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Daniela Vellani

Libro intrigante, stuzzicante, interessante. “Che peccato!” – guida insolita ai sette vizi capitali (più uno) – di Daniela Vellani è l’occasione per una seria e sana, ma anche divertente, occasione di riflessione. Su certi vizi, peccati che “forgiano personalità, comportamenti, relazioni interpersonali”, come dichiara immediatamente l’autrice napoletana al microfono de La Voce del Nisseno (versione online).

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Daniela Vellani e il suo ultimo libro

Più di 180 pagine dove c’è un mix sapiente di parole, sapori, suoni… Sì, proprio così. E infatti, Daniela Vellani nella parte finale della sua prefazione, scrive: “Buona lettura, buona visione, buon ascolto e buona degustazione”. Sette sono i giorni della settimana, sette le virtù teologali, sette le note musicali, sette i colori dell’arcobaleno, sette sono i gusti e sette sono i “peccati”: superbia, gola, avarizia, ira, lussuria, accidia e invidia.

“Anzi per dirla tutta – aggiunge Daniela Vellani – sette più uno, il narcisismo, un peccato molto attuale che s’insinua nella vanità umana in diverse forme”. Già docente di Lettere e giornalista, in questo volume intrigante racconta “con consigli e curiosità” i mitici sette peccati, “o vizi come dir si voglia, più uno, appunto che, sotto la spinta di venti di diversa intensità, s’infiltrano dentro di noi condizionando azioni e pensieri”.

Nelle scorse settimane, hai pubblicato un nuovo libro: “Che peccato!”. Una guida insolita ai sette vizi capitali (più uno). Come nasce il progetto editoriale?

Innanzitutto grazie Michele per l’attenzione! Colgo l’occasione anche per ringraziare Aldo Putignano, editore di Homo Scrivens, che mi ha dato l’opportunità di pubblicare il libro e per la fiducia riposta. L’idea di dedicare la mia scrittura ai vizi capitali nasce da una serie di poesie, contenute nel libro, che scrissi anni fa in un periodo in cui l’argomento mi affascinava. Ma credo che l’ispirazione risalga alla Divina Commedia. L’inferno dantesco mi ha sempre intrigato fin dai tempi della scuola e mi ha sempre fatto riflettere sui peccati che in qualche modo, nel bene e nel male, forgiano personalità, comportamenti, relazioni interpersonali.

È dedicato a tua madre: perché?

Ho deciso di dedicare questo libro a mia madre per diversi motivi: riconoscenza, affetto e “par condicio” dal momento che il libro “Ragazzi, voglio raccontarvi una storia jazz!” l’ho dedicato a mio padre.

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La copertina del libro

Per ogni vizio, un vento. Ma anche un racconto e una poesia. E pure un’illustrazione e uno spartito, una ricetta… Trovo geniale e intrigante la miscela. Ce ne parli? Chi hai coinvolto?

Il vento è il fil rouge del progetto. Perché ho scelto il vento? Perché il vento è un elemento della natura che nelle diverse forme può rappresentare metaforicamente comportamenti, vissuti, caratteri ed esperienze. E ancora perché il vento è stato per me spesso fonte di ispirazione poetica e narrativa con la sua forza, il suo calore o la sua freddezza, gli odori che trasporta, i suoi ululati…

Continua, Daniela…

Ciascun vento ha introdotto un racconto, nato da osservazioni e riflessioni sui comportamenti condizionati dai vizi, una poesia, che come ho detto prima è stato l’incipit e poi, avendo sempre creduto nella valenza della multidisciplinarità e “da cosa nasce cosa” il progetto è andato ad ampliarsi attraverso ramificazioni ed ecco l’idea dell’illustrazione, dello spartito musicale, della ricetta (la gastronomia è un mio hobby) e il consiglio. Le illustrazioni le ha realizzate mia figlia Roberta Goglia e le partiture musicali la mia cara amica Maria Grazia Ritrovato, pianista e compositrice che recentemente ha pubblicato l’album “Barche alla marina”.

Partiamo dalla superbia che è come il maestrale…

Sì, ho pensato di associarla a questo vento perché “è come il maestrale, il vento del nord, impetuoso, intenso, dalle raffiche pungenti che con freddezza sollevano spaventosamente le onde del mare…” (Che peccato! Homo Scrivens).

