Alfonso Farruggia
Alfonso Farruggia e l'avvocato Giuseppe Abbate

Il Tribunale di Palermo ha archiviato il procedimento a carico di Alfonso Farruggia, indagato con l’accusa di avere diffamato una dirigente del Ministero della Giustizia.

Era stata quest’ultima, in servizio all’Ufficio Interdistrettuale dell’Esecuzione Penale Esterna, a presentare querela, a seguito di alcune affermazioni del segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo, che ne contestava l’operato nei confronti dei dipendenti.

Il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Stampacchia ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero “sulla base di argomentazioni – si legge nel decreto – del tutto condivisibili”.

Secondo il gip, infatti, le espressioni utilizzate da Alfonso Farruggia, seppure aspre, sono del tutto “inidonee a integrare il reato di diffamazione”. Il sindacalista, difeso dall’avvocato Giuseppe Abbate, infatti, si sarebbe limitato a contestare la condotta della dirigente con modalità espresse nei limiti del diritto di critica.

“Si conclude finalmente una vicenda incresciosa – commenta Alfonso Farruggia – che mi ha profondamente amareggiato, pur avendo sempre nutrito la certezza di non avere mai commesso alcuna azione scorretta”.

“Già da tempo – osserva l’esponente sindacale – la UilPa di Palermo segnala ai vertici ministeriali e istituzionali competenti le azioni messe in campo dalla dirigente: a farne le spese, a oggi, sono stati il sottoscritto e due dipendenti”. Anche per loro, difesi dal sindacato, due provvedimenti disciplinari archiviati.

“Io sono stato destinatario di ben due provvedimenti penali – spiega Alfonso Farruggia – per il reato di diffamazione: entrambe le querele sono partite da una normale dialettica sindacale, non condivisa dalla dirigente e ritenuta lesiva della sua immagine”.

Alfonso Farruggia
Alfonso Farruggia e l’avvocato Giuseppe Abbate

“A questo punto – prosegue – chiediamo che tali atteggiamenti non si ripetano più: il rispetto da tenere nelle varie vertenze sindacali di certo non può essere unilaterale e soltanto nei confronti della dirigenza”.

“Quattro casi archiviati – aggiunge – di cui due penali, denotano anomalie in merito alle quali chiediamo al Ministero della Giustizia di fare chiarezza”.

“Non possiamo esimerci dal segnalare che i rapporti sindacali con l’attuale dirigenza – dichiara – siano nulli, così come sono nulli tutti gli atti amministrativi e gestionali di cui non conosciamo l’esistenza in quanto non riceviamo mai l’informativa sindacale che è dovuta per contratto”.

“La UilPa – conclude Alfonso Farruggia – continuerà comunque a portare avanti le battaglie di sempre, nell’esclusivo interesse dei lavoratori”. La soddisfazione per l’archiviazione del procedimento è stata pienamente condivisa dalla segreteria nazionale della Uil Pubblica Amministrazione.

“Il lieto fine di questa vicenda – si legge in una nota – non ci esime dal fare una breve considerazione: innanzitutto, la UilPa non è ostile all’amministrazione pubblica, anzi esattamente il contrario: è una categoria che intende cooperare positivamente con l’amministrazione dello Stato nel rispetto dei reciproci ruoli”.

“Ciò significa che, per quanto ci riguarda – si legge ancora –  le divergenze di vedute e le decisioni che, come sindacato, non ci piacciono, vanno ricomposte nel confronto tra le parti, non davanti ai giudici: ricorrere al potere giudiziario per risolvere questioni che non vedono un accordo significa che a perdere non è una o l’altra parte, ma l’intera amministrazione pubblica, della quale fanno parte tutti coloro che ci lavorano, ovvero i dirigenti, il personale, i sindacalisti”.

“Per il futuro –  conclude la segreteria – ci auguriamo che il ricorso alla leva giudiziaria sia davvero motivato: per il resto, ci sono il buon senso e l’interesse supremo delle istituzioni”.

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