Trent’anni, ingegnere elettrico, è laureato presso l’Università degli Studi di Palermo con la tesi intitolata “Il Condominio e gli impianti elettrici post 1990 e ante 2008”

Il Quadro Legislativo che definisce i criteri per la progettazione e l’installazione degli impianti elettrici all’interno degli edifici si basa sul D.M. 37/2008, il quale si applica non solo agli impianti condominiali relativi alle parti comuni, ma anche agli impianti elettrici delle singole unità abitative.

In generale, l’utenza ritiene erroneamente che il proprio impianto elettrico, considerando che non ha mai manifestato nessun tipo di problema, sia sicuro dai rischi di folgorazione da contatto diretto con la corrente elettrica. In realtà, l’impianto elettrico di ogni unità abitativa sprovvisto di interruttore differenziale, (comunemente definito salvavita dai non addetti ai lavori) costituisce una fonte di pericolo mortale per tutti i condomini.

Calogero Maniscalco
Calogero Maniscalco

In particolar modo, un qualsiasi componente di un elettrodomestico, come il cavo di alimentazione di una lavatrice che, a causa dell’eccessiva usura perde l’isolamento entrando in contatto con le componenti metalliche della stessa, può divenire fonte di pericolo mortale per gli utenti degli altri appartamenti. Nella fattispecie, tale imprevisto si riscontra nel caso in cui gli impianti elettrici delle unità immobiliari sono collegate all’impianto di terra comune, in quanto, la corrente elettrica attraverso il medesimo, potrebbe disperdersi negli altri elettrodomestici in rete causando la folgorazione dell’utente.

L’impianto di messa a terra dell’edificio condominiale è unico per le singole abitazioni e per le parti condominiali comuni (scala, ascensore, locali tecnici). Ne consegue che esso è realmente sicuro se e solo se tutti gli impianti elettrici delle singole unità immobiliari sono protetti dalle dispersioni di corrente elettrica dagli interruttori differenziali (salvavita).

L’elettricista non può risolvere il problema installando un interruttore differenziale in una sola unità immobiliare, in quanto è necessario che l’intervento sia progettato e realizzato per tutte le unità abitative facenti parte del condominio. Pertanto, la messa a norma degli impianti elettrici diventa un problema di sicurezza di carattere condominiale che occorre portare all’approvazione dell’assemblea condominiale.

Occorre precisare che i proprietari di ogni unità abitativa hanno l’obbligo di adeguare l’impianto elettrico a quanto previsto dalla Legge n. 46/1990 e dal D.M. 37/2008. In particolar modo, hanno l’obbligo di installare un interruttore differenziale in ogni impianto elettrico. Il mancato adempimento alle normative vigenti in materia costituisce violazione di legge.

 

Un impianto elettrico è costituito da diverse componenti che devono essere verificate ed eventualmente sostituite periodicamente. Per esempio, per un interruttore differenziale (salvavita), come da indicazioni del fabbricante, dovrebbe verificarsi mensilmente la sua funzionalità azionando il tasto di prova. Tale semplice verifica non viene quasi mai espletata dall’utente, configurando possibili scenari di rischio da folgorazione facilmente prevedibili.

Gli impianti elettrici delle abitazioni devono essere verificati ogni 5 anni. Le ditte abilitate, con una modica spesa, effettuano le verifiche del caso e gli esami a vista procedendo, eventualmente, alla revisione dell’impianto elettrico. Inoltre, l’art. 10 comma 6 della Legge n. 220 del 2012, ha introdotto a partire dal 17 giugno 2013 la tenuta del Registro Anagrafe Condominiale da parte dell’Amministratore. In pratica, ogni condomino dovrà fornire, tra gli altri dati, anche quelli relativi alle condizioni di sicurezza della propria unità immobiliare.

Pertanto, occorrerà consegnare all’Amministratore la Dichiarazione di Conformità dell’impianto elettrico della propria unità immobiliare che, se non realizzato alla regola dell’arte, dovrà essere adeguato da una ditta abilitata.

Infine, vi pongo le seguenti domande come spunto di riflessione: sapevate che un impianto elettrico dotato di solo interruttore differenziale (salvavita) e privo di collegamento all’impianto di terra non è conforme alla legge e pericoloso ai fini della sicurezza?  Sapevate che le tubazioni metalliche entranti negli edifici devono essere collegate all’impianto di terra in modo da realizzare il collegamento equipotenziale principale?

Sapevate che nei “locali contenente bagni o docce” le masse estranee metalliche (tubazione impianti di riscaldamento ecc…) devono essere collegate all’impianto di terra mediante il collegamento equipotenziale supplementare? Sapevate che non è corretto ai fini della sicurezza elettrica collegare il filo terra nelle tubazioni metalliche dell’abitazione in modo da far diventare la tubazione un impianto di terra che disperde la corrente di guasto quando si verifica una dispersione?

CALOGERO MANISCALCO

(Ingegnere elettrico)

 

 

 

 

 

IL PROFESSIONISTA

 

Calogero Maniscalco, trent’anni, ingegnere elettrico, laureato presso l’Università degli Studi di Palermo con la tesi intitolata “Il Condominio e gli impianti elettrici post 1990 e ante 2008”, ci illustra brevemente – in questo articolo a sua firma – i rischi da folgorazione che interessano gli impianti elettrici nei condomini, sia nelle parti comuni che nelle singole unità abitative.

 

Per regolarizzare e mettere in sicurezza gli impianti elettrici delle abitazioni e per tutti coloro che sono interessati ad approfondire la materia, l’ingegnere Calogero Maniscalco è a disposizione per eventuali sopralluoghi preliminari gratuiti. Per info: maniscalcogero@gmail.com oppure 339 5048226

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