Gran Premio al Merito Culturale
Anna Ferriero

Gran Premio al Merito Culturale per Anna Ferriero. Un prestigioso riconoscimento, l’ennesimo, per la giovane e brillante autrice campana. Ricevuto, nei giorni scorsi, a Napoli. In occasione di un importante evento nell’ambito del Premio alle Eccellenze Europee.

“La cerimonia ha avuto inizio con l’immancabile Inno di Mameli reso ancor più speciale dai cantori del Plebiscito”, racconta a La Voce del Nisseno (versione online). E parlando del Gran Premio al Merito Culturale, aggiunge: “È stato emozionantissimo rivedere le mie amiche che mi piace chiamare ‘sorelle spirituali’. Sai, credo che il periodo pandemico ci abbia fatto capire tante cose e abbia concretizzato ed annullato molti legami; le mie ‘sorelle spirituali’, ad esempio, le ho ritrovate, e questo mi ha fatta capire che tutto questo tempo, non sono stata sola, nessuno di noi, in realtà, è mai stato solo”.

Anna Ferriero, quando parla, emana gentilezza e garbo, sensibilità e dolcezza. Ci accenna qualcosa in merito ai suoi prossimi progetti, editoriali e culturali. Ed infine, teneramente, ci “dona” un oggetto, una preziosa riflessione.

Nei giorni scorsi, Anna, hai ricevuto un prestigioso Gran Premio al Merito Culturale a Napoli. Con quale motivazione?

Gran premio al Merito Culturale sezione Autori affermati con la poesia Azul claro tradotta in lingua portoghese brasiliano.

Come è stata strutturata la XXIII edizione del Premio alle Eccellenze Europee?

Gran Premio al Merito Culturale
Anna Ferriero (a destra) con due amiche e colleghe

È stata una manifestazione che, per la quale, non riesco a trovare le parole giuste, oppure non riesco a dosarle. È stato il primo evento culturale al quale ho assistito dopo due anni e mezzo di pandemia ed è stato come uscire da un’ostrica. La sensazione è stata proprio quella di essermi allontanata dalla mia zona di oscurità per entrare, nuovamente, nella mia confort zone, e credo che il protagonista della serata sia stato, in assoluto, il luogo: la Basilica Reale di San Francesco da Paola nel cuore del napoletano. Una struttura davvero imponente, in stile neoclassico e con la veduta della lussureggiante Piazza Plebiscito, circondata dalla galleria Umberto I, dallo storico Gran caffè Gambrinus, dalla presenza del Palazzo Reale, edificio, nella quale facciata sono collocate le statue dei re di Napoli e con il passaggio di Gioacchino Murat (che fu fra i più incisivi), e sembrava proprio di sfiorare i colori del golfo che fa capolino al di là del quartiere Santa Lucia (la caratteristica spiaggia con la scogliera bianca).

Interessante, questa tua descrizione!

Impressionante non è stata la presenza fisica nel mezzo del luogo, ma pensare che al di sotto c’è la presenza di una città parallela che ancora vive. Scusami Michele, mi sono dilungata un po’ troppo, ma quando si parla di arte, mi sento davvero figlia di Essa. Dunque, la cerimonia ha avuto inizio con l’immancabile Inno di Mameli reso ancor più speciale dai cantori del Plebiscito. Fra un gruppo di premiazioni e l’altro c’è stato l’intervento musicale e, quando è giunto il turno del mio gruppo, per un pelo ho sentito il mio nome perché ero talmente presa dalle musiche che quasi mi sono distratta. È stato emozionantissimo rivedere le mie amiche che mi piace chiamare “sorelle spirituali”. Sai, credo che il periodo pandemico ci abbia fatto capire tante cose e abbia concretizzato ed annullato molti legami; le mie “sorelle spirituali”, ad esempio, le ho ritrovate, e questo mi ha fatta capire che tutto questo tempo, non sono stata sola, nessuno di noi, in realtà, è mai stato solo.

Tu non sei nuova ai riconoscimenti culturali. Ne hai già ricevuti parecchi, nel corso della tua luminosa carriera. Quali ricordi con maggiore soddisfazione?

