nicolò falci
Nicolò Falci al flauto

Un calendario per tenere vivo il legame con Montedoro. È come un caffè che diventa – tra amici – un pretesto per stare insieme, per condividere un momento. Anzi, il caffè è l’ultimo segmento di un momento conviviale. Di un pranzo o di una cena.

nicolò falci
Pranzo a Senago (2013)

La Voce del Nisseno ha l’occasione ghiotta e importante di incontrare un protagonista della storia che vogliamo raccontare oggi sul sito del nostro giornale. Si tratta di Nicolò Falci, prossimo ai 72 anni a giugno, sposato e padre di due figlie. Ha frequentato “le magistrali a Caltanissetta – dice al cronista -, diplomandomi nel 1967. Nel 1973, avendo vinto il concorso magistrale, mi sono trasferito in provincia di Milano, dove vivo da allora, sebbene un paio di volte l’anno ritorno a Montedoro”.

“Nel 1990 – prosegue Falci – ho lasciato la scuola per lavorare, come responsabile dei Servizi sociali, in alcuni comuni della provincia di Milano e dal 2007 sono in pensione”. Mi dona tutti i calendari che da anni vengono realizzati, dove vi sono foto della sua Montedoro, frasi, aforismi, poesie in dialetto.

Gli chiedo di raccontarmi tutto, dall’inizio. “L’occasione per il primo pranzo (che però quel giorno di ottobre 2013 in effetti fu una cena) mi fu offerta da un incontro a Senago di Montedoresi, alcuni dei quali ci saremmo recati nei giorni successivi in Belgio per un recital (io e gli amici Pippo Duminuco, Salvatore Alba, Gaetano Petix, Calogero Pace). Allora per festeggiare l’incontro feci preparare un portachiavi con l’immagine del paese”, dichiara, riavvolgendo il nastro dei ricordi.

“Il primo calendario invece fu quello del 2015 (donato in occasione del pranzo dell’autunno 2014)”, precisa. E continua: “Da allora per illustrare il calendario scelgo argomenti riguardanti, in un modo o l’altro, aspetti di Montedoro. E per la sua predisposizione cerco di coinvolgere diverse persone, in primis gli stessi compaesani a cui spesso chiedo foto e il racconto di aneddoti”.

nicolò falci
Pranzo alla Certosa di Pavia (2017)

Poi osserva: “Da due anni purtroppo niente più pranzo, per i motivi sanitari che conosciamo. Ed è una delusione per tanti Montedoresi, alcuni dei quali venivano di proposito anche da Montedoro e dalla Francia, tant’è che nel 2019, a Vigevano, ci trovammo al ristorante più di un centinaio di Montedoresi con le nostre famiglie”. Ovviamente il riferimento è a questa maledetta pandemia da Covid-19.

“Ma negli ultimi anni, se non il pranzo, almeno la tradizione del calendario ho cercato di mantenerla”, aggiunge con una punta di orgoglio. “In particolare, per predisporre il calendario 2022 sono stato coadiuvato dal giovane Flavio Petix che con i suoi disegni ha riprodotto la piazza del paese (idealmente suddivisa in due parti, ‘passato e presente’) e illustrano tre mie poesie (quelle del primo semestre) e tre di Federico Messana (secondo semestre)”.

Perché fai tutto questo?, gli chiedo ancora. “Perché faccio tutto questo? Perché come per tanti compaesani emigrati, il ‘paese’ resta nel cuore e nella mente di chi lo lascia. E vivono quei momenti conviviali in attesa dell’incontro estivo. Ci si trova cioè in una piazza virtualmente montedorese dove spesse volte è capitato che si siano re-incontrati amici, parenti che non si stringevano le mani ormai da una vita”, sottolinea Nicolò Falci.

nicolò falci
Pranzo a Vigevano (2019)

“L’augurio è che il calendario possa servire per contare i giorni che mancano ad un prossimo incontro. Con le gambe sotto al tavolo però”, afferma sornione e ironico. L’ultimo calendario, quello dell’anno in corso, ospita la creatività delle immagini di questo giovane, geniale, artista montedorese: Flavio “Flacchio” Petix. Falci, oltre a ringraziare lui, lo fa all’indirizzo di Federico e di Sergio: il primo, “per avermi messo a disposizione le sue composizioni”; il secondo, “per avermi spronato a non interrompere la tradizione del calendario e ne ha realizzato la redazione”.

Un calendario per tenere vivo il legame con Montedoro, dunque. Ma anche grazie ai momenti conviviali, pranzi o cene che siano. Speriamo che la pandemia possa essere abbattuta e, finalmente, ritornare alla normalità, ad una nuova normalità, dove ci si possa incontrare per vivere momenti di condivisione, di emozione, di ricordo, di piacevole socialità. Nicolò Falci non vede l’ora di riprendere con le varie attività per dare una gioia ai suoi compaesani.

MICHELE BRUCCHERI

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