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Serena Vestene

Torno ad intervistare con infinito piacere e vibrante gioia Serena Vestene. Veneta di Verona, è una cara e antica amica de La Voce del Nisseno. È in giro per l’Italia. Tante tappe, diversi i progetti. In questa lunga conversazione ci racconta quasi tutto, l’essenziale.

“Venus in Vinis” avrà la sua presentazione ufficiale prossimamente. È in programma, infatti, un evento per sabato 6 maggio all’ArteBo di Bologna “per il vernissage della mostra EroticArt 2023”. Vi sono, ancora, altre date, sino a novembre. E poi, il 13 maggio sarà a Milano, insieme a Lorenza Auguadra. Entrambe protagoniste al Festival internazionale della Poesia.

Eccola al nostro microfono. Ci fornisce dati, ci dona riflessioni, ci dà indicazioni, ci suggerisce suggestioni. È sempre un grande piacere sentirla.

Mi parli della tua ultima raccolta poetica, intitolata “Venus in Vinis”?

“VENUS IN VINIS” (Creazioni MIRE’, 2023) è una raccolta di poesie, ma che ospita anche opere di arte figurativa mie ma non solo, del tutto autoprodotta. Porta il marchio “Creazioni MIRE’” collegata alla Rivista d’Arte Indipendente della Valsamoggia “Millecolline” ideata e diretta da Roberto Cerè ed è stata pensata per una prima tiratura limitata ed autografata dall’autrice. Consta di 17 poesie a tema vino e 37 poesie a tema eros per un totale di 54 poesie. In questa raccolta desidero portare in palmo di mano questi due aspetti del vivere: la naturale Bellezza erotica di Afrodite e l’estatica contemplazione del caos di Dioniso…

Prosegui, Serena.

Tutto questo l’ho ritenuto opportuno fare proprio ora per contrastare l’ormai evidente supremazia del pensiero unico scientifico, tendente ad appiattire, omologare, sedare tutte le pulsioni istintive, istintuali, sensoriali in nome della sicurezza di un operato performativo standard. Credo sia per questo che la società ormai sulla soglia del transumanesimo tenda a disinnescare la forza sia dell’eros che del vino portandoli ai loro eccessi: un modo per depotenziarli. Mentre l’Eros rappresenta la spinta alle metamorfosi che passano dal desiderio sessuale. L’amore erotico è il vero motore delle nostre fasi di trasformazione più profonde. Quando l’attrazione sposta due poli e li seduce, è per far vivere loro un’esperienza evolutiva, una qualche scoperta di sé ancora nascosta, ombre ancora da illuminare, forze creatrici che vogliono essere riconosciute e come tali portarci fuori da una situazione stagnante…

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La copertina

Vai avanti nel tuo ragionamento…

L’evoluzione passa attraverso l’amore erotico. E la sfera femminile ne ha una consapevolezza maggiore rispetto alla rigidità dominante maschile, seppur spesso, proprio perché da questi tenuta placata, segreta, inespressa, non sia di facile risveglio. E poi in questa raccolta c’è il vino. Unione di olfatto, gusto e vista. E ne è coinvolto anche il tatto, con nelle mani i grappoli, gli acini, lo sfiorare delle foglie di vite nelle vigne. Tutti i sensi sono partecipi alla forma dell’uva. Il vino, quando riportato, con una degustazione consapevole, al suo riconsiderarlo prezioso frutto della terra e del lavoro dell’uomo, abbraccia appieno il suo elemento di convivialità, che addolcisce il senso di solitudine intrinseco all’animo umano, che collega le proprietà della terra con le variabili inafferrabili del cielo. Il vino crea atmosfera, crea incanto, porta i sensi a rilassarsi. Il vino non ama il chiasso ma tutta la cura delle stagioni. Il vino, se rispettato, porta esso stesso rispetto all’eros e a tutta la magia della seduzione.

Questa operazione della tiratura limitata, numerata e autografata come procede?

Siamo ancora agli albori per dare una valutazione, la raccolta è uscita a marzo e la prima presentazione ufficiale sarà solo a maggio, quindi siamo alle sue fasi embrionali, ma è una scommessa che rifarei, dati i primi riscontri positivi ricevuti da alcuni lettori. È stata una scelta voluta, la mia, quella di una tiratura limitata ed autografata della messa in stampa, un modo per dare rilievo a un progetto peculiare nel suo genere, ospitando poesie erotiche accanto all’elemento vino, una scrittura che ha trovato il suo clou soprattutto nel periodo post covid forse proprio per il desiderio di riportare alla luce, con una poetica frizzante, riflessiva, calda, a tratti sentimentale, l’importanza del valore del contatto, della fisicità, del piacere, della giusta dimensione di interazione umana; e d’altro canto ridare voce a una fonte di convivialità e spesso di facilitazione di approcci come lo è il vino, che, nel periodo del lockdown ma anche nei suoi strascichi successivi, ha conosciuto una forma di abuso spropositato, una funzione fuori controllo per riempire il panico pandemico, il vuoto lasciato dalle restrizioni e la mancanza di contatti veri e diretti, ma che tuttora è allarmante, soprattutto tra i giovanissimi. Se poi questo progetto dovesse capitare nelle mani di qualche editore veramente interessato, sarei la prima a felicitarmi e a lasciare che questo libro prenda la sua strada editoriale.

