Lucia Maria Collerone e la copertina del libro

di MICHELE BRUCCHERI – L’INTERVISTA. Al microfono de La Voce del Nisseno, Lucia Maria Collerone, scrittrice di Caltanissetta, che ha pubblicato il romanzo storico Hortensia

Lucia Maria Collerone e Michele Bruccheri

Nuovo libro – un romanzo storico – per la scrittrice Lucia Maria Collerone. S’intitola “Hortensia”. Ha diversi messaggi, da trasmettere, questa “creatura” letteraria. In primis: “La resilienza permette di avere una speranza, di non perdersi nella sofferenza”. E poi: l’amore non si divide, è.

Insomma, la docente nissena di Lingue straniere, nonché PhD in Scienze cognitive (ha un prestigioso dottorato di ricerca conseguito presso l’Università degli Studi di Messina) è sempre fonte d’ispirazione, stimolante e vulcanica. A distanza di tempo, torno ad interloquire con lei ed è ricchezza culturale ed emotiva. Nonostante i nostri reciproci impegni, riusciamo a siglare una nuova intervista. L’occasione è ghiotta e importante. Dialogare sui libri di qualità non è roba di tutti i giorni!

Le chiedo anche un’opinione, un parere sulla Dad: “Possiamo distinguere tra una buona attività didattica a distanza e una infruttuosa e insignificante, ma lo stesso vale per una didattica in presenza, mi pare – dichiara a La Voce del Nisseno (versione online) –. I ragazzi hanno potuto lo stesso imparare, hanno avuto l’opportunità di imparare e come sempre hanno potuto anche scegliere di non farne tesoro”.

“Hortensia” è il tuo romanzo storico da poco pubblicato. Ce ne parli?

“Hortensia” è ambientato tra il 1939 e il 1943 ad Agrigento, ma parte della storia si svolge in altri luoghi come Gela, Barrafranca (Enna), Catania ed è la storia di Hortensia e della sua famiglia, in quegli anni terribili. Una tematica trasversale al testo, è quella delle cure naturali e della Spagiria.

La vita della tua protagonista del libro si intreccia con quella dei suoi affetti più cari e con quella della grande Storia. È così?

Sì, come in ogni romanzo. Mi piacciono i romanzi corali, in cui le storie di intrecciano indissolubilmente tra loro e con gli eventi della grande storia. C’è tutta la famiglia di Hortensia, i Giolai, ma ci sono anche altri parenti, amici, conoscenti, paesani e ogni vita entra in quella delle altre.

Dopo l’armistizio, Hortensia sprofonda nella depressione. Tuttavia, si sposa…

La vita continua. Questo è il messaggio e può avere sfumature inattese, può prendere strade che mai si sarebbe pensato potessero prendere. Un altro messaggio è: l’amore non si divide, è.

Colpo di scena: Mario ritorna. Cosa succede?

Caro Michele, questo toglie la suspense e rivela troppo. Possiamo cambiare domanda?

L’epilogo qual è?

L’epilogo è sicuramente una sorpresa.

Lucia Maria Collerone

Qual è il messaggio che intendi trasmettere con questo nuovo e interessante libro?

Il concetto di resilienza che permette di avere una speranza, di non perdersi nella sofferenza, di trovare la forza di continuare a vivere e lottare. L’amore è l’unica risposta salvifica. Volevo anche fare un inno alla natura e a chi sa rispettarla.

Purtroppo, viviamo ancora nell’emergenza Covid-19. Come intendi promuovere il tuo romanzo, non potendo organizzare presentazioni?

I social sono un buon mezzo per farsi conoscere. Ho fatto delle dirette, interviste on line. La mia casa editrice ha inviato dei comunicati stampa e ho contattato sulle pagine FB bookblogger e anche gli assessorati alla cultura, che devo dire sono molto attivi in questo momento. Ho anche chiesto alle radio di ospitarmi.

A proposito di Coronavirus, come ha influito sulla tua vita umanamente e culturalmente?

Se devo dirti la verità io ero già una persona che faceva poca vita mondana, perché tirare su la mia famiglia e il lavoro, hanno sempre occupato molto spazio. L’unica cosa che mi manca sono le mie mini vacanze con Salvatore, mio marito. Avevamo cominciato a sfruttare la possibilità di viversi come coppia…

Invece?

