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Paesaggio del Nisseno

Nel roboante processo della cosiddetta “transizione ecologica ed energetica”, la Sicilia Centrale rischia di trasformarsi in un grande, rovente specchio. I campi dell’entroterra dell’Isola, da secoli a vocazione agricola, ricchi di molteplici testimonianze archeologiche, a breve potrebbero diventare enormi campi di pannelli fotovoltaici, i più grandi d’Europa e tra i più grandi del mondo.

Le campagne del Nisseno e dell’Ennese potrebbero non essere più coltivate per decenni. Antichi insediamenti sfregiati, cancellati. I progetti di mega impianti fotovoltaici presentati da alcune multinazionali, o da società sconosciute ai più che ottengono l’autorizzazione e la rivendono ai grandi gruppi (una situazione già vissuta nell’Isola con l’eolico e le decine di indagini al seguito), gravano sul vasto territorio della Sicilia Centrale.

Insomma: tutti vogliono investire qui, in Sicilia, nella terra senza regole chiare in materia, a differenza di altre regioni, come ad esempio il Veneto, che hanno messo una stretta fortissima al fotovoltaico in terreni agricoli. Il presidente della Regione Musumeci l’aveva promessa questa stretta. Ma ad oggi solo parole.

Il Piano Territoriale Paesistico dell’Ennese (ambiti 8-11-12-14) è stato redatto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna, per i territori di competenza, negli anni 2006-2009, sotto l’impulso della ex soprintendente Beatrice Basile.

In ordine ai beni archeologici, la sezione competente ha redatto una Carta archeologica dei 20 Comuni della Provincia di Enna, ove sono perimetrate, in scala 1:10.000 su C.T.R., ben 350 “zone di interesse archeologico”. Nelle 350 “zone di interesse archeologico” sono comprese le “aree archeologiche” sottoposte a vincolo archeologico diretto e indiretto e le “aree di interesse archeologico”.

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Campi di grano nel Nisseno

Facendo una comparazione con il Piano Territoriale Paesistico del Nisseno (ambiti 6-7-10-11-15), emerge un dato particolare e preoccupante: nel Piano paesaggistico relativo al territorio nisseno, la Soprintendenza di Caltanissetta ha ritenuto di dover inserire nei propri piani d’ambito solo le poche aree sottoposte a vincolo archeologico diretto, escludendo le centinaia di siti archeologici individuati dalla ricerca scientifica.

Ci domandiamo: come mai le Soprintendenze di Enna e Agrigento hanno inserito nei loro Piani paesaggistici centinaia di “zone di interesse archeologico” nelle valli dell’Imera Meridionale e del Platani, mentre la Soprintendenza di Caltanissetta, nelle stesse valli, ne ha individuate solo pochissime? Qualcosa non torna.

Insomma: cui prodest che il territorio nisseno abbia strumenti di tutela del paesaggio così poco definiti, così deboli? E questo proprio nel cuore dell’Isola dove, legittimamente, ambiziosamente, è nata l’idea di istituire un Parco Mondiale Policentrico Diffuso della Dieta Mediterranea.

Italia Nostra e Coldiretti, che lo scorso giugno 2020 hanno siglato un protocollo d’intesa nazionale, sono fortemente concordi in questa battaglia in difesa del paesaggio. In difesa dell’identità e della vocazione di uno straordinario territorio.

Prof. Leandro Janni

(Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia, componente dell’Osservatorio Regionale per la Qualità del Paesaggio)

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