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La struttura

“A Caltanissetta il Cpr è un carcere senza avere i requisiti delle carceri. Abbiamo letto con sbigottimento le notizie di stampa relative alla recente visita del Garante regionale dei diritti delle persone private di libertà personale presso il Centro permanente per il rimpatrio di Caltanissetta”.

Intervengono con un comunicato stampa Giancarlo La Rocca e Carlo Vagginelli. I due esponenti politici del Pd parlano del Cpr che è l’acronimo di Centro di permanenza e rimpatrio per i migranti. Sono, cioè, luoghi dove il cittadino straniero può essere trattenuto in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione, stranieri e non criminali.

“Pochi giorni fa abbiamo potuto accompagnare l’onorevole Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, la deputata nazionale Giovanna Iacono e il senatore Antonio Nicita in una ispezione svolta all’interno della struttura e il quadro che ne è emerso si discosta di molto dalla rappresentazione offerta dal Garante regionale”, scrivono i due.

“Innanzitutto vale la pena premettere che la visita ispettiva svolta dai Parlamentari del Partito Democratico è avvenuta a seguito di un’interrogazione parlamentare presentata proprio dall’onorevole Provenzano, volta ad accertare la veridicità di notizie relative all’abuso di psicofarmaci all’interno della struttura. Interrogazione a cui il Governo non ha dato alcun riscontro”, proseguono La Rocca e Vagginelli.

L’attività ispettiva ha consentito “di acclarare lo stato di degrado della struttura, paragonabile per condizioni materiali ai peggiori istituti di detenzione”, rimarcano. Ed aggiungono: “Le camerate sono prive di porte, i riscaldamenti sono assolutamente inadeguati, i bagni sono umidi e le docce spesso non funzionano”.

Una radiografia cruda, pesante, dura da digerire, secondo la loro ricostruzione. Continua la nota stampa: “L’alternativa a questi stanzoni è data da un cortile spoglio ove le persone lasciano i loro abiti ad asciugare e cercano rifugio dalla condizione claustrofobica dei casermoni”.

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La struttura di Pian del Lago

“Al netto dell’impegno e della professionalità di operatori e forze dell’ordine, la disumanizzazione delle strutture è totale e spinge a riflettere sull’efficacia e sulla sostenibilità del sistema di gestione dell’immigrazione vigente nel nostro paese”, evidenziano.

E poi: “Sono pervenute anche segnalazioni di problemi procedurali, come nel caso di un ragazzo che – nel trasferimento da Milo a Caltanissetta – avrebbe sottoscritto, a suo dire, una rinuncia al diritto d’asilo senza avere la possibilità di comprendere effettivamente il contenuto del documento posto alla sua firma”.

“Anche questa vicenda evidenzia la confusione nei processi burocratici e la necessità di una migliore assistenza legale delle persone poste all’interno dei Cpr – dicono La Rocca e Vagginelli –. Alla luce di ciò si ritiene importante promuovere ogni iniziativa utile ad una seria riforma della normativa in materia di immigrazione, partendo dalla cancellazione della Legge Bossi-Fini”.

Nell’immediato, “riteniamo siano indispensabili lavori di adeguamento della struttura, volti a fornire spazi adeguati ed un ambiente più salubre. Azioni utili potrebbero essere promosse anche dall’Amministrazione comunale, istituendo anche a Caltanissetta il garante comunale delle persone prive di libertà personale e promuovendo con una programmazione puntuale politiche attive di inclusione”.

Infine: “Come rappresentanti del Partito Democratico di Caltanissetta ci proponiamo di continuare ad approfondire questi temi nel dialogo con le Istituzioni ed il mondo associativo che da anni si impegna nel settore dell’accoglienza”.

MICHELE BRUCCHERI

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