Invece, il tantissimo tempo a disposizione mi ha dato l’opportunità di leggere tantissimo, scrivere ancora di più: recensioni sul mio blog, su quello che condivido con una mia amica di Milano, che abbiamo creato per parlare dell’umanità sotto la frusta della pandemia, quelli per i quali recensisco libri Mangialibri e Thriller Storicire Dintorni, e il mio “lavoro” da ghost writer.

E poi?

Poi, ho guardato film che amo spasmodicamente e serie Tv davvero splendide. Ho seguito mostre on line, tante presentazioni sempre on line ed eventi culturali. Insomma mi sono dilettata tantissimo dal punto di vista culturale. Ho fatto anche yoga che mi equilibra l’anima.

Chi fosse interessato al romanzo, come deve muoversi?

Può acquistarlo nelle librerie in tutta Italia, La Feltrinelli, Giuntialpunto, Mondadori, ma anche in quelle indipendenti. On line sui maggiori store.

Quattro anni addietro, abbiamo realizzato la prima intervista. In questo lasso di tempo, quali sono stati i tuoi progetti editoriali e culturali?

Ho pubblicato due romanzi in self, cioè autopubblicati su Amazon: “Venti2 volte te” un romanzo con cornice, che ha come tema le donne e la loro capacità di trasformare il male in bene e “La lettera nascosta. Prima indagine di Dalia Lomia, l’avvocato delle donne” una detective story con protagonista una donna avvocato, siciliana che difende le donne e deve svelare un mistero nascosto da trent’anni in una lettera che trova in un doppio fondo della scrivania di antiquariato, che ha acquistato per il suo nuovo studio.

C’è altro ancora, vero?

Ho anche creato un corso di formazione on line per docenti sul Metodo di letto scrittura Liberamente Imparo che ho creato e sperimentato dal 2010-2013 in ricerca azione nelle scuole di Caltanissetta e che è stato oggetto della mia tesi dottorale, usato ora in tutta l’Italia. Unico Metodo che nasce dal connubio tra Neuroscienze Cognitive e scienze dell’educazione, inclusivo che si è dimostrato efficace anche per l’apprendimento della letto scrittura per i bambini con Disturbi Specifici di Apprendimento.

“L’amore brucia come zolfo” ti ha regalato enormi soddisfazioni. Qual è il bilancio del tuo terzo romanzo?

In realtà è il quarto pubblicato con una CE. Hortensia sta riscuotendo grandi consensi e davvero tante recensioni positive. Sono contenta perché è una storia molto bella e ricca.

Qual è l’ultimo libro che hai letto?

Io leggo in modo compulsivo e audioleggo, anche. L’ultimo libro audioletto è “La banalità del male” della Arendt e l’ultimo libro che ho letto nel mio Kndle è la “Signora Bauhaus” di Jana Revedin. Riesco a leggere anche 2 o 3 libri a settimana.

Hai pubblicato altri articoli scientifici?

No, scrivo solo per il mio blog scientifico. Ora ho voglia di storia, arte e letteratura. Leggo molti articoli scientifici per tenermi aggiornata e poi, li “spezzo” per docenti e genitori, li digerisco e fornisco informazioni che possono essere importanti per l’insegnamento e l’apprendimento.

Tu sei una docente, ma anche una ricercatrice, cognitivista ed esperta in didattica inclusiva. Come giudichi la Didattica a distanza, la famosa Dad?

Penso che sia stata una possibilità assolutamente felice di continuare a fare scuola. Come avremmo fatto senza questa opportunità? Poi, possiamo distinguere tra una buona attività didattica a distanza e una infruttuosa e insignificante, ma lo stesso vale per una didattica in presenza, mi pare. I ragazzi hanno potuto lo stesso imparare, hanno avuto l’opportunità di imparare e come sempre hanno potuto anche scegliere di non farne tesoro.

Attualmente siamo ancora ostaggio dell’incertezza. Tu cosa “vedi” nel tuo futuro?

Io amo vivere il qui e l’adesso, mi proibisco di guardare al passato e non mi interessa di guardare al futuro. Vivrò e vedrò.

MICHELE BRUCCHERI

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