mauro arnò
Mauro Arnò

Il rock scorre nelle sue vene, così come tanta energia musicale che abbraccia vigorosamente il pubblico presente. La chitarra in tutte le sue “vesti”, acustica, classica, elettrica, è da sempre la compagna fedele con cui condivide idee, creatività e progetti in un continuo divenire e slancio vitale.

Stiamo parlando di Mauro Arnò, un artista eclettico che oltre al rock è aperto a qualsiasi sonorità: dal blues al pop, alla musica leggera, fusion, funky, soft jazz. La sua carriera è ricca e variegata: realizzazione di dischi, concerti, serate, attività concertistica con band di diversi generi musicali, collaborazioni con importanti artisti del panorama musicale come Sandro Giacobbe e Murple.

Non è da meno il percorso di studi che inizia con corsi di chitarra classica nel 1986 per poi proseguire negli anni grazie a successivi approfondimenti con altri corsi o da autodidatta che gli hanno consentito una formazione professionale solida e ampia sia dal punto di vista teorico che tecnico.

Arrangiatore e autore, oltre all’intensa attività performativa, recentemente, avendo acquisito consapevolezza e conferma della sua natura da cantante frontman ha realizzato il cd “Controvento” che contiene undici brani originali.

Mauro Arnò, artista dalle molteplici risorse, benvenuto a “La Voce del Nisseno”!

Ciao e bentrovata Daniela. Grazie del gradito invito.

Una vita dedicata alla musica! Quando ti sei avvicinato a quest’arte?

Ho iniziato molto presto, a circa nove anni; mio padre strimpellava e c’era una chitarra acustica in casa; dopo aver imparato ad orecchio alcune melodie, capii che suonare questo strumento, mi faceva stare bene. Una ragazza più grande di me, in parrocchia (allora la frequentavo) mi insegnò il “fatidico” giro di Do, con cui mi accompagnavo in ogni canzone avesse quel giro, principalmente canzoni anni ’60… a 12 anni andai ad un corso di chitarra folk, finger picking e il maestro mi incoraggiò ad andare avanti… dopo qualche anno iniziai a studiare chitarra classica mentre nel frattempo avevo le prime esperienze Rock con le band in cantina. Non ho mai mollato e sono cresciuto musicalmente con basi classiche solide che mi hanno consentito un approccio più empirico nei generi moderni, praticamente ascoltando e suonando tanta musica diversa.

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Mauro Arnò

 Gary Moore è stato un punto di riferimento importante, ma anche altri chitarristi sono stati per te fonte di ispirazione…

In realtà Gary Moore è “responsabile” dell’approccio più blues al mio playing, arrivato, diversamente da molti altri colleghi, dopo. I primi chitarristi che mi hanno fatto innamorare della chitarra solista sono stati Ritchie Blackmore e poi il suo erede, Yngwie Malmsteen; si può dire che proprio ascoltando Malmsteen mi decisi ad andare a studiare chitarra classica, per poi scoprire tutt’altro mondo, affascinante, “polifonico”. Nei periodi di studio ho approfondito oltre ai classici da conservatorio anche l’ascolto del Flamenco (Paco de Lucia), della Bossa (Jobim, Baden Powell), cosa che mi ha aiutato molto nella professione ma soprattutto mi ha avvicinato al mondo di Pino Daniele, uno degli artisti fondamentali per la mia crescita musicale.

Continua…

Tornando al Rock, ero un ragazzo che cresceva musicalmente negli anni quando nascevano i chitarristi Heavy Metal che hanno esaltato la tecnica con velocità e virtuosismi; oltre ai su citati non posso non menzionare Steve Vai, Joe Satriani, Jason Backer, Eddie Van Halen, Angus Young, John Petrucci. Quando scoprii Gary Moore, nel 1990, anno di uscita di “Still got the blues”, mi appassionò constatare che anche il blues (i puristi del genere preciseranno che trattasi di Rock-Blues) poteva essere in qualche modo virtuosistico ed energico utilizzando timbri Hard Rock. Scoprii chitarristi come Steve Ray Vaughan, Robben Ford, Eric Clapton.

Il tuo punto di partenza è il rock, ma poi blues, progressive rock, pop, musica leggera, fusion, jazz… le tue corde duttili si aprono ad ogni genere.

Credo che tutti i musicisti crescano con diversi stimoli musicali; si inizia strimpellando le canzoni, poi ci si avvicina a musica meno facile, si studia, ci si evolve, poi magari si ritorna sulle prime passioni e la professione ti porta necessariamente ad incontrare diversi linguaggi musicali che non sempre incontrano il tuo gusto. A livello di collaborazione live e/o discografica mi è capitato di lavorare con diversi artisti di generi diversi (Sandro Giacobbe, Roberto Giglio, Carla Cocco, Murple), quindi dalla leggera, al cantautoriale, al progressive rock anni ‘70, alla dance (Emporium), anche se il mio stile resta sempre legato ad un approccio rock, cosa che a volte può anche non essere apprezzata, ma credo che la personalità musicale sia il valore aggiunto di ogni artista, quindi ne vado fiero.

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Mauro Arnò

Il tuo percorso musicale inizia nel 1986: sono ben trentacinque anni di studio, realizzazione di album, concerti, una miriade di eventi in Italia e all’estero, rassegne, festival, manifestazioni, partecipazione a trasmissioni della Rai… C’è un periodo a cui sei più legato e che più degli altri ha segnato importanti impronte nella tua carriera?

