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Un momento del convegno

Un incontro per ricordare la figura del sacerdote Vincenzo Sorce, domenica scorsa, a Caltanissetta. In occasione del quinto anniversario della sua scomparsa. A promuovere l’iniziativa è stata l’associazione Casa Rosetta, presso l’auditorium della parrocchia San Pietro.

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Un momento del convegno

È stata ricordata la figura di don Vincenzo Sorce e la sua opera, essendo il fondatore della struttura. Sono stati relatori don Massimo Naro, docente nella Facoltà teologica di Sicilia e membro effettivo della Pontificia Accademia di teologia e il presidente di Casa Rosetta, Giorgio De Cristoforo.

Ha introdotto i lavori il parroco, don Rino Dello Spedale Alongi, con un ricordo di personale gratitudine verso don Vincenzo Sorce. Don Massimo Naro ha definito il sacerdote di Serradifalco “un prete multitasking”, ricordando inoltre che “ha esercitato il suo fecondo e alacre ministero senza lasciarsi mai fermare da alcun tipo di confine, tracimando ogni limite territoriale, burocratico, esistenziale e culturale, sempre proteso in uscita da sé incontro agli altri” e ha concluso citando dall’ultimo scritto di don Vincenzo “il futuro è un diritto di tutti, dei più piccoli, dei più deboli specialmente: diritto di vivere con dignità, di morire amati, rispettati, serviti; diritto di futuro da costruire insieme, con stile sinodale”.

Il presidente di Casa Rosetta, Giorgio De Cristoforo, ha intitolato il suo intervento “Dalla monocrazia carismatica a un carisma plurale”. Fondamentalmente ha illustrato “la difficile ma feconda transizione dell’Associazione in questi cinque anni dopo la morte del fondatore, attraverso anche un’opera condivida di trasformazione dell’organizzazione associativa e delle sue procedure, e di valorizzazione delle risorse umane”, sottolinea il comunicato.

Subito dopo l’incontro, don Vincenzo Sorce è stato ricordato nel corso della santa messa celebrata nella chiesa San Pietro dal vescovo della diocesi nissena Mario Russotto. Ha parlato di don Vincenzo nella seconda parte dell’omelia, di commento del Vangelo, concludendo: “Ci resta di lui il coraggio di osare, il coraggio di credere, il coraggio di amare da sacerdote nella Chiesa radicato in questa nostra storia”.

MICHELE BRUCCHERI

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