Eh, è una domanda alla quale mi è quasi impossibile rispondere; magari cerco di dirti quelli che ricordo con più facilità: Tra le Parole e l’Infinito del Cav. Nicola Paone; premio Histonium di Vasto (Chieti) – una manifestazione culturale che porterò sempre nel cuore del Prof. Medea; premio Nabokov a Novoli (Lecce) di Piergiorgio Leaci; premio Pro Loco di Filetto (Chieti); il premio d’Argento ricevuto dalla Serbia da Панонски Галеб; il riconoscimento ricevuto in Cina dal poeta e scrittore cinese 田宇 (2019) quando le mie poesie poterono essere ufficialmente pubblicate in Cina; la laurea Doctor Honoris Causa rilasciata dal Regno del Marocco in collaborazione con la Repubblica Messicana con numero di registro 2010045530149; l’essere diventata membro WNWU  Unione mondiale degli scrittori nazionali del Kazakistan.

Gran Premio al Merito Culturale
L’ennesimo premio per Anna Ferriero

Lentamente, pare, stiamo uscendo dal brutto periodo pandemico. Probabilmente si potranno organizzare eventi culturali. Hai in programma qualcosa?

Ho uno zibaldone di idee. Tre raccolte: una raccolta poetica terminata che aspetta di andare in stampa, una seconda raccolta poetica in fase di revisione e credo una narrativa (al momento ancora acerba). Ci sono in programma anche corsi di scrittura creativa che vorrei seguire e dai quali attingere per un progetto futuro…

Tu sei, usualmente, un fiume in piena. Quali sono i tuoi prossimi progetti editoriali?

Mi piacerebbe qualcosa che possa abbracciare le diverse culture e per cultura non intendo soltanto il modo di scrivere, ragionare, vivere, mi piacerebbe proprio stare a contatto con la poesia di altri popoli vivendola in maniera concreta magari visitando scuole, istituti, collegi e diffondere l’importanza e la forza della poesia partendo anche da una condivisione di un fiore (un elemento semplice ma molto forte) perché la semplicità, alla fine, unisce tutti i versi poetici.

In questi anni, sicuramente, hai incontrato decine e decine di autori. C’è qualcuno che vuoi elogiare pubblicamente?

Le mie “sorelle spirituali” Maria Begoña Rodriguez e Daniela Forcos, artiste e donne straordinarie che mi sono state accanto anche in momenti particolari della vita (soprattutto durante la pandemia), la dottoressa Carmela Gabriele, un’artista completa che mi ha aiutata artisticamente e non solo, Sergio Camellini, un artista umile e gentile che riesce a trasmettere serenità attraverso il solo sorriso ed il professor Carlo Vitiello, un foto – reporter, mio conterraneo che sa far parlare la natura attraverso i suoi unici scatti i quali, diverse volte, mi hanno ispirata.

I tuoi lettori ti seguono con costanza e gioia. Qual è il miglior complimenti che hai ricevuto da loro?

Riuscire a riconoscere i miei versi dalla ritmicità. Un giorno una professoressa mi disse che i miei versi si riescono a riconoscere fra mille per avere una loro particolare musicalità. Questo giudizio mi fece emozionare tantissimo!

E una critica costruttiva?

Ancor prima di scrivere la prima raccolta poetica (Magia d’Amore), mi fu detto: “Anna, devi iniziare a studiare un po’ di lingue, ti serviranno per la comunicazione. Non è più sufficiente la sola tua lingua madre”. Chi me lo disse fu mio zio Francesco che oggi purtroppo non c’è più, e credo che questa critica la conserverò gelosamente.

Da una mezza dozzina d’anni, almeno, ti ho intervistato sovente e ho scritto qualche articolo sul tuo contro. C’è una domanda che non ti ho ancora fatto?

Le tue domande sono sempre piene di energia e molto introspettive, Michele! Mi piace essere intervistata e ogni domanda che speravo nella mia testa, me l’hai sempre posta! Quindi semplicemente: Grazie!

Consegniamo un tweet ai nostri lettori digitali: quale messaggio ci doni?    

Più che un messaggio scritto, vorrei donare un oggetto, un elemento che forse tutti abbiamo a casa o che, abbastanza facilmente, è possibile reperire: una conchiglia. Credo che sia l’elemento che più possa metterci in contatto con la parte nascosta di noi. Credo che ogni essere umano si senta parte del Popolo del mare, perché, benché dotato di linguaggio umano, per ritrovare la parte perduta di sé stesso, sente l’esigenza di rifugiarsi nel suo stato latente che, altri non è che: la propria coscienza incontaminata.

MICHELE BRUCCHERI

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