Marinetta
Raffaella Carrà

La carriera di Marinetta Saglio è iniziata per caso… un giorno un amico del marito, che aveva un piccolo giornale, le chiese se poteva fare delle fotografie: un servizio di moda per la strada. Successivamente il delizioso incontro con il mondo del cinema. La svolta è avvenuta, però, con Eleonora Giorgi, che ha voluto fortemente che intraprendesse tale professione, impressionata dalla sua peculiarità di utilizzare le lampade da cinema e i flash, cercando comunque, ove possibile, la luce naturale, caratteristica che ha mantenuto e che dona alle fotografie un calore ed una luce soffusa.

Ha fotografato tantissimi volti noti del mondo dello spettacolo, della musica, del cinema e della moda: Renato Zero, Massimo Ranieri, Ornella Vanoni, Giorgio Armani, Raffaella Carrà, Alessandro Gassman, Valentino e Julia Roberts (quando è venuta in Italia all’inizio della sua carriera), solo per citarne alcuni.

Le basi derivano dal suo background culturale, dalla sua formazione artistica: la conoscenza delle prospettive, delle ombre, della luce, dei colori. Non basta però solo questo per realizzare delle belle fotografie. Occorre quel valore aggiunto che Marinetta lascia intravedere in ogni sua “opera”, perché così può definirsi ogni sua fotografia: il cuore, la volontà di far emergere il vero “io” del soggetto fotografato.

Marinetta mette a proprio agio gli Artisti e, dopo aver conquistato la loro fiducia, fa uscire la loro anima. Con l’avvento delle nuove tecnologie e del massiccio utilizzo dei social network, professioni come il fotografo, che presuppongono dei tempi lunghi nella realizzazione del lavoro finito, (il soggetto ha bisogno del parrucchiere, del truccatore, spesso del costumista, oltre a una particolare attenzione nella luce utilizzata) cominciano a perdere importanza a causa della velocità con cui si può pubblicare una foto o un video, realizzati con il proprio cellulare, su un qualsiasi blog e su Facebook.

Ciao Marinetta e benvenuta a “La Voce del Nisseno”. Un vero onore poterti intervistare. Ti sei ritrovata a dover modificare i tuoi piani, dal mondo dell’architettura alla fotografa. Puoi raccontare ai lettori come è avvenuto questo passaggio?
Mi sono iscritta ad architettura a Napoli nel 1968 dopo aver terminato il liceo artistico, ma non ho mai fatto l’architetto… mi sono ritrovata a fare la fotografa per uno strano gioco del destino! Dopo il mio matrimonio ed il mio trasferimento a Roma, un amico di mio marito, che era direttore di un piccolo settimanale, mi chiese di fare delle foto per lui (aveva visto delle foto che avevo fatto a mio figlio Fabrizio e gli erano piaciute molto). Accettai dicendogli che lo avrei aiutato per un paio di mesi; avevo gli ultimi esami per laurearmi e non avevo tantissimo tempo. Non avevo idea di come si facevano dei veri servizi fotografici (non ho mai seguito alcun corso di fotografia) e non avendo flash facevo tutto in luce naturale. Fotografai molti personaggi tra cui Fellini. Ma fu Eleonora Giorgi determinante per il mio futuro da fotografa. Le foto che le feci le piacquero molto e mi chiamò per farle dei servizi fotografici che doveva fare per settimanali importanti come Amica, Domenica del Corriere e molti altri. Accettai entusiasta e da quel momento è nata la mia carriera di fotografa!
A chi ti senti di dire Grazie per questa tua carriera longeva e brillante?
A Eleonora. La ringrazio pubblicamente per l’amicizia e la stima che dura da oltre 40 anni! Ci frequentiamo ancora e sono ancora, a detta sua, la sua fotografa preferita.

