lago soprano
Veduta aerea del lago incendiato (foto di Daniele Territo)

È stata incendiata – verosimilmente l’origine è dolosa – la riserva naturale orientata Lago Soprano di Serradifalco, sabato scorso. Un bilancio pesante, duro da digerire. Si stimano oltre venti ettari distrutti (guarda il VIDEO, ndr) di aree naturali di pregio. E il Wwf Sicilia Centrale, dopo questo orribile scempio provocato da mano criminale, chiede a gran voce l’apertura di un’indagine per disastro ambientale. Si chiede l’intervento della magistratura.

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Serradifalco dall’alto con il lago incendiato

Ovviamente, la devastazione ha prodotto conseguenze serie e catastrofiche per la flora e la fauna. Anche di specie protette e rare. “Anche in questa tragica occasione il Wwf ha appurato la totale assenza di qualsiasi forma di gestione della Riserva, inserita nel piano regionale dei parchi e delle riserve della Regione Siciliana nel 1991, ma istituita solo nel 2000, quando fu affidata alla Provincia Regionale di Caltanissetta (oggi Libero Consorzio comunale) quale ente gestore: nessun responsabile presente alle operazioni di spegnimento; nessuna indicazione delle vie d’accesso per i mezzi antincendio; nessuna indicazione dei confini dell’area protetta; nessun concreto presidio di tutela”.

Sono queste le parole amare e sconfortanti del Wwf Sicilia Centrale. I volontari “si erano subito recati sul posto per collaborare con le autorità e i servizi antincendio”, osservano tramite una nota stampa. «L’incendio che ha devastato il delicato ecosistema del lago poteva e doveva essere evitato – denuncia Ennio Bonfanti, presidente di Wwf Sicilia Centrale – per questo chiediamo l’apertura di un’indagine per “disastro ambientale” ai sensi del T.U.A. (Testo Unico Ambientale) n.152/2006: invieremo un articolato esposto alle autorità competenti per denunciare il disastro ecologico provocato dalle fiamme che hanno quasi interamente distrutto il folto canneto perilacuale, un habitat che ospitava numerose specie migratorie anche nidificanti, protette a livello comunitario ed internazionale. La scomparsa della flora incendiata incide in maniera catastrofica anche sulla futura sopravvivenza delle principali componenti delle comunità biologiche a cominciare dalla pressoché totale scomparsa dei macroinvertebrati, compromettendo la futura ricomparsa delle altre componenti faunistiche».

Il Wwf, inoltre, ricorda come proprio i folti canneti che circondano lo specchio d’acqua siano la parte più importante, dal punto di vista naturalistico, dell’area protetta: nel decreto istitutivo della Riserva, infatti, viene espressamente indicato che essa nasce «al fine di tutelare: l’area di notevole interesse per la sosta di ciconiformi tra cui il raro Mignattaio (Plegadis falcinellus) e sito di nidificazione del Cannariccione (Acrocephalus arundinaceus), specie ad areale molto limitato in Sicilia. Tale area costituisce l’ultimo residuo di una vasta zona umida che comprendeva tre specchi d’acqua; le estese formazioni ripariali della Phragmithaetalia con estesi popolamenti di Phragmitaes communis e Typha latifolia».

Subito dopo l’incendio di sabato scorso, diverse “voci” si sono alzate per esprimere amarezza e condanna. Marcello Palermo, a nome dell’associazione No SerradifalKo che guida, ha tra le altre cose detto: quali sono le motivazioni ostative alla richiesta di affidamento, da parte del Comune di Serradifalco, alla concessione e alla gestione di questo bene che appartiene a Serradifalco e ai serradifalchesi. “Vorremmo sapere come siano stati utilizzati i fondi che il Libero Consorzio di Caltanissetta ha ricevuto per il mantenimento della Riserva Naturale e vorremmo conoscere come intenda pianificare le future attività affinché questo episodio, di cadenza annuale, possa essere evitato”.

E prima ancora, le dure parole del vice sindaco Basilio Martino, del presidente del massimo consesso civico, Daniele Territo, a ruota del sindaco Leonardo Burgio, che in quelle ore era fuori sede. Per loro, per tutta Serradifalco, la gestione della Riserva Naturale Orientata Lago Soprano deve essere del Comune di Serradifalco.

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L’area del lago annerita dall’incendio

Dulcis in fundo, registriamo un commento di Daniele Territo che, da sempre, si batte su questo tema: “Anni di pessima gestione e totale assenza di prevenzione da parte dell’ex Provincia di Caltanissetta, oggi Libero consorzio, combinate al tipico caldo torrido dei mesi estivi, hanno fatto sì che una scintilla fosse sufficiente a ridurre uno dei luoghi più belli e importanti del nostro territorio in un cumulo di cenere. La gestione deve passare subito al Comune di Serradifalco”.

MICHELE BRUCCHERI

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