vita
Felicia Butera

Sul nostro Pianeta vivono e si riproducono numerosi microrganismi, definiti estremofili. Sono soprattutto batteri, alghe, protozoi e microfunghi. La vita si è evoluta sulla Terra, per cui non sorprende che lo Spazio sia l’ambiente più estremo. Quest’ultimo è freddo e senza ossigeno, quindi l’uomo può sopravviverci solo con adeguate attrezzature da astronauta causate anche dalla microgravità. La Luna e Marte non sono affatto ambienti favorevoli alla vita, tanto che ne sono privi. La prima si trova ad un continuo bombardamento di radiazioni. Raggi cosmici, galattici e tempeste solari ne investono la superficie con dosaggi che la rendono inabitabile, a meno di non vivere nel sottosuolo.

Per vivere su Marte, invece, il nostro corpo dovrebbe abituarsi alla microgravità del pianeta rosso. Qualunque sia il pericolo, l’istinto dell’uomo è quello di esplorare, è in cerca di tecnologie adatte a colonizzare nuovi pianeti, espandendo il nostro areale, all’interno del sistema solare. Questi vestiti intelligenti oggi usati anche per monitorare la salute degli astronauti e che saranno sempre più usati anche sulla Terra, ad esempio per controllare prestazioni sportive o lo stato di salute degli anziani. Il progresso e il cambiamento sono complici dell’aumento dell’ansia. Si tratta di emozioni e sentimenti negativi che colpiscono una porzione sempre più lunga di popolazione, specie quella più giovane. Gli esperti l’hanno definita ansia ecologica, legata alle condizioni in cui versa in nostro Pianeta.

Alcuni soffrono per la convinzione di respirare aria inquinata e percepiscono il pericolo di potersi ammalare. Altri si preoccupano per inondazioni, uragani e tempeste, e che potrebbero distruggere tutto quello che hanno costruito. La propria casa ed internet sono divenuti i luoghi dove rifugiarsi. Con lo sviluppo della Rete, i mezzi di comunicazione sempre più efficienti, i collegamenti in tempo reale e la tempestività dei media, le distanze si sono accorciate ed il pianeta è diventato più visibile a tutti, ma anche le cattive notizie al tal proposito sono sempre più gravi, e le persone subiscono psicologicamente lo stress da cambiamento climatico sempre di più.

L’eco-ansia non è una malattia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma il proliferare di notizie di attualità ed ecologia negative, rende l’uomo tradito ed abbandonato dalle leggi dello Stato. Oggi leggiamo: “…della neve che manca nell’Antartico o di disastri ambientali, di plastica che invade i mari, di epidemie e pandemie”. Nel 2003 è stato coniato il termine “Solastalgia” dal ricercatore australiano Glenn Albrecht che iniziò ad analizzare il legame tra inquinamento dell’ambiente e l’attività mineraria con le reazioni degli abitanti nella zona. Per avere un impatto più positivo sulla psiche, si deve sensibilizzare ed educare i giovani al cambiamento, essere flessibili al miglioramento.

Il rapporto dell’Università di Yale (Usa) sui cambiamenti climatici del 2019 ha sottolineato che i sentimenti legati all’ansia ecologica sono: <rabbia, sfiducia nel prossimo e nel futuro, paura, senso d’impotenza e mancanza di progettualità>. Secondo uno studio inglese pubblicato da “Climate Psychology Alliance” il cambiamento climatico sta sempre più suscitando negli uomini ansia e depressione ed è per questo che gli Stati nel Mondo si stanno mobilitando per portare avanti non solo campagne di sensibilizzazione, ma anche politiche rivoluzionarie. Ad esempio uno dei progetti punta a un doppio risultato, fornire agli studenti gli strumenti pratici per fronteggiare il problema del cambiamento climatico, ad esempio in Nuova Zelanda, grazie alla recente applicazione della legge per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2050, è stato approvato un progetto che porterà nelle scuole una nuova disciplina: Il cambiamento climatico, con proiezioni di video e documentari, per far sentire i giovani attivi ad affrontare il futuro per migliorare le cose.

Con l’emergenza sanitaria del Covid 19, le città, le montagne, i boschi e soprattutto i mari, anche se per poco, sono tornati a respirare. Le associazioni del Wwf Italia, Marevivo onlus, Clean sea life e BlueMed, intendono mostrare come la plastica che soffoca il mare possa essere recuperata e trasformarsi, in una risorsa “d’amare”. I buoni metodi di coltivazione riducono i gas serra. Come quelli che partecipano ed adottano il progetto europeo “Life agricolture”, che permetterà in quattro anni di abbassare la CO2 facendola assorbire dal terreno e di aumentare i prodotti e l’economia. C’è una nuova piattaforma per risparmiare il consumo dei propri mezzi. Per farlo basta inserire i propri dati, quelli della vettura, i primi tre pieni carburante e i chilometri percorsi, che permetteranno di ridurre consumi e smog, altroconsumo.it/mile21. Per vivere nel verde dei parchi e dei giardini con i cambiamenti climatici in atto a seguito quarantena. Ritorna in molte città la rassegna “Vivi il Verde”.

