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Silvia Giansanti

La radio le è entrata nella testa quando aveva tre anni e sua mamma accendeva la radiolina in casa sintonizzandola su Radio Montecarlo. Le piacevano la musica e quelle persone che si sentivano parlare da quella scatoletta. Così, crescendo, provava ad imitarli organizzando in casa, in occasione delle feste di compleanno, dei veri e propri spettacoli nei quali lei presentava, come una vera presentatrice, i suoi compagni di scuola delle elementari facendoli cantare. radio

Aveva un sogno nel cassetto e ha cominciato a realizzarlo a soli 13 anni e mezzo, mettendo piede per la prima volta in uno studio radiofonico di un’emittente privata della provincia di Roma. Così da quel fatidico giorno, in un lontano aprile del 1984, mentre le sue coetanee facevano lo “struscio” sul corso, lei approfittava del suo tempo libero, che le lasciava la scuola, per parlare davanti ad un microfono e a mettere dischi.

Iniziò così per lei la cosiddetta gavetta presso le radio della provincia e senza trascurare gli studi e ottenendo ottimi risultati. Il tutto era propedeutico a quello che avrebbe voluto fare da grande: diventare professionista della radio. A vent’anni ecco l’ingresso nel mondo delle radio romane, che già pullulavano di grandi nomi che hanno fatto la storia, alcuni dei quali sono diventati suoi colleghi e amici.

Queste le tappe della sua carriera: Radio Roma, Radio Luna 99,3, Radio Serena, Radio Emme 100, Radio Globo, Dimensione Suono Roma e attualmente Dimensione Suono Soft. Oggi, Silvia Giansanti, è considerata una delle conduttrici radiofoniche più apprezzate, grazie al suo stile, alla sua personalità, alla sua inconfondibile voce e, soprattutto, al suo amore incondizionato per la radio.

Una carriera impreziosita dalla conduzione per alcuni anni, dell’edizione estiva della storica “Hit Parade” su Rai Radio 2. E, per arricchire il suo bagaglio, ha prestato e presta la sua voce per spot e oversound e per la realizzazione di programmi radiofonici “confezionati” presso la Foxy John Productions, gestita da John colui che è anche la voce “americana” di “Ballando con le Stelle”.

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Silvia Giansanti in radio

Silvia, raccontaci l’emozione della tua prima diretta…

“Sì, era il 21 aprile del 1984 e allora si usavano i vinili. Avevo addosso un mix di emozione ed adrenalina. Non mi sembrava vero essere lì, in quel posto tanto sognato sin da piccolina”.

Ricordi il primo disco che hai messo?

“Il primo disco annunciato con voce tremula fu ‘Radio Ga Ga’ dei Queen. Un pezzo che resterà per sempre nel mio cuore”.

Avendo iniziato nel lontano 1984, hai attraversato l’evoluzione della radio. All’epoca si usavano i giradischi, oggi la programmazione è gestita dai computer. Che cambiamento è stato?

“La maggior parte delle persone si ‘lamenta’ di invecchiare. A me, avere qualche annetto – anche se non sono ‘anziana’ ma una giovane cinquantenne – non dispiace proprio perché questo mi ha consentito di iniziare a fare radio nei primi anni ’80 e vivere tutta l’evoluzione tecnica della radio. Fatto oggi di essere supportati dalla tecnologia è meraviglioso, ma l’emozione dell’analogico non ha eguali”.

Si presuppone che, grazie all’ausilio della tecnologia, oggi lavorare in radio sia tecnicamente più facile di una volta…

“All’epoca ci si doveva occupare di tutto. Qualche volta capitava che mi chiamava il direttore per chiedermi di andare a riattivare il trasmettitore in terrazza. Ho imparato a fare anche questo. Poi rispondevamo direttamente al telefono, curavamo noi conduttori la scaletta musicale. Questo ha consentito me e a quelli che hanno iniziato in quegli anni di avere un bagaglio tecnico non indifferente. Oggi comunque, anche se c’è il supporto della tecnologia e di tante figure professionali all’interno di una radio, si deve avere la giusta preparazione ed essere al passo con i tempi. Ogni momento ha le sue difficoltà e il suo fascino”.

Nel 2024, tra pochi mesi, festeggi 40 anni di radio. Che significa per te questo traguardo?

“Mi ritengo fortunata e felice di aver potuto fare ciò che volevo fare sin da piccola. Spero che ci siano ancora tanti anni di radio, perché sento di avere grande energia e un’immutata passione”.

Leggendo la tua biografia, si deduce che hai sempre lavorato in radio di intrattenimento musicale, quanto è importante la conoscenza della musica?

“È fondamentale. La musica costituisce la base della programmazione della tipologia di radio in cui ho sempre lavorato. Anche in questo caso, avendo alle spalle ormai quasi 40 anni di radio, posso dire di aver seguito l’evoluzione della musica e dei suoi interpreti”.

Oggi sei a Dimensione Suono Soft, un’emittente molto seguita del gruppo RDS e che secondo le recenti indagini d’ascolto risulta essere la più ascoltata nel Lazio. Che tipo di programma conduci?

“Un programma molto soft in linea con la tipologia della radio. C’è bellissima musica con i tanti successi che sono rimasti nel cuore della gente. E poi interventi discreti ma incisivi. Il tutto arricchito da notizie di benessere, collegamenti con la redazione e prestigiose rubriche all’interno del programma. Un programma figlio di una radio ben confezionata”.

Che ci dici della tua conduzione della storica “Hit Parade” su Rai Radio 2?

“Dico che quando dovevo iniziare non ci credevo. Non ho dormito per tre giorni. Avevo appena venticinque anni e mi sono ritrovata al timone di un programma storico, dopo essere stata scelta, tra tanti pretendenti da tutta Italia, dal curatore di ‘Hit Parade’ mediante una semplice demo. Era il 1995 e da lì poi fui richiamata nella prima decade degli anni Duemila per alcune stagioni estive”.

Qual è la dote principale che, secondo te, dovrebbe possedere chi lavora in radio?

“La personalità, essere sé stessi e spontanei”.

Oggi la radio vede protagonisti anche molti giovani. Pensi che abbiano la stessa passione che avevate voi all’epoca?

“Difficile dirlo. Mi capita di vedere in generale tanti giovani che usano il mezzo radiofonico solo per emergere, per diventare ‘qualcuno’, sperando magari di andare in tv. Io e quelli come me abbiamo iniziato a fare radio con un altro spirito e animati solo ed esclusivamente dall’amore per essa. Alcuni di noi trasmettevano da studi di fortuna. Per quanto mi riguarda ho iniziato in uno studio collocato dentro una ex cantina e non prendevo nemmeno i soldi. Amore e solo amore per la radio”.

LISA BERNARDINI

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