Il volume ha la prefazione di Giorgio Erioli. È un vignaiolo, ma anche poeta e pittore. Cosa scrive su di te?

Giorgio è una persona non solo capace e altamente qualificata nel suo lavoro di vignaiolo, ma un’anima eclettica che ha fatto di tutte le sue attività un’arte, compresa la scrittura poetica ma soprattutto la pittura, dove i suoi dipinti a china raggiungono suggestioni da fiaba. Giorgio mette in luce soprattutto l’armonica fluidità musicale che rendono piacevoli, ordinate ed espressive nella lettura le mie poesie, e io non posso che essere onorata e felice di questi effetti che i miei versi possono procurare a un esponente di rilievo, rappresentativo dell’altra parte dell’emisfero sessuale che è quello maschile, come Giorgio.

Mi parli anche della bella copertina?

La copertina nasce da una proposta e da una scommessa con la bravissima disegnatrice Esmeralda Beltrambini, della quale ho potuto apprezzare nel tempo in varie mostre collettive i suoi lavori sulla seduzione e l’eros, il tratto, la fantasia, la capacità espressiva. Non ero sicura avrebbe accettato di mettere a disposizione la sua arte per la mia poetica. Ma abbiamo avuto modo di parlarne, accennandole questo mio nascente progetto durante un mio reading di poesie erotiche a Bologna. Subito ho colto nella sua proposta del soggetto quella che era una mia idea sensuale ma elegante, allusiva ma dall’eros sottile, e che soprattutto lasciasse spazio all’immaginazione, com’è lo spirito della poesia.

E così è nato il dipinto…

Così è nato questo dipinto, che poi è divenuto senza alcun dubbio a pieno titolo la copertina del libro, con mia profonda gratitudine e gioia, perché sa unire in maniera inequivocabile entrambi i soggetti presenti nel libro, ossia la carica sensuale e la piacevolezza del vino. Comunque non è l’unica artista ad essere presente con una sua opera all’interno della raccolta. Il libro ospita infatti anche la foto di una scultura di un importante scultore veronese, Ermanno Leso, il dipinto di Simone Cigni, altro artista eclettico, e la poesia a tema vino della poetessa comasca Lorenza Auguadra.

So che una delle poesie sul tema dell’eros contenute nella raccolta poetica aveva ricevuto un premio speciale: ce ne parli?

L’idea di far uscire questa raccolta, lo ammetto, ha ricevuto sicuramente la sua spinta più forte da un riconoscimento importante ricevuto con la poesia allora inedita dal titolo “Il bosco”. Nell’edizione del 2021 del Premio Internazionale “La couleur d’un poème” si è aggiudicata il Premio Speciale della Presidenza del Premio dalla carissima Maria Grazia Vai, che ringrazio ancora vivamente. Ne è stato realizzato un video di ImmagineArte sulle note di Gianluca John Attanasio e con voce narrante Rodolfo Vettor e la stessa Maria Grazia Vai. Un Premio tra l’altro impegnato socialmente, dato che una parte del ricavato andava a sostegno del progetto della Fondazione Gaia per accogliere donne vittime di violenza. Quindi doppiamente felice. Oltretutto dapprima la cantautrice e musico-terapeuta Annamaria Leotta ne aveva ideato una melodia su cui eseguirne una mia recitazione e con la quale aprire una delle scorse edizioni di EroticArt a Bologna. Insomma una poesia fortunata.

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L’autrice con le sue pubblicazioni

E poi c’è un’altra poesia sul tema del vino…: ci fornisci qualche dettaglio?

Effettivamente anche la sezione vino godeva già di un certo rilievo, dato che una delle poesie dal titolo “armonie d’incontri” era già stata inserita nello spettacolo itinerante “In Vino Veritas”, cantato, musicato e recitato da Beatrice Zuin e Claudio Moro alla chitarra. Questa poesia è stata inserita accanto a quelle di grandi autori, che si sono cimentati sul tema, come Alda Merini, Charles Baudelaire, Bukowski. Inoltre aveva già ricevuto una Segnalazione di Merito nel 2019 al Premio Nazionale Isola d’Elba “Ascoltando i silenzi del mare” dell’architetto e artista poliedrico Giovanni Ronzoni, Fondatore del Premio. Insomma una raccolta che è stata spinta ad uscire sull’onda di diversi accadimenti.

Agli inizi di maggio, sabato 6, avverrà la presentazione del libro a Bologna. In che veste partecipi?

