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Strada con buche (foto di repertorio)

Siete abili nella guida della vostra autovettura? Volete diventare campioni alla stregua del grande Schumacher? È arrivato il momento per realizzare questa vostra aspirazione. Vi chiederete come fare e la risposta ve la dà uno sport vecchio, ma di grande attualità oggi: lo slalom tra le centinaia di buche che tappezzano le nostre strade e, soprattutto, la SP 23 Serradifalco-Montedoro.

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Strada con buche (foto di repertorio)

Le buche sono centinaia: grandi, piccole, profonde, superficiali, a grappolo, a scelta di chi desidera diventare campione. Chi volesse cambiare una gomma usurata della propria auto, può centrare una buca che fa proprio al caso suo.

A causa delle recenti piogge l’acqua l’ha ricoperta, è diventata invisibile e, quindi, facilmente centrabile. Ma nelle nostre strade non ci sono soltanto buche, sarebbe indecoroso per le autorità preposte alla loro manutenzione! Una morbida e molle coltre di fango aggiunge fascino al percorso e dà all’automobilista la possibilità di sperimentare un testa-coda che accrescerebbe la sua bravura nella guida.

Una pruriginosa fanghiglia allieta le orecchie con il suo scricchiolìo e rende il percorso ancora più affascinante. Le nostre strade ci offrono tante opportunità sportive! Se ci si volesse tonificare i muscoli delle braccia, basta fermarsi in una piazzola di sosta o sul bordo della strada per lanciare dal finestrino un sacchetto di immondizia. L’esercizio risulta più efficace se si lancia dal finestrino perché richiede uno sforzo maggiore.

Ma bando alla satira, siamo, rifacendomi al titolo di un famoso film, “Figli di un dio minore”? Gli amministratori, da decenni, ci hanno abbandonato, ma anche noi abbiamo le nostre colpe. Oltre ad inquinare, ad imbrattare, a distruggere, abbiamo mai manifestato o fatto rimostranze per ottenere un po’ di attenzione?

Aristide Gabelli, grande pedagogista dell’Ottocento, rifacendosi all’inerzia del popolo, diceva che fatto il Regno d’Italia, poiché le leggi le faceva il re e la religione il papa, al popolo non restava altro che divertirsi. È forse cambiato qualcosa?

Graziella Morreale

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