Devo dire che porto un bel ricordo di tutte le cose che ho fatto ma sicuramente la partecipazione al disco “Il viaggio” (AMS records – 2015) dei Murple e il singolo “Baba Yaga” inserito nella compilation “Progressivamente Story” (Sony 2014); vedere due singoli in cui ho registrato le chitarre con una band storica del prog italiano, vicino a nomi come il Banco del Mutuo Soccorso, gli Area, gli Osanna, il Balletto di Bronzo, e tanti altri, è stato uno dei momenti più gratificanti.

Nel 2011 a Labico (RM) c’è l’apertura e la gestione della sala prove-studio-registrazione “MAmusixtudios”…

Sì, era un progetto che avevo in mente da tanti anni ma a Roma era troppo difficile da realizzare per motivi finanziari quindi, nel 2009, mi sono trasferito con la famiglia in un paesino in provincia, Labico, per creare, proprio sotto casa, questa sala prove e studio di registrazione che oltre ad essere una delle mie fonti di reddito (pandemia a parte) è anche la mia isola felice dove mi rinchiudo per provare con varie band, realizzare brani e studiare. È una sala grande, può ospitare band anche nutrite, con una risposta acustica eccellente (studiata e frutto di varie prove), climatizzata e confortevole.

In qualità di musicista, autore, arrangiatore, cantante hai fatto parte di più formazioni, cover band e con tante collaborazioni del panorama musicale nazionale e internazionale hai vissuto momenti indimenticabili.

Oltre alla soddisfazione discografica suddetta, ho suonato in luoghi esclusivi come lo “Sporting Club” di Montecarlo dove nei camerini c’erano le foto degli artisti che negli anni avevano calcato lo stesso terreno…Frank Sinatra, Sting, BB King e tanti altri; direi una gran bella emozione.

Alcune dirette in radio (Rai) in cui ho accompagnato Carla Cocco su alcuni brani Bossa ed in diretta c’erano Toquinho e altre icone della musica brasiliana…mi tremavano le mani. Quando suonavo guitar-bar negli Hotel di lusso a Roma mi è capitato di suonare ed accompagnare tanti artisti famosi per una canzone oppure avere ad un metro leggende del cinema Usa. Sicuramente la prima volta in cui mi vidi in Tv su Rai 1 come chitarrista turnista (premio Rino Gaetano, primi anni 90).

I tuoi figli stanno seguendo le tue orme? Quale consiglio dai loro e ai giovani che si avvicinano alla musica?

Mio figlio Jacopo, in arte “Artemite”, a soli 14 anni sta cominciando ad avere un seguito con dei singoli da lui prodotti. Ha iniziato suonando la chitarra ed ascoltando molto Rock ma ora si sta spostando su territori a me sconosciuti ma apprezzo la determinazione e la capacità di scrivere testi molto più maturi della sua età anagrafica. Ha già due singoli disponibili sugli store digitali.

Ai giovani consiglierei di ricercare originalità perché questa è un’epoca in cui tutto tende ad assomigliarsi, i mass media, i social tendono al “pensiero unico” e l’arte è la vera unica salvezza dell’umanità.

La pandemia ha fermato eventi, concerti, ma non la tua energia e la tua vena compositiva. È appena uscito un tuo lavoro. Ce lo illustri e come si può venirne in possesso?

Diciamo che il divieto ai live ed un certo isolamento (vietate anche le prove) ha stimolato in molti musicisti la ricerca di alternative; molti si sono messi a studiare di più, altri ad inventarsi collaborazioni a distanza, chi ha approfittato per scrivere e comporre. Io ho fatto un po’ di tutto questo ed ho scritto e realizzato quattro canzoni nuove proprio durante la quarantena e allora mi sono deciso ad inserire queste, ed altre realizzate negli ultimi tre anni, in un album di undici tracce, “Controvento”. Ho dato voce ad alcune mie sofferenze interiori derivanti dai vizi di una società che comincia a sfuggirmi, scrivendo testi e “vestendoli” di un Pop-Rock cantautorale che risente molte delle influenze dei cantautori che ho amato (Lucio Battisti, Pino Daniele e Daniele Silvestri).

Vai avanti…

Ho scelto un linguaggio musicale apparentemente non troppo raffinato e di facile fruizione proprio perché per me è importante, per questo disco, che arrivino i testi prima della musica ma non mancano certo le parti di chitarra, sempre presenti e predominanti. Inoltre Il 2 giugno uscirà anche un nuovo singolo, “Non è normale”, fortemente ispirato dall’uso distorto che si fa oggi delle tecnologie e dei social, una sorta di delusione, date le promesse degli anni ’80. L’album è disponibile su tutti gli store digitali (Itunes, Spotify, Amazon, Google Play e YouTube music, Deezer, Apple Music, nelle musiche disponibili sule storie di Facebook-Instagram-TikTok) e il singolo lo sarà il 2 giugno.

Una curiosità, Mauro Arnò, prima di salutarci: quali sono i dischi che rappresentano per te delle pietre miliari della musica e da cui non ti separeresti mai?

Queste domande mi mettono in grande imbarazzo, proprio per la varietà di artisti che ascolto; posso citare un disco fondamentale per me ne vari generi. Cantautori Italiani: Nero a metà (Pino Daniele) Blues; Blue Alive (Gary Moore) Progressive; Selling England by the pound (Genesis) Chitarristi Rock; Passion and Warfare (Steve Vai) Hard Rock; Concerto for group and orchestra (Deep Purple) Fusion; Letter from Home (Pat Metheny).

Grazie e un grande in bocca al lupo, nella speranza che tutti i tuoi sogni musicali possano avverarsi quanto prima.

Grazie a te e al giornale per la possibilità. Speriamo principalmente che riparta la musica live.

DANIELA VELLANI

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