Marco Favata
Marco Favata con l'opera Piazza Navona

Un percorso artistico inarrestabile, votato alla ricerca di soluzioni sempre nuove, tra perfezione stilistica, sperimentazione ed emozioni. Marco Favata, tra i nomi contemporanei di punta del “Centro d’arte Raffaello” di Palermo – è in corso una sua personale, fruibile fino al 13 gennaio negli spazi di via Emanuele Notarbartolo 9/e a cura del critico d’arte Giuseppe Carli, che ha riscosso grandissimi consensi – prosegue nel suo cammino esplorativo, simbolico e fisico al contempo, realizzando una nuova opera che omaggia la Città eterna: si tratta di “Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso”, acrilico su tela, che si affianca a “Piazza Navona”, dipinto su tecnica mista.

Marco Favata
Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso

Due creazioni di eccezionale valore che testimoniano l’evoluzione dell’artista palermitano: la sua “poetica”, un unicum nel panorama figurativo contemporaneo, annulla del tutto il luogo – seppure raffigurato con dovizia di particolari – e invita l’osservatore a esplorare il delicato equilibrio tra la creazione umana e lo splendore delle cose.

Si tratta di uno degli elementi maggiormente caratterizzanti della produzione artistica di Marco Favata, particolarmente amato dal pubblico e dagli addetti ai lavori per la straordinaria capacità di declinare, attraverso il mezzo pittorico, pensieri e luoghi che ammaliano lo spettatore. Come precisa il direttore artistico della galleria Sabrina Di Gesaro, non si tratta tuttavia di una semplice figurazione paesaggistica bensì del dono di un’esperienza personale, di una sensibilità e di una visione del mondo che influenzano profondamente la percezione dei luoghi.

Oltre a Palermo e alla Sicilia, protagoniste incontrastate delle opere dell’artista, nella sua produzione emergono altri luoghi, alla scoperta di prospettive nuove che rivelano visioni. Roma ma anche Venezia, a cui Marco Favata ha dedicato l’opera “Basilica di Santa Maria della Salute”, e altre località precedentemente ritratte quali Cefalù e Caltanissetta.

“Marco Favata – conclude Sabrina Di Gesaro – è approdato dunque, con la mostra, a una visione geograficamente più ampia: la sua narrazione si arricchisce di atmosfere e sfumature di altre località italiane, all’insegna di un affascinante viaggio a ritroso che, di certo, regalerà nuove sorprese”.

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