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Daniela Vellani e Carmela Politi Cenere

Carmela Politi Cenere, scrittrice, docente è giornalista pubblicista, è una figura di spicco della cultura napoletana. È la fondatrice e presidente del Premio Letterario Internazionale Emily Dickinson, che quest’anno celebra la sua ventottesima edizione.

La sua vasta produzione letteraria spazia dalla poesia al romanzo, dal racconto al saggio critico, ed è stata lodata per i suoi valori intrinseci e le tematiche accattivanti, ricevendo riconoscimenti e apprezzamenti significativi.

Tra le sue opere più note ci sono le raccolte di poesie “Conscio, inconscio, chissà” e “Dall’attimo all’eterno”, i racconti “Ambizioni giovanili” e “Le avventure di Fabrizio e Pulcinellino”, così come i romanzi “L’eco dell’uragano, l’amore proibito del samurai”, “L’ombra di Masaniello vaga per Piazza Mercato” e “La vita privata e gli amori di un monarca illuminato”.

Il suo impegno nel diffondere la cultura e la sua partecipazione costante nei dibattiti sulle tematiche letterarie le hanno valso il Premio Speciale alla Cultura nel 2022, con la seguente motivazione: “Per la diffusione della cultura e per il suo impegno costante nel dibattito sulle tematiche letterarie, in riconoscimento dei meriti dimostrati e in ringraziamento per l’alto significato civile del suo lavoro”.

Recentemente ha pubblicato il romanzo “Don Saverio cavalca la luna” (Graus ed.)

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Professoressa, poetessa, scrittrice, saggista, giornalista pubblicista: ruoli che svolge con passione e abnegazione…

Tutte queste attività sono connesse tra di loro e non rappresentano un limite nel rapporto con la scuola, anzi i miei alunni si sono avvantaggiati grazie alle mie frequentazioni con i molteplici mondi della cultura e della letteratura. Ero, infatti, costretta a documentarmi sempre per migliorare le mie condizioni di partenza e perciò, rispetto ad altri docenti, la mia visione del mondo risultava più aperta e completa.

La scrittura, la creatività e la felicità sono elementi che caratterizzano il suo impegno. Recentemente ha affermato a tal proposito che “Lasciare qualcosa di vitale dietro di noi, questo è il motivo della scrittura… Un altro dei motivi principali è che la creatività ci rende felici: nel momento stesso in cui siamo a braccetto con l’immaginazione, e quindi stiamo creando, ecco in quel momento siamo veramente felici.” Potrebbe approfondire questo concetto?

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Daniela Vellani e Carmela Politi Cenere

La scrittura è comunicazione, ma anche desiderio di lasciare un segno del proprio viaggio ed è, inoltre, necessità di uscire dall’angusto quotidiano per realizzare sogni impossibili che appagano appieno. È esigenza di abbandonare la realtà, per un momento, il concreto per trovare rifugio in una spiritualità nascosta in ognuno di noi.

La sua opera abbraccia poesia, saggistica, romanzi e racconti. Potrebbe darci una panoramica di questo percorso?

Sono partita dalla poesia ed in seguito mi sono dedicata alla prosa, pur avendo ottenuto ampi consensi. Il mio secondo libro di poesie reca la prefazione di Domenico Rea, chiara ed esaustiva. La terza silloge è suggestivamente più completa, ed è prefata da Giorgio Barberi Squarotti. Segue questa poesia “La scia ungarettiana” ed è testimonianza che in seguito i posteri potranno occuparsene. Infatti, sono composizioni brevi, asciutte, le cui voci si dilatano, anche per la presenza di rievocazioni mitiche, che accendono vibrazioni e lasciano scoprire la grandezza dell’essere umano, la sua luce e le sue rinunce. Il mio primo romanzo è ambientato nel Giappone del ‘600 ed è ricco di storia, di avventure, di amore ed ha per titolo “L’eco dell’uragano, l’amore proibito del samurai”. Il titolo mi fu suggerito da Giorgio Barberi Squarotti che aveva letto e apprezzato il libro. In seguito alla pubblicazione del romanzo, la critica ufficiale, da Barberi a Mario Petrucciani e altri, emise giudizi positivi. Tanti altri si sono succeduti a questo primo romanzo e numerose sono state le recensioni apparse su riviste letterarie e quotidiani.

Durante il lockdown ha scritto la sua ultima opera Don Saverio cavalca la luna”, un romanzo che ha subito suscitato interesse per i contenuti e i valori trattati…

“Don Saverio cavalca la luna” è il libro che ho dedicato a mio marito. In esso è presente in maniera intelligibile l’amore oblativo, disinteressato, che è il tratto distintivo di tutte le mie opere, perché “omnia vincit amor” ed una vita senza amore non arricchisce né personalmente né gli altri. È priva di forza. È annientamento.

Ha fondato il “Premio Letterario Internazionale Emily Dickinson”, fiore all’occhiello della cultura napoletana. È giunto alla ventottesima edizione. Ce ne parla?

Tutti parlano del Premio e mi elogiano, credendo che io abbia compiuto qualcosa di culturalmente valido, mentre l’unica nota rilevante è che continuo a portare avanti con determinazione e passione questa attività, malgrado l’assenza totale di aiuti materiali da parte delle Istituzioni partenopee. Tra cento anni, quando non ci sarò più, mi piacerebbe essere ricordata soprattutto per le mie opere in prosa e poesie e non solo per il Premio da me fondato.

Entro quando si possono presentare le richieste di partecipazione e quando e dove si svolgerà la cerimonia conclusiva del prestigioso Premio?

Entro il 5 dicembre 2023. La cerimonia conclusiva si svolgerà nella prima decade di giugno presso la chiesa di Sant’Erasmo a Castel Sant’Elmo a Napoli.

Nell’ambito dello stesso Premio è previsto un riconoscimento a personalità del mondo della cultura e delle istituzioni che si sono distinte per meriti e per elevate doti umane. Può ricordare qualche nome delle scorse edizioni e farci qualche anticipazione?

Anche quest’anno è previsto un riconoscimento a personalità del mondo della cultura, ma preferisco non fare anticipazioni per mantenere la sorpresa. In passato sono state premiate diverse personalità del mondo culturale come Sandro Gros-Pietro, Maurizio de Giovanni, Marco Altore, Antonello Perillo, Marco Perillo, Francesco D’Episcopo e tanti altri.

Ha lavorato tanti anni nella scuola. Alla luce dei cambiamenti della società attuale, se tornasse a insegnare quali problemi affronterebbe e cosa consiglierebbe alle nuove generazioni?

Per rispondere dovrei fare appello all’immaginazione, visto che ho lasciato la scuola da qualche tempo, tuttavia voglio ribadire che la cultura non va sottovalutata e la premiazione agli studenti migliori non va trascurata, perché è frutto di quel sacrificio che nella vita serve per dipanare ogni difficoltà.

DANIELA VELLANI

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