Sono gli interrogativi che si pongono quotidianamente gli operatori della comunità. Le risposte non sono per niente scontate e aprono ulteriori interrogativi.

 

 Padre Vincenzo Sorce con alcuni ragazzi
Padre Vincenzo Sorce con alcuni ragazzi

La cultura islamica è compatibile con le democrazie occidentali? La concezione della donna può essere compatibile con la nostra? Il dibattito è aperto e sembra doversi protrarre ancora per molto.

Poi ci sono i fatti, scaturiti dalle iniziative prese dalla comunità. Nei primi giorni di dicembre, alcuni ospiti, di religione musulmana, hanno accolto di buon grado la proposta di collaborare alla realizzazione del presepe parrocchiale presso la parrocchia Sant’Alberto Magno di San Cataldo e poi, a gennaio, hanno partecipato alla rappresentazione teatrale dell’arrivo dei Re Magi che si è tenuta a Gabarra, piccolo borgo vicino San Cataldo. Una testimonianza di collaborazione e amicizia verso i cattolici e la comunità locale che è stata apprezzata e sottolineata da lunghi applausi tra i parrocchiani.

 

 Un momento conviviale
Un momento conviviale

“La voglia di futuro di questi ragazzi, spesso assente nei giovani italiani – dichiara il direttore Sergio Territo – è un vero e proprio carburante per il mio lavoro e di tutta l’equipe. Questi ragazzi – continua – più che un problema, potrebbero essere una risorsa per la nostra società”. In effetti, come recita un antico proverbio cinese “quando tira forte il vento, c’è chi costruisce mura e chi, invece, costruisce mulini a vento”. 

Le risorse disponibili per portare avanti questo tipo di attività non sono tantissime, per cui, spesso, ci si avvale dell’aiuto di volontari che si impegnano in attività d’integrazione. “Sono una risorsa imprescindibile – conclude il dottor Sergio Territo -. Ne approfitto per lanciare un appello a ragazzi e ragazze che volessero sperimentarsi in questo tipo di attività a contattarci. Ogni altra forma di contributo è bene accetta”.

Non resta che da fare i migliori auguri a tutta l’equipe.                          

V.N.

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