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Pasquale Petix, Salvatore Minnella e Calogero Messana

Si è concluso l’anno accademico 2020-2021 della Luse (Libera Università Senza Età) di Serradifalco e Montedoro. Ieri, la cerimonia di chiusura presso lo storico Palazzo Mifsud. Una serata sobria e ricca di interventi. Filo conduttore: le iniziative avevano semplicemente lo scopo di farci crescere.

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Di Forti, Bufalino, Nuccio, Miraglia e Venti

A fare gli onori di casa, il professor Pasquale Petix (Rettore della Luse). Assente il sindaco di Serradifalco, Leonardo Burgio, per sopraggiunti impegni istituzionali, ha delegato la consigliera comunale Serena Nuccia a dare il suo saluto. Elogia il ruolo della Luse, la sua tenacia. “Siete un fiore all’occhiello del nostro territorio”, dichiara.

Presente invece il sindaco di Montedoro, Renzo Bufalino. Parlando del libro di Calogero Messana, presentato poi nella seconda parte della serata, ha evidenziato: ripercorre la storia del popolo che “cerca il riscatto”. Nel libro si fa riferimento alle continue richieste di miglioramento del lavoro. Un libro che è storia di zolfara e di memoria, “una pagina degna di riscatto”.

Accenna anche al ruolo delle donne, di allora. Accanto ai propri uomini. “Siamo figli dello zolfo”, chiosa. E sottolinea la scarsa presenza giovanile all’evento. La storia va trasmessa, soprattutto, ai giovani. Pasquale Petix, dopo, cura il momento riepilogativo delle attività svolte durante l’anno accademico. “C’è stata una ventata di novità alla Luse”, afferma. Illustra ciò che prevedeva il programma e i cambiamenti, in corso d’opera, per l’emergenza sanitaria da Coronavirus.

Tra le altre cose, spiega chiaramente che la socialità è basilare. Sono stati utilizzati altri strumenti per rimediare all’epidemia che ha bloccato quasi tutto. “C’è da preservare il pensiero”, dice. Vengono proiettate, su schermo gigante, le locandine con le varie iniziative online grazie alla piattaforma digitale.

Elencarle tutte, sarebbe impresa ardua. Ne riportiamo qualcuna, a mo’ di esempio. Ovviamente c’è stato un meeting sul Covid-19, da remoto. E poi, un corso sulla Sicilia dalle origini all’Unità d’Italia. Ed ancora: si è parlato di cultura popolare coinvolgendo il cantastorie suterese Nonò Salamone. C’è stato pure un incontro con l’oncologo nisseno Stefano Vitello per parlare di padre Pino Puglisi.

Altri momenti significativi: il Giorno della Memoria, Salvatore Augello che parla di migrazione, il dialetto secondo Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri, Salvatore Minnella che presenta la figura di Salvatore Galletti, l’8 Marzo, la Giornata sulle vittime della mafia, la presentazione del libro di Louise Caico, la conferenza sull’economia locale in tempo di pandemia e il ruolo della banca (relatore il presidente Giuseppe Di Forti della Banca Sicana), il diritto alla salute al tempo del Coronavirus (a cura dell’avvocato Giuseppe Dacquì).

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Il pubblico presente all’evento

Insomma, un programma dovizioso ed eterogeneo. Interessante. “Abbiamo proposto numerose azioni culturali – rimarca il professor Pasquale Petix -, un risultato collegiale, grazie alla collaborazione di tutti”. Poi, interviene il presidente Di Forti. Sottolinea che “questi valori appunto vanno trasmessi ai giovani, stasera assenti. La Luse ha svolto una meritoria attività culturale. Un plauso al rettore Petix”. Ricorda che in seno alla Banca, c’è spazio ai giovani adeguatamente valorizzati (hanno creato una loro associazione); che recentemente è stata costituita la Fondazione Sicana per promuovere culturalmente il territorio.

