di PASQUALE PETIX – L’ANALISI. Cuffaro, Lombardo e Crocetta – con le dovute distinzioni – hanno continuato a suonare lo stesso spartito: occupare il potere senza risolvere i problemi reali dei siciliani
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Il voto siciliano, come sappiamo, si è contraddistinto per un astensionismo storico, per la vittoria del centrodestra, per il risultato considerevole dei 5Stelle, la sconfitta del Pd e dal mediocre risultato della sinistra radicale. Sommando il dato dell’astensione con quello del voto per i 5Stelle – un movimento che si considera “alieno” rispetto al sistema politico – il quadro che si appalesa è questo: 6 elettori su 10 rinnegano il sistema partitico e la casta politica che lo sostiene. Insomma, oltre la metà dell’elettorato si è ammutinata. E non è una novità, semmai conferma l’ammutinamento visto in circostanza delle ultime amministrative a riprova della drammaticità della crisi della democrazia italiana.
Gli elettori dichiarano di odiare la politica. Ma se i cittadini rinunciano ad esercitare il diritto di voto nessuno può rallegrarsene, nemmeno i tanti furbi che allignano nelle stanze del potere politico che fingono di non vedere e che fanno spallucce dicendo: tanto succede dappertutto. Domanda: Come potrà Musumeci governare in modo credibile? Come potrà ottenere dai siciliani, rimasti a casa, quel minimo di fiducia e di collaborazione che richiede qualsiasi azione di governo?
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Di fronte ad un interrogativo così pesante, una classe dirigente responsabile (e non penso solo ai politici, ma anche agli imprenditori, alla burocrazia, agli intellettuali) dovrebbe restare sconvolta, taciturna e preoccupata solo a trovare un qualche rimedio. Nessuno vuole imparare dagli errori. Ma questo significa che la politica siciliana (e non solo) soffre di un disturbo compulsivo ossessivo, in psichiatria si chiama “coazione a ripetere”. Cuffaro, Lombardo, Crocetta – con le dovute distinzioni – hanno continuato a suonare lo stesso spartito: occupare il potere senza risolvere i problemi reali dei siciliani.
Crocetta ha avuto due pensieri in più rispetto ai suoi predecessori. Il primo: nel 2012 solo il 47,42 ha votato e i suoi 617 mila voti rappresentano solo il 14% del totale degli elettori siciliani. Il secondo: non aveva una vera maggioranza in Consiglio regionale. Risultato finale: un’azione di governo “schizofrenica”. Aveva cercato all’inizio di sedurre i 5 Stelle, ma senza risultati e per cinque anni ha ondeggiato, tra rattoppi ed espedienti d’ogni natura. Succederà la stessa cosa a Nello Musumeci?
Date le premesse è la cosa più probabile. L’affluenza è stata del 46,75% e i suoi 830 mila voti rappresentano il 17,5% dell’elettorato totale. Inoltre ha una maggioranza formata da “onorevoli” (per modo di dire) che già hanno problemi con la giustizia e/o che fanno parte di “tribù politiche” accomunate dall’unico pensiero di occupare posti di potere e mettere il cappello sui capitoli di spesa del bilancio regionale.
E i problemi dei siciliani? Meglio affidarsi alle proprie forze e ai santi. E chi ha voluto con tanta caparbietà di sedersi negli scranni del Palazzo dei Normanni si ricordi almeno che ogni persona che incontrerà – votante o ammutinato – forse sta combattendo una battaglia e merita di essere rispettato.
PASQUALE PETIX
(Sociologo e docente universitario)