Rosario Fina

di MICHELE BRUCCHERI – SPORT. Una lettera è stata inviata all’ex ciclista dal presidente Giovanni Malagò. Per l’emergenza Covid-19 non si conosce ancora la data della cerimonia di consegna

“Sono felice di comunicare che il Coni ti ha conferito il Collare d’Oro al Merito Sportivo, che costituisce la massima onorificenza dello Sport Italiano, per il titolo di Campione Mondiale da te conquistato nel 1993”.

LA LETTERA. A scrivere così, all’indirizzo di Rosario Fina, è direttamente il presidente del Coni, Giovanni Malagò che conclude: “Ti esprimo i più vivi complimenti per il meritato riconoscimento, un doveroso tributo alla tua impresa sportiva, e in attesa di poter celebrare la Cerimonia di consegna per evidenti questioni di problematiche legate al Covid-19, ti arrivino insieme alla mia gratitudine, i miei più affettuosi saluti sportivi”.

IL RICONOSCIMENTO. Un riconoscimento prestigioso per un grande ciclista. Rosario Fina, classe 1969, di Serradifalco, vanta una biografia sportiva eccellente. Nei Mondiali Juniores, a Bergamo nel 1987, vinse il campionato del Mondo di Ciclismo nella specialità cronometro a squadre e nel 1993 ottenne la medaglia d’oro nel campionato mondiale di ciclismo specialità 100 chilometri a cronometro a squadre. “Fu il trascinatore del quartetto azzurro”, scrissi nella mia monografia “Ritratti serradifalchesi – volume primo” dove pubblicai un articolo a lui dedicato.

LA CARRIERA. In erba con suo padre Giuseppe incomincia la sua lunga e smagliante carriera ciclistica. Un padre allenatore, primo tifoso ed essenziale punto di riferimento per il giovane corridore. Brucia tutte le tappe e ottiene una miriade di trofei. Una carriera costellata di successi, ma anche – purtroppo – di sfortuna, incidenti e infortuni. A tredici anni vantava già oltre duecento vittorie.

LA FESTA. Nel 1993, dunque, un titolo iridato. Non posso dimenticare la festa popolare che gli venne organizzata a Serradifalco e che ebbi l’onore, dinanzi a migliaia di persone, di presentare. Professionista proprio dal 1993, è stato un atleta generoso, tenace e dall’inossidabile ottimismo, dalla volontà di ferro. Possedeva un grande temperamento agonistico, un’impareggiabile lucidità tattica e una formidabile lungimiranza strategica.

Difese i colori sociali della Gewiss, guidata dal dinamico tecnico Emanuele Bombini e prima di allora aveva indossato la prestigiosa maglia della Mercatone Uno. Tra i suoi compagni di squadra, rammentiamo volentieri il “mostro” Berzin, Cipollini, Bartoli, Chioccioli, Casagrande e Minali.

IL RITIRO. Nel 1995 venne selezionato per i mondiali di ciclismo di Catania per la categoria cronometro individuale “open”. Ma l’ennesimo incidente gli mandò in frantumi qualsiasi sogno. Il destino, con lui, purtroppo fu sovente cinico e baro. Avrebbe dovuto partecipare anche al Tour de France e alle Olimpiadi di Atlanta, però un grave infortunio in Svizzera – ebbe una forte contrattura muscolare – si accanì ancora una volta sul giovane atleta serradifalchese.

Si può asserire, senza tema di smentita, che la sfortuna, testardamente, lo braccava e nel gennaio 1997 decise di mollare il ciclismo agonistico. Gloria in abbondanza ed enormi soddisfazioni, ma anche immani sacrifici in uno sport tanto affascinante quanto faticoso e duro. Ha abitato a lungo a Bergamo, dove è cresciuto dal punto di vista agonistico, e dopo il ritiro è stato direttore sportivo di importanti squadre ed anche commissario tecnico della nazionale femminile.

INCARICHI PRESTIGIOSI. Infine, evidenziamo il trionfo della tappa spagnola alla Vuelta d’Aragona, i suoi incarichi prestigiosi come allenatore della Nazionale Italiana Donne (dal 2001 al 2005) ed ha guidato pure la nazionale italiana Under 23 nel 2008. Ha riportato sempre parecchie medaglie d’oro da commissario tecnico. Il riconoscimento del Coni a Rosario Fina è meritato e dà lustro anche alla comunità di Serradifalco. Un orgoglio per tutto il Nisseno.

MICHELE BRUCCHERI   

Articolo PrecedenteÈ MORTO IL SENATORE NISSENO EMANUELE MACALUSO
Articolo successivo“L’OBIETTIVO È VINCERE LA PANDEMIA E LA CRISI ECONOMICA”