Marinetta
Raffaella Carrà e la sua fotografa di fiducia

Che tipo di emozioni ti ha trasmesso e tuttora ti trasmette questo lavoro?
La fotografia per me è trasmettere emozioni con un’immagine, fotografare l’anima del personaggio che ho nel mio obiettivo, creare un feeling, una magia e fermarla in uno scatto.
Una curiosità che mi accarezza. Vi è un artista del passato che ti sarebbe piaciuto fotografare?
Sinceramente di artisti del passato che avrei voluto fotografare ce ne sono tantissimi, due su tutti: Marilyn Monroe e il Mahatma Gandhi, due mondi diversissimi tra di loro ma che mi hanno sempre affascinato. Marilyn bella, morbida, vera, donna fragile e dal destino tragico. Gandhi un carisma infinito, padre dell’indipendenza indiana. L’India è sicuramente il luogo che mi affascina di più e che ho visitato, facendo un bellissimo reportage mi segue nel cuore!
C’è un episodio particolare del tuo lavoro che ricordi con piacere?
Ogni personaggio ha una chiave di apertura, basta trovarla e tutto poi andrà bene. Serve molta psicologia e pazienza per cercare di ottenere sempre il massimo da ognuno di loro. Gli episodi particolari che ricordo con piacere sono tanti, non si limitano ad uno; ogni servizio ne ha avuti e, visto che fotografo da oltre 40 anni, non basterebbero cento interviste per raccontarli tutti! Ma se proprio insisti te ne racconto uno. Ero con Romina Power su un ponte del Tevere e volevo fotografarla dall’alto per vedere bene anche il fiume, sono salita a cavalcioni sulle spalle di mio figlio; la gente si fermava tutta a guardare e facevano facce stupite e divertite. Romina rideva divertita, mio figlio rideva ed io, in bilico sulle sue spalle, rischiavo di cadere giù, ma ne è valsa la pena. La foto è venuta proprio come la volevo io.
Ti sei è dedicata anche ai reportage, basti ricordare quello in Sierra Leone per l’Unicef. Cos’ha rappresentato, per te, quell’esperienza?
Il reportage in Sierra Leone non lo dimenticherò mai. Per me è stata un’esperienza forte, che mi ha segnato l’anima. Una terra bellissima dove si muore, purtroppo, ancora di parto, di fame, di AIDS, di malaria, di denutrizione. Mi sono rimasti nel cuore gli occhi dei bimbi, la loro tristezza, i loro sorrisi, mentre giocavano con un pallone bucato o con un gioco costruito da loro con un pezzo di legno ed una rotellina sgangherata. Mi sono rimasti nel cuore i volti delle donne che facevano file lunghissime davanti a piccoli ambulatori stringendo al seno i loro piccoli dopo aver fatto ore o giorni di cammino per cercare di salvarli. Se potessi abbandonerei le foto patinate per questo tipo di foto che può mostrare al mondo quello che spesso non vogliamo vedere.
L’attuale guerra ci sta portando tanta tristezza e preoccupazione.
Sono sempre stata per la pace. L’amore dovrebbe regnare tra i popoli. Purtroppo, però, regna l’egoismo e la sete di potere. A farne le spese sfortunatamente sono sempre i popoli innocenti usati come scudi umani.
Il Covid come ha scandito la tua quotidianità?
Ha stravolto la vita di tutti gli italiani. Ha scavato nei nostri punti deboli. Ci ha indotto paura.
Ad oggi, la cosa più importante della tua vita è…?
La mia famiglia. Un dono prezioso. Sono molto fortunata.
Oltre la fotografia quali sono le tue passioni?
Le mie passioni oltre la fotografia sono il mare e la vela. Ho fatto regate da quando avevo tredici anni, prima a Castellammare di Stabia poi a Napoli per il mitico circolo Savoia. Per molti anni ho fatto anche immersioni con le bombole, la più profonda a 70 metri per raggiungere una nave affondata nel mare dell’Argentario e molte altre in giro per i mari più belli del mondo. Ora gioco a golf e faccio tutte le gare che posso, ho sostituito il mare blu con il mare verde! Da un anno, da quando per la crisi il mio lavoro ha avuto un calo inaspettato, ho lasciato anche il caos di Roma per una vita più semplice in campagna vicino ad un campo da golf, il bellissimo golf Nazionale. Vivo con i miei due cani trovatelli, faccio la nonna.
A chi volesse intraprendere il tuo stesso lavoro, quali consigli ti senti di dare?
Siamo in un periodo in cui la fotografia sta vivendo un momento difficile. Internet, le digitali, i telefonini che fanno foto, i giornali in crisi che spesso cercano le foto gratis o le prendono da internet, da siti che le vendono ad un euro. Ad ogni modo, per chi proprio volesse intraprendere questa difficile strada posso dire di armarsi di tanta pazienza, perseveranza e passione e di non farsi sopraffare dalla tecnologia, che spesso ammazza la fantasia e la verità. Io in questo mondo fotografico attuale non mi ci trovo più.
Tra pochi giorni celebreremo il primo anniversario dalla morte della cara Raffaella Carrà; tu che sei stata la sua fotografa preferita puoi dirci quanto sia stato difficile fotografare un personaggio così famoso in tutto il mondo?
Ho lavorato con Raffaella Carrà fin dal lontano 1983. Lei non ha mai amato particolarmente farsi fotografare e quindi dovevo essere veloce e super precisa per cogliere in poco tempo il meglio da lei. Il 5 luglio 2021 è una giornata che non dimenticherò mai. Quella notizia mi ha devastata. Aveva 78 anni, una carriera da signora della tv italiana e spagnola, 25 album all’attivo, una fama da simbolo LGBTQ+ e femminista ante litteram. Anche per questo i giornali ne hanno parlato, da quelli italiani fino al The Guardian che ha ricordato la sua carriera definendola iconica. Inevitabilmente si è sciolto il cuore di molte, moltissime celebrità e amici di Raffaella, persone a cui, in un modo o nell’altro, lei ha cambiato la vita contagiandole con la sua rivoluzione, che le hanno voluto dedicare omaggi e ricordi intimi, anche via social. Sapevo che era malata di cancro, ha vissuto gli ultimi due anni combattendo. Le rimproveravo il fatto che non rinunciasse al vizio delle sigarette. Mi diceva che era il suo unico “tarlo”.
Un tuo ricordo di quelle ore?
Il primo a dare la notizia della morte di Raffaella fu il suo compagno di lunga data Sergio Iapino: “Raffaella ci ha lasciato. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua risata inconfondibile e il suo straordinario talento brilleranno per sempre”. A lui, se non ricordo male, si unì un coro di voci incredule, come quella di Tiziano Ferro che dalla sua casa di Los Angeles dove Raffaella Carrà avrebbe dovuto recarsi per trovarlo, scrisse: “Mi sono svegliato questa mattina e mi fa stare male pensare all’ultima volta che abbiamo riso come matti. Ho tante foto con te, miliardi di ricordi bellissimi ma non ne pubblicherò nemmeno uno. Perché nessuna di quelle foto sarà mai abbastanza per esprimere quello che provo, e il mondo intero con me. Ciao Raffaella, con tutto l’amore possibile. Tiziano”.
Come sono stati questi 12 mesi senza di lei?
È impossibile pensare che Lei non ci sia più. Raffaella è una di quelle persone che si fatica a pensare che possano andare via. Era malata da qualche tempo ma non lo aveva reso noto. È stato l’ultimo grande gesto d’amore verso il suo pubblico, che ha amato come se fosse una parte di sé. Come ha detto il suo adorato e tanto amato Iapino, non voleva che il triste ricordo della malattia offuscasse quello sfavillante del successo. Era un ciclone di energia, che mi travolgeva tutte le volte che capitava ci incontrassimo. Quell’energia continuerà però a vivere con forza in ogni sua canzone, in ogni sua inconfondibile risata, perché Raffaella non è andata via. Raffaella c’è e ci sarà sempre ogni volta che l’aria si riempirà della sua voce. Una come lei non muore mai.
Il 18 giugno è stato il suo compleanno, avrebbe compiuto 79 anni. Tanti fans hanno vissuto male la ricorrenza. Tu?
Le ho rivolto un pensiero ed una preghiera, lei resta la più bella e la più brava di sempre. Andare all’Argentario e non trovarla lì è complicato da spiegare… Renato Zero lo capisco bene, lui ha affermato in TV il suo dispiacere nell’aver perso una di famiglia, perché Raffaella era una di noi. Non ha mai fatto la Star. Anche gli ultimi momenti della sua vita sono stati caratterizzati dalla sua straordinaria anima. Questo perché è stata proprio una sua scelta quella di non rendere di dominio pubblico la sua malattia, in modo da non portare preoccupazione alla marea di persone a lei affezionate.