Felicia Butera

Lo studio di Green new deal dell’Ue colloca l’economia circolare al centro delle nuove politiche di sviluppo: cioè il riutilizzo delle materie e sulla riduzione degli sprechi, stilata dal Cesisp dell’Università di Milano-Bicocca. Sono stati considerati cinque ambiti (come l’uso di beni e servizi…) e 28 indicatori di circolarità (raccolta differenziata, uso dei mezzi pubblici e dei servizi di sharing mobility…). Analizziamo le reazioni di sopravvivenza in ambienti estremi con impatto sul nostro corpo. In alta quota. E’ un ambiente estremo per due ragioni: è freddo e povero d’ossigeno. Per vivere in questi ambienti bisogna prima trascorrere un periodo di adattamento alle alte quote per potenziare la capacità del sangue di trasportare ossigeno. Il nostro organismo è in grado di attivare questo processo adattativo, ma richiede un mese.

Infatti perché ci sia più emoglobina, è necessario ci siano più globuli rossi. Gli ambienti di montagna sono di estremo interesse per la medicina e la ricerca, tanto che, al campo base dell’Everest c’è un laboratorio del Cnr. Esistono limiti oltre gli 8.000 metri, anche se adattati, non si può rimanere per molto tempo…, <l’ossigeno è così poco che le nostre cellule smettono di dividersi, compromettendo sempre più la funzionalità dell’organismo>. Nel Deserto. A causa del clima caldo e secco, nel deserto perdiamo molta acqua dalla nostra ampia superficie cutanea e dai reni. Quindi il deserto è importante per conoscere i meccanismi di difesa di caldo estremo e come il cervello decide di operare in queste situazioni disperate. Segna i rischi di disidratazione quando ci accorgiamo, ambienti secchi, determinati dall’aria condizionata, possono farci dimenticare di bere determinando al nostro organismo un lavoro extra.

A Coober Pedy, hanno costruito una città sotterranea perché le temperature d’estate arrivano a 51 C°. L’acqua persa produce sudorazione, che serve a raffreddarci quando la temperatura esterna e troppo alta, si aggiunge a quella persa cutanea e al respiro, ciò può arrivare a ridurre la quantità di sangue circolante, il cosiddetto “volume efficace”, in questa difficile situazioni il nostro cervello non ha dubbi: abbandona la difesa della temperatura corporea e lascia che l’organismo si riscaldi. L’alternativa causerebbe il collasso. Si chiama difesa estrema. La temperatura oltre 42°C, alle cellule del cervello farebbe perdere la loro forma, compromettendo l’attività dei neuroni e farebbe perdere coscienza.

Profondità marine. Sono un ambiente limite anche queste per l’uomo, che può scendere solo per decine di metri, la pressione elevata dell’acqua complica l’attività respiratoria: in particolare l’azoto, il gas che costituisce per il 78% l’aria che respiriamo, inizia a sciogliersi nel sangue. Le profondità marine sono di grande interesse per lo studio degli scambi gassosi nei polmoni. Una tecnologia fantascientifica come “la ventilazione liquida” è stata sviluppata proprio a partire da problemi relativa all’immersione a grandi profondità. Ora viene testata come metodo di ventilazione artificiale nei neonati prematuri.

Nella giungla equatoriale. Che cosa accade quando le difese contro il caldo non sono più efficaci? Mette a dura prova anche quest’ambiente della giungla, dove l’aria satura di vapore acqueo riduce fortemente l’efficacia della sudorazione. Se nel deserto il sudore evapora senza che ci accorgiamo, nella giungla si accumula sulla pelle, creandoci un problema termoregolatorio. Perciò potremmo avere sintomi di ipertermia: la temperatura corporea salirebbe, perché l’organismo non sarebbe più in grado di disperdere calore efficacemente e le conseguenze sarebbero uguali a quelle del deserto.

In ultimo ai Poli. Gli ambienti polari sono una sfida per il corpo umano. Il nemico principale in questo caso è ovviamente il freddo. Siamo animali glabri, senza pelliccia, e con un’estesa superficie corporea a contatto con gli ambienti. Abbiamo solo l’uso del vestiario. Le gambe e le braccia potrebbero resistere per poco tempo, possono “morire” ed essere amputati e portare l’intero organismo a morte per cancrena.

My friends rimettiamo i piedi per terra nel nostro habitat eccellente, seguendo i consigli della vostra Ingegnere, capace di rinnovarsi e sedurre con piccoli tocchi dedicati a sé stessi. Ristruttura te stesso dai colori dell’estate all’ampia luminosità del bianco contrapponendo all black. Acquista se puoi griffato, comunque alla moda, controlla tutte le offerte dei centri estetici e SpA, segui le ultime dal tuo coiffure, e completa con manicure e make up ad hoc. Rinnova gli arredi impreziosendo l’atmosfera che regolerà il vostro ampio respiro, pieno di vita. Ripristinate il vostro organismo e la vostra psiche, semplicemente con un’alimentazione corretta e bilanciata, di tipo Mediterranea, al proprio stile di vita, perché definita tra i più salutari. Non deve mai mancare di idratarsi per drenare, riprendendo un’attività fisica e scegliendo il massaggio giusto: il Thai, lo Shiatsu, l’Ayurvedico, il Tui Na, lo Svedese…La vostra Ingegnere ha già scelto e voi?

Ottobre, i primi calici hanno iniziato a tintinnare, ad esempio a Milano siamo nella wine week che delizierà gli amanti di Bacco che avrà un fitto palinsesto di eventi nei bar, ristoranti ma anche sul web, grazie alla piattaforma Digital wine fair. Novità del 2020 i “Wine paring”, incontri sui migliori abbinamenti vino-cibo.

FELICIA ISABELLA BUTERA

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