Redazione Online – PALERMO. Nuovo progetto dell’associazione Rock10elode – finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese – che porta la musica all’interno dell’Istituto Penale per i Minori

Claudio Terzo (nella foto), insieme a Giuseppe “Jaka” Giacalone, sarà tra i protagonisti di Musica in libertà, il nuovo progetto dell’associazione Rock10elode – finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese – che porta la musica all’interno dell’Istituto Penale per i Minori di Palermo (comunemente conosciuto come “carcere Malaspina”).

Le attività, partite a fine febbraio, proseguiranno sino a giugno e prevedono la realizzazione di un laboratorio creativo di scrittura di canzoni, attraverso il quale musica e parole diventano strumenti potenti per stimolare la sensibilità dei ragazzi ospiti della struttura.

«Ci piacerebbe offrire un’opportunità – spiega Gianni Zichichi, presidente dell’associazione e ideatore del progetto – per stimolare verso il bello questi ragazzi assecondando la loro sensibilità creativa. L’intento è di offrire loro la possibilità di coltivare in maniera semplice, libera e gioiosa, attitudini artistiche e comunicative».

A luglio, al termine cioè delle attività, è prevista un’esibizione finale dei partecipanti. «Una esperienza che sta facendo crescere anche me, uno scambio continuo con i ragazzi che dimostrano ogni giorno di avere grandi capacità comunicative – racconta Claudio Terzo -. Il mio compito è incanalarle nella musica e nelle parole. Ringrazio Gianni Zichichi per avermi coinvolto”.

«La musica – dichiara Clara Pangaro, direttrice dell’istituto – è la forma comunicativa ed espressiva più vicina al linguaggio dei giovani. Consapevoli di questo ruolo abbiamo cercato, attraverso il laboratorio, di proporre ai giovani partecipanti uno spazio di narrazione in cui la cultura possa integrarsi con l’esperienza di ognuno. Ascoltare musica e scrivere delle canzoni, si costruisce così come un pre-testo da cui partire per accompagnare questi ragazzi lungo un viaggio di esplorazione di sé e delle relazioni con gli altri, per consentire di aprire quei canali emotivi a cui non sempre si riesce ad accedere».

«Il lavoro con la scrittura e con le canzoni – prosegue Clara Pangaro – si costituisce come un importante strumento per mandare messaggi profondi, di giustizia e legalità, di accoglienza dell’altro, per scuotere dall’indifferenza e dalla rassegnazione e offrire ai giovani che partecipano spunti per i loro percorsi di responsabilità e impegno».

Gli incontri, a cadenza settimanale e della durata di due ore ciascuno (per un totale di 72), sono pensati come uno “spazio aperto” durante il quale condividere testimonianze personali sugli argomenti trattati e scrivere testi su composizioni fornite dai musicisti.

Gli esperti saranno affiancati, oltre che dagli operatori dell’Istituto Penale, anche da una tutor psicologa.

 

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