“Bisogna crescere sempre e mantenere le radici nel territorio”, aggiunge. Insiste che la Banca Sicana è in prima linea per dare il suo contributo per promuovere il territorio. E la Fondazione, infatti, altro non è che uno strumento sul territorio per conservare la memoria. Pasquale Petix sollecita uno studio del bisogno del territorio, per affrontare meglio le spinose problematiche che attanagliano la nostra terra.

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Petix, Piccillo, Minnella e Messana

Paolo Miraglia (Auser) esorta ad intensificare i rapporti tra tutti e a nome del direttivo ringrazia il rettore Petix e i docenti che hanno curato i vari momenti formativi. Elogia l’utilità della piattaforma digitale, ma “vivere in presenza è sempre preferibile a tutto”. Evidenzia la sinergia che c’è stata tra Luse e Auser: siamo due identità distinte ma non separate. È aperta a tutti, alla gente comune, ha un aspetto popolare. Sono questi i concetti principali.

Nel ricordare le diverse attività socio-culturali promosse, dice: la nostra è un’Università dal carattere popolare. E informa che giovedì prossimo, 24 giugno, si terrà il congresso locale dell’Auser per eleggere il nuovo direttivo. Saranno presenti i vertici provinciali e regionali dell’organizzazione e un membro del Consiglio nazionale dell’Auser. Pasquale Petix: la Luse è un’Università popolare. E ricorda che sono stati portati avanti gli obiettivi con gli strumenti a disposizione in tempo di pandemia.

Maurizio Venti, presidente del Circolo Artigiani San Giuseppe, con una punta di orgoglio ricorda che “La Scinnenza” di Serradifalco è inserita nel Registro Reis a salvaguardia dei beni immateriali. “Non sottovalutiamo l’importanza di tutto questo”, osserva. La soddisfazione deve essere dell’intera comunità e si sta lavorando alacremente per inserire altre due importanti manifestazioni: la Real Maestranza e la Tavulata di San Giuseppe. “Lavoriamo per il mantenimento delle tradizioni”, aggiunge. E conclude: dobbiamo recuperare la chiesa del Calvario che va in rovina, cerchiamo – tutti – di non abbandonare le nostre tradizioni e di esserne sempre fieri.

Pasquale Petix, prima di introdurre il secondo segmento della serata, chiosa: la cultura passa dalla socializzazione. E il professor Giuseppe Piccillo, presenta l’opera di Calogero Messana “La rivolta delle Regole – Montedoro 1890”. Concludiamo questo percorso, spiega – riferendosi all’anno accademico – e ricordo che “la Storia è fatta di piccole storie”. Dell’autore dice, tra le altre cose, che è un cercatore di documenti e di atti “per far emergere fatti e personaggi dimenticati, scava nel passato”.

Sul libro: è una storia di uomini sfruttati, è la storia dei movimenti dei lavoratori del periodo, “è opera di memoria e di comprensione”. Il professor Salvatore Minnella, ribadisce che si tratta di un fatto del 1890. Inquadra tutto storicamente, parla dei salariati o jurnatari, delle persone umili. Illustra chiaramente il contesto storico, fa riferimento alla protervia del potere contro i poveri e legge un passo del libro.

Calogero Messana, infine, parte da Louise Caico, dà notizie sulle zolfare, racconta qualcosa sugli zolfatari non salariati. Narra la vita dei minatori. “La rivolta delle Regole – Montedoro 1890” con sottotitolo “Lo sciopero dei Picconieri e Carusi delle Zolfare” vanta una “copiosissima documentazione disponibile”, asserisce l’autore.

Un libro da leggere, questo, di 126 pagine, scritto da Calogero Messana, classe 1952, ultimo di cinque figli. Come si legge nella sua biografia, “frequenta scuole tecniche a Caltanissetta e Palermo in cui consegue il diploma di Perito industriale. Frequenta il corso di laurea in Fisica, ma viene interrotto al terzo anno, per avere trovato impiego in Enel. Ritornato a vivere a Montedoro, nel 1976, è il promotore di una delle prime radio libere della zona: Radio Popolare Montedoro”.

MICHELE BRUCCHERI

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