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Michele Bruccheri e l'arciprete Giovanni Galante

Caro padre Giovanni Galante (arciprete della parrocchia San Leonardo Abate di Serradifalco),

anziché scrivere l’editoriale per questa edizione del giornale, ho scelto – eccezionalmente stavolta – la via della “lettera aperta”. Mi consente di sviluppare alcune semplici riflessioni e qualche ricordo in occasione di questa storica tappa.

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Michele Bruccheri e Padre Galante

Trent’anni fa, come in questi giorni degli inizi di agosto, ti sei infatti insediato presso la Chiesa Madre (nella vita di tutti i giorni ci diamo del “tu” e voglio, dunque, evitare ipocriti formalismi non dandoti del “lei”). Qualche settimana prima, io, padre Antonino Migliore (che sarebbe poi partito missionario in Brasile) e il signor Michele Baglio, venimmo a Mussomeli. Da lì partimmo per Palermo e con la nave raggiungemmo Napoli.  In auto, infine, ci recammo a Roma (guidasti tu). Esattamente arrivammo a Rocca di Papa, per un importante meeting a Mondo Migliore – che durò una settimana –, per pianificare le principali mete del cammino pastorale parrocchiale. Fui, quindi, veramente il primo a conoscerti. Ricordo che al rientro, tanti mi chiedevano informazioni. C’era una straordinaria curiosità sul nuovo arciprete.

In questi trent’anni, ho avuto modo di conoscere una persona singolarmente colta, intelligente e di grande spessore umano. Un prete che è stato, con tutti e sempre, un basilare punto di riferimento. Un vero amico.

La comunità di Serradifalco si pregia, dall’agosto 1986, della presenza di un uomo eccezionale e di ineffabile valore. Lo scorso anno, per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio, l’Amministrazione comunale ha, opportunamente, conferito la cittadinanza emerita per onorare la tua testimonianza di fede, dedizione e cura in favore del “nostro” paese. Un regalo gradito a te e alla comunità intera. Il tuo ministero sacerdotale si è dispiegato, in oltre mezzo secolo di servizio, in tre paesi: San Cataldo, Mussomeli e Serradifalco (“il mio paese”, hai dichiarato, tu nativo di Montedoro).

In questi trent’anni, sovente, ho avuto l’onore e il piacere di intervistarti a iosa, di scrivere un sacco di articoli, di presentare quasi tutte le varie manifestazioni promosse dalla parrocchia. Per sette anni consecutivi, poi, sono stato il segretario del Consiglio pastorale parrocchiale. E uno dei complimenti più belli che io abbia ricevuto, da te, è stato il seguente: “Hai contribuito a scrivere la storia della nostra parrocchia”.

Il riferimento è ai miei verbali, tutti approvati unanimemente. Rammento che in occasione del decimo anniversario dal giorno del tuo insediamento, la parrocchia varò un palinsesto, sobrio, di iniziative per celebrare la figura del sacerdote, essenziale punto di riferimento per la comunità.

Scrissi un articolo, d’apertura, per Il Giornale di Sicilia dove pubblicai una foto alquanto divertente, mentre fingi di suonare la batteria. Sei stato il promotore – a livello locale – del famoso MGP (acronimo di Movimento giovanile parrocchiale e Rocca di Papa, nel Lazio – ecco le nostre incursioni romane e non solo -, era il “motore” di quel progetto pastorale). E del Giomeeting, ovvero una gamma di iniziative sportive e culturali per far crescere la parrocchia. Dunque, tutti.

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Michele Bruccheri e padre Giovanni Galante

Con zelo hai guidato il nostro paese, dal punto di vista spirituale. Numerose sono state le iniziative. Ricordo il sinodo parrocchiale, una tappa importante. Vennero elaborati cinque documenti, raccolti in un volume, pubblicato in occasione del 150° anniversario della consacrazione della Chiesa Madre dedicata a San Leonardo Abate.

In questo lungo lasso di tempo, abbiamo imparato a conoscerti. Possiedi una tempra morigerata, attiva, dinamica. Sai essere vulcanico e travolgente. Sei sempre stato vicino agli uomini, alla tua gente. Sei stato e sei compagno di strada, cuore che ascolta e che vede. Come disse lo scorso anno il vescovo della diocesi nissena, Mario Russotto, sei anima che raccoglie le lacrime e gli smarrimenti, le gioie e i sogni di grandi e bambini.

Nel tuo nome, Giovanni, che vuol dire “Dio fa grazie”, c’è la tua missione sacerdotale. Dal giorno dell’ordinazione presbiteriale ad oggi c’è stato – da parte tua – un generoso servizio ministeriale in favore del popolo a te affidato dal Signore. Ed Egli è, come è stato detto autorevolmente dal vescovo Russotto, “una grazia di un oggi perenne”. La tua passione per la Chiesa è stata ed è immensa. Ti sei nutrito della luce e del sostegno del Signore. Luce e sostegno, poi, che hai donato alle comunità che hai servito alacremente. Dapprima vicario parrocchiale presso la parrocchia Santo Stefano, a San Cataldo, poi nel parrocato della Madonna del Carmelo e nell’arcipretura della Chiesa Madre a Mussomeli, infine a Serradifalco dove operi da ben trenta anni.

Una grande passione per i giovani. Ti sei sempre dedicato all’oratorio. Oggi condividi questo percorso con l’attivo vice parroco, don Salvatore Randazzo. Sapete entrambi, infatti, che bisogna coltivare le nuove generazioni e con grinta vi impegnate per loro.

“Sono stato con voi e per voi”, hai asserito lo scorso anno per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Era riferito a tutto il popolo di Serradifalco, “il popolo di Dio che mi ha affidato”.  In questi decenni sei stato mirabilmente saggio pastore, tenace guida, preziosa lampada che illumina il cammino, forte sostegno. Grazie per ciò che sei e per ciò che fai, padre Galante. In una recente omelia, hai dichiarato che la preghiera è la carità più sublime. Non mancheranno le nostre preghiere per te.

Poco più di mezzo secolo fa, per concludere, il vescovo Francesco Monaco impose le mani sul giovane prete che ha servito, magistralmente poi, per trenta lunghi anni, la comunità di Serradifalco. C’è stata una feconda collaborazione con i vescovi della diocesi, Alfredo Maria Garsia e Russotto, con altri sacerdoti e alti prelati.

Nell’augurarti, dulcis in fundo, buon compleanno per i tuoi prossimi 74 anni (il 27 agosto), con fervore e gratitudine ti facciamo i nostri migliori auguri per questo trentennio serradifalchese. Ultimamente hai affermato: pensiamo positivo e non lasciamoci rubare la speranza. Ecco, confidiamo ancora in te. Sei e rimani la nostra stella polare.

Con grande affetto,

MICHELE BRUCCHERI 

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