Ormai è dal 2017 che partecipo a questa manifestazione sull’eros che unisce varie tipologie di espressioni artistiche, dalla pittura, alla scultura, alla fotografia. Ma nell’arco degli anni si è unita anche la poesia, dapprima chiamata a dare voce poetica con versi dedicati a delle opere in mostra, ma via via acquistando poi una propria identità e presenza con reading assolutamente a tema. Quindi anche stavolta parteciperò non solo come pittrice, con una mia opera pittorica dal titolo “Ritratto di donna” e che resterà in esposizione per tutta la durata della mostra, cioè fino al 20 maggio; ma avrò anche l’opportunità di presentare la mia recente raccolta, appunto “VENUS IN VINIS”, dividendo il palco con il poeta toscano Jonathan Rizzo e la musica di Michael & Danny Brusha.

Mi piace molto un concetto espresso nella tua nota d’autrice. Mi riferisco alla mitica relazione tra Eros e Caos (da quest’ultimo poi nasce la creatività). Ci illustri, brevemente, questo interessante ragionamento?

Tengo a precisare che il concetto “che caos e creatività sono inseparabili” è stato espresso da James Hillman, che fu anche studioso di archetipi nella psicologia e nella psicoterapia. Io l’ho voluto inserire nella mia nota dell’autrice perché rappresenta qualcosa che fa parte da sempre del mio viaggio di vita. Questa relazione, che tu stesso definisci mitica, tra Eros e Caos sta credo alla base dell’esistere in pienezza. Eros è il fuoco creativo, rappresenta il nostro centro sessuale, che poi normalmente viene concepito come artefice unicamente di rapporti carnali, quando in realtà dal centro sessuale partono energie potenti che possono essere veicolate non solo nell’atto sessuale in sé ma anche in qualsiasi altra forma creativa. La spinta al concepimento non interessa solo le forze basse del basso ventre, ma anche quelle alte, spirituali, animiche, creative. E da lì possono scaturire, come dei veri e propri figli, progetti, opere artistiche, idee innovative…

Continua, Serena.

Bloccare Caos, l’ignota forza senza regole, significa privare Eros della sua spinta ad andare oltre il conosciuto, a viversi pienamente l’atto derivante dal centro sessuale. Anche un atto d’amore lascia scie luminose. Il frutto di un orgasmo è energia, che, se canalizzata, può portare a scoprire nuove percezioni, nuove visioni, nuove possibilità legate alle potenzialità fisiche e mentali. Senza mai dimenticarci del centro sentimentale, che, se coinvolto, rende il tutto magia potente.

Il tuo linguaggio poetico è definito moderno. C’è qualche autore a cui t’ispiri?

Per questa definizione di “moderno” legato a questa raccolta devo ringraziare ancora una volta Giorgio Erioli, concetto che esprime nella sua prefazione, ed è una considerazione che mi aggrada molto. Il mio lavoro recente di poesia civile conseguente al periodo delle restrizioni e del distanziamento sociale e l’avvicinamento quindi a poeti contemporanei culturalmente e civilmente impegnati di sicuro mi hanno portato a modernizzare anche il linguaggio poetico. L’orizzonte sempre più prossimo del transumanesimo e della digitalizzazione esasperata del nostro vivere quotidiano mi ha portata a fare i conti anche con una terminologia appropriata e al passo con i tempi. Per tornare alla mia nota dell’autrice, esprimo nero su bianco quanto questa mia nuova raccolta nasca per “contrastare questa supremazia ormai capillare e prevaricante del pensiero scientifico su tutte le altre forme di approccio a qualsiasi realtà”. E quindi, se in una delle liriche presenti all’interno del libro immagino di sbronzare un server per mandare in tilt il sistema disumanizzato dei risponditori automatici, forse è anche in questo che si evince tutta la mia modernità di un linguaggio.

Sei vulcanica e poliedrica. Dinamica e pragmatica. Quali sono i tuoi prossimi progetti, editoriali e culturali?

Grazie per tutte le aggettivazioni che così caramente mi hai riservato, ne sono onorata. Allora, progetti futuri… Intanto proseguono le tappe itineranti per presentare le ultime due raccolte uscite tra fine 2022 e inizio 2023, ossia “Come le bricole – prove di sopravvivenza per sorellanza” (CTL Edizioni Libeccio, 2022) insieme alla co-autrice Lorenza Auguadra il cui prossimo appuntamento, che ci vedrà protagoniste insieme, sarà al Festival Internazionale della Poesia di Milano il prossimo 13 maggio, ma ne seguiranno poi altri fino a settembre almeno; e poi “VENUS IN VINIS” vedrà, come già detto in precedenza, la sua prima presentazione ufficiale il 6 maggio all’ArteBo di Bologna per il vernissage della mostra “EroticArt 2023”, ma anche in questo caso ne seguiranno altre fino a novembre e oltre.

E infine?

Poi c’è l’impegno con la poesia civile, il progetto sul clima e la digitalizzazione selvaggia, temi che mi stanno impegnando nella scrittura e nella ricerca poetica e che potrebbero diventare presto oggetto di un nuovo libro poetico-fotografico. Vi posso solo dire “chi mi ama mi segua”. E grazie a te Michele, per seguirmi sempre con affetto con il tuo giornale nelle mie scorribande poetiche.

MICHELE BRUCCHERI

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