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Daniela Vellani

Poi c’è l’avarizia…

L’avarizia è come “il grecale che giunge freddo e secco…”.

 E la lussuria, che è come lo scirocco. E il racconto “Il vento bollente del desiderio”.

Beh, la lussuria senza dubbio è come lo scirocco, bollente come la passione!

Molto bella la lirica “Vortice di passione”.

Grazie mille, alcuni versi scelti a caso “… le onde si abbattono su di te / annientano i freni inibitori / disperdono i frammenti di controllo. / Sei in balia di forze sensuali, passionali”.

Arriviamo all’invidia. È come il libeccio. Mentre il suggerimento gastronomico è orientato sulla lasagna al pesto di basilico.

“Quel venticello caldo che sembra una gradevole ebbrezza marina, ma…”. Il suggerimento gastronomico è una mia specialità, la lasagna al pesto di basilico. Perché ho scelto questa ricetta? Per il colore verde che fa pensare alla bile…

Scrivi che tra i vizi, l’invidia è forse il più insidioso e malefico. Perché?

Perché l’invidia fa male a chi la prova e a chi la riceve. Esiste anche la sana invidia, ma quella che fa male fa uscire il peggio nelle persone che la provano con manifestazioni di subdole cattiverie che possono rovinare chi le subisce.

Poi c’è la gola. Spieghi che “è quello che più mi caratterizza assieme ad un pizzico di narcisismo”. Come resistere?

Ebbene sì, l’ammetto, sono golosa. Per fortuna il pizzico di narcisismo che è in me m’impedisce di esagerare per timore di perdere la linea.

Concedersi un peccato di gola non è grave: o no?

No, dai, ogni tanto fa bene lasciarsi andare ai piaceri della gola: fa bene allo spirito e alla salute.

Tu sei, poi, molto brava in cucina. Quale consiglio gastronomico consigli?

Diciamo che me la cavo. Tutti i piatti “peccaminosi” sono squisiti. Ultimamente la lasagna in brodo ha ricevuto consensi notevoli… L’ho fatta a Natale, ma anche gli gnocchi di Venere con cui con gli amici ho salutato l’anno nuovo sono piaciuti tanto.

L’ira è associato al levante… Il racconto è ”Collere di un tassista”. Molto utili i consigli che fornisci…

Il levante, un vento che può giungere in qualunque stagione… come l’ira che può far perdere il controllo improvvisamente. Beh, la letteratura, la cronaca sono piene di esempi nefasti e allora onde evitare conseguenze gravi seguite i miei consigli…

C’è poi l’accidia. Molto gustoso l’angolo della ricetta, ovvero le pizzette di zia Daniela. Ci racconti?

Proprio ieri le ho fatte, semplici, gustose e stuzzicanti! Beh nel consiglio raccomando di ordinarle perché l’accidioso tende a fare così.

Paragoni il narcisismo alla tramontana: perché?

Perché è un vento freddo e asciutto che spazza via ogni cosa lasciandoci soli davanti alla dura realtà…proprio come spesso succede ai narcisisti. L’amore rivolto a sé stessi li trascina nella solitudine. Ovviamente nei casi estremi…

Dedichi anche una pagina ai ringraziamenti: a chi?

Sì, ad Aldo Putignano, l’editore che ho già citato, a Ciro Pinto per l’incoraggiamento e per i preziosi consigli e a Roberta Russo, con cui da subito si è creata una proficua complicità. I crediti sono rivolti alle già citate Roberta Goglia e Maria Grazia Ritrovato che con la loro arte hanno impreziosito il lavoro.

Gli interessati a questo tuo meraviglioso libro, cosa devono fare per averlo? Dove lo trovano?

Si può ordinare nelle librerie, alla casa editrice o sulle piattaforme Internet.

Hai in programma qualche presentazione?

Il libro è stato presentato già due volte, ma prossime presentazioni sono in fieri e ho intenzioni di renderle appetitose con degustazioni di alcune pietanze descritte nel libro e piacevolmente accompagnate dai quadretti musicali di Maria Grazia Ritrovato.

Hai un’attività culturale ed intellettuale assai intensa. Quale sarà il tuo prossimo progetto?   

Sono in elaborazione diversi progetti… ancora una guida multidisciplinare strutturalmente simile a “Che peccato!” e un saggio a quattro mani sul jazz.

MICHELE BRUCCHERI

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