SERRADIFALCO. Le interviste alla psicologa Nadia Ligori, presidente della struttura, e alla logopedista Luana Naro. Spiegano l’attività che svolge l’Associazione di Promozione sociale «SinaPsi»

Presidente del Centro “SinaPsi” di Serradifalco, la dottoressa Nadia Ligori – al nostro microfono – spiega chiaramente i BES (Bisogni educativi speciali) e i DSA (Disturbi speciali dell’apprendimento) di cui la neo struttura si occupa. Laurea in Psicologia conseguita all’Università di Palermo, con doppio master (Catania e Messina) in Disturbi specifici dell’apprendimento e in Tecniche di Riabilitazione psicologica. 

I Bisogni Educativi Speciali (BES) sono quelle particolari esigenze educative che possono manifestare gli alunni, anche solo per determinati periodi, “per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” (Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012).

 

Nadia Ligori e Luana Naro nel giorno dell'inaugurazione del Centro
Nadia Ligori e Luana Naro nel giorno dell’inaugurazione del Centro

Cosa sono i BES, dottoressa Ligori?

I Bisogni Educativi Speciali (BES) sono quelle particolari esigenze educative che possono manifestare gli alunni, anche solo per determinati periodi, “per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta” (Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012).

 E cosa sono i DSA, acronimo di Disturbi Speciali dell’Apprendimento?

Sono una categoria diagnostica, relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento che appartengono ai disturbi del neurosviluppo (DSM 5, 2014), che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche, ossia dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. I DSA sono riconosciuti dalla Legge 170/2010.

I DSA sono BES?

Sì. I DSA sono una categoria dei BES poiché fanno parte dei disturbi evolutivi specifici, determinano la comparsa di bisogni educativi speciali e richiedono attenzioni didattiche ed educative specifiche.

Chi redige la certificazione di DSA?

Nell’articolo 5 della Legge 170/2010 si parla di “specialisti o strutture accreditate”. Nell’accordo sancito in conferenza Stato-Regione si parla di “servizi pubblici e soggetti accreditati”, ma nel caso i tempi fossero troppo lunghi o mancassero tali strutture, le Regioni possono accreditare anche le equipe o strutture private.

Quali sono le figure professionali che fanno parte dell’equipe multidisciplinare? 

Le figure coinvolte sono il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il logopedista ed eventualmente altri professionisti sanitari. Ricordo a tal proposito che figure non sanitarie quali pedagogisti, tutor degli apprendimenti, non possono fare diagnosi cliniche né tantomeno certificazioni. In Italia, solo gli psicologi (Legge 56/89) e i medici possono rilasciare diagnosi cliniche.

Una volta diagnosticato come DSA, al bambino o ragazzo viene proposto un trattamento?

Sì. E si tratta di un intervento specialistico riabilitativo di tipo clinico, poiché essendo i DSA disturbi di natura neurobiologica complessi non possono essere gestiti unicamente dalla scuola con interventi di potenziamento didattico. Il trattamento è di competenza dello psicologo, o di altra figura sanitaria, con un’adeguata formazione in diagnosi e riabilitazione dei DSA.

MICHELE BRUCCHERI        

 

 

 

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 Alcuni interni della struttura
Alcuni interni della struttura

Altra figura “chiave” del Centro “SinaPsi”, che rappresenta un basilare e importante punto di riferimento per studenti e famiglie, è quella della logopedista. Se ne occupa la dottoressa Luana Naro, laurea in Logopedia presso l’Università di Palermo, con doppio master in Riabilitazione cognitiva (conseguito all’Università Tor Vergata di Roma) e in Disturbi della deglutizione (Università di Pisa). Una struttura, quindi, che interviene laddove si presentano una serie di deficit funzionali che inerisce la sfera del disturbo dell’apprendimento con quello del linguaggio. C’è infatti un’intima correlazione tra le due componenti.

Dottoressa Naro, cos’è la logopedia?

La logopedia (dalle parole greche logos “discorso” e paideia “educazione”) è la disciplina volta all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativi.

Quale funzione svolge, dunque, il logopedista?

Il logopedista è l’operatore sanitario che svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio, della comunicazione e della deglutizione, in età evolutiva, adulta e geriatrica.

Quali sono i settori d’intervento del logopedista?

È ormai conclamata la comorbilità tra dislessia evolutiva e altri disturbi delle abilità scolastiche (disortografia, disgrafia, discalculia) come pure la condizione di contemporaneità o concomitanza tra deficit specifici dell’apprendimento e altri disturbi del linguaggio. In Italia, alcuni importanti studi (Rescorla, 1998; Gagliano e coll., 2007; Stella, Franceschi, Savelli, 2008) hanno confermato e sottolineato l’associazione esistente tra i diversi disturbi dello sviluppo, rilevando percentuali significative di correlazione (15-20%) tra difficoltà di lettura e disabilità del linguaggio.

Cos’è la disabilità del linguaggio?

Per “Disturbo di Linguaggio” s’intende un ritardo o un’alterazione nella codifica fonologica, sintattica, semantico-lessicale e pragmatica.

Cosa sono i DSL?

I “Disturbi Specifici di Linguaggio” (DSL) sono difficoltà a carico di alcune o di tutte le componenti del sistema linguistico citate, in assenza di problematiche cognitive.

Quindi?

Di fatto, un linguaggio poco sviluppato o inadeguato può essere indice di un futuro disturbo dell’apprendimento e già nella scuola dell’infanzia esso consente l’individuazione di casi a rischio relativi al disturbo di lettura e/o di scrittura. Alcuni studi che hanno approfondito la relazione tra DSA e DSL hanno evidenziato che circa la metà dei bambini, in età prescolare, con ritardo nello sviluppo del linguaggio ha mostrato difficoltà di apprendimento nei primi anni della frequenza scolastica.

A che età si può iniziare la terapia per la stimolazione del linguaggio?           

La sensibilizzazione di genitori e insegnanti rispetto alle criticità nell’espressione verbale del bambino e la capacità di riconoscere gli indicatori di rischio più frequenti (familiarità, vocabolario ridotto, persistenza di espressioni verbali incomprensibili) diventano essenziali per un intervento quanto più possibile tempestivo.

Cosa propone il vostro Centro?

Un’attenta valutazione di questi fattori con conseguente presa in carico e riabilitazione dei disturbi dello sviluppo del linguaggio, fattori che, se ignorati, potrebbero aggravare il quadro complessivo dell’apprendimento scolastico.

Con quale scopo, dottoressa Naro?

Il fine ultimo della nostra collaborazione è la multidisciplinarietà, intesa come “cuore” dell’intervento riabilitativo: mettere in comunione la nostra professionalità ci consente di valutare un problema a 360° gradi, sviscerandone cause ed effetti, per agire, ognuno con le proprie competenze, verso obiettivi comuni.          

MICHELE BRUCCHERI

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