padre filippo bonasera
Padre Filippo Bonasera

È morto padre Filippo Bonasera, il prete del sorriso e dell’umiltà. Un sacerdote già “santo” sulla terra. Aveva compiuto 71 anni lo scorso 4 febbraio. Una persona di straordinaria umanità e di infinita generosità. Un prete veramente “speciale”.

filippo bonasera
Il giornalista Michele Bruccheri e il sacerdote Filippo Bonasera

Dopo tre anni dalla sua ordinazione sacerdotale – avvenuta nel giugno 1976 – si insedia presso la Chiesa Madonna del Carmelo di Serradifalco. Originario di Santa Caterina, lo scorso 26 ottobre ha ricevuto – da parte dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Leonardo Burgio – la cittadinanza onoraria.

Da tutti è sempre stato definito il prete dei poveri. È stato vice parroco nella chiesa nissena Regina Pacis. Le tappe principali e importanti della sua formazione sono il seminario di Caltanissetta, Messina e Napoli. Per oltre un ventennio è stato delegato diocesano per le migrazioni. Un incarico importante, prestigioso e delicato. Per ben tre lustri, inoltre, fu direttore regionale Migrantes, girando il mondo in lungo e in largo.

Dal suo “osservatorio” è riuscito ad avere, sempre, un costante e serio monitoraggio sulla condizione dei nostri emigrati all’estero e sui migranti presenti nel nostro territorio. Padre Filippo Bonasera, per quarant’anni ha vissuto a Serradifalco. Da alcuni mesi si trovava nella sua amata  Santa Caterina Villarmosa, dopo essere stato malato.

Nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria di Serradifalco, aveva celebrato la santa messa presso la Chiesa Madre: gremitissima. Era raggiante e felice, fiero di ricevere l’affetto travolgente del suo paese d’adozione: Serradifalco, appunto. Era presente, al gran completo, il clero locale, l’Amministrazione comunale con in testa il sindaco Burgio e il sindaco Antonino Fiaccato (di Santa Caterina Villarmosa), tanta gente.

Quarant’anni di servizio nel nome di Dio. Quindici anni addietro, nella mia monografia “Ritratti serradifalchesi – volume primo” gli dedicai un articolo. Ho scritto spesso di lui, su di lui. Con orgoglio mi raccontava il suo delicato incarico di delegato diocesano per le Migrazioni, ricevuto nel lontano 1984. Il suo quotidiano impegno era in favore degli ultimi. Ha aiutato sempre efficacemente chi soffriva. Conserverò gelosamente tutte le registrazioni delle nostre interviste. Le sue parole arricchivano sempre. Tutti.

Ad ottobre, scrivendo di lui, su La Voce del Nisseno: “L’ho intervistato sovente e con frequenza mi ha raccontato aneddoti di rara bellezza. Un uomo di grande tenerezza, capace di accorgersi degli altri e dei loro affanni. Per fare tutto ciò, ci vuole il garbo della pazienza e la grazia della commozione. Senza, siamo ciechi. Lui, invece, ci ha sempre aperti gli occhi e il cuore”.

Un altro passaggio di quel mio articolo è il seguente: “Mi sono occupato di questo eccezionale prete lo scorso anno, allorché informava la cittadinanza del suo ennesimo sogno da realizzare: la Via Crucis presso l’Orto degli Ulivi in contrada Balate. Venne il vescovo Mario Russotto a benedire quel sito dove per molti anni è stato allestito il presepe semovente. Un luogo suggestivo e di notevole impatto emotivo”.

Cordoglio e tristezza sono i sentimenti prevalenti della comunità di Serradifalco. E non solo. Questo Primo Maggio è intriso di profondo dolore. Immensa sofferenza e infinita gratitudine da parte di tutti. Padre Filippo Bonasera era amato veramente da tutti. Siamo certi che oggi sarà in Paradiso, il suo vero posto.

Frattanto, il sindaco Burgio proclama il lutto cittadino in onore di padre Filippo Bonasera. I funerali saranno celebrati a Santa Caterina Villarmosa: “Le disposizioni restrittive – puntualizza il primo cittadino – non ci consentono di partecipare”. Tuttavia, aggiunge: “Troveremo il modo per manifestare tutto il nostro affetto e la gratitudine dovuta da questa comunità”. E, infine, per onorare la memoria del rettore della Chiesa Madonna del Carmelo, propone: “Nel giorno e all’ora del funerale, che saranno comunicati nei prossimi giorni, potremo fare un lungo applauso, contemporaneamente, da tutte le nostre finestre e balconi”.

MICHELE BRUCCHERI 

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