Marinetta
Raffaella Carrà

Tu che le eri amica, come pensi avrebbe reagito Raffaella alla diffusione indebita delle immagini raffiguranti il suo mega appartamento?
Conoscendola bene posso dirti che non avrebbe mai permesso la divulgazione delle foto inerenti la sua casa di Roma. Quanto accaduto è stato scioccante. Lei avrebbe vissuto tutto ciò come una violazione della sua privacy. Io ho frequentato casa sua, giocavamo a burraco per ore, eppure non ho mai visto dal vivo la sua zona notte, perché lei era super riservata. Una donna umile, semplice, molto diversa da quanto il pubblico abbia potuto credere. Le sue amicizie erano fuori dai radar dello spettacolo. Le carte rappresentavano l’unico mondo che non poteva dominare, essendo un generale prima con sé stessa e poi con gli altri. Spizzava il mazzetto e diceva: ‘Vediamo un po’ cosa c’è qui?’.
La scomparsa della Carrà continua a destare dolore nel cuore di coloro che le volevano bene. La soubrette per eccellenza della tv italiana tiene vivo il suo ricordo, grazie alla sua lunga carriera di successo.
Donna dai mille talenti, Raffaella si è sempre tenuta stretta il suo ruolo da conduttrice. Bella ed elegante in ogni show che l’ha vista protagonista, è impossibile pensare lei senza un sorriso. Dai tanti trofei conservati con orgoglio nella sua casa, al numero 17 che per scaramanzia non pronunciava mai, Raffaella era esuberante nella vita così come sul palcoscenico. E chi ha avuto il piacere di conoscerla, non può che tenerne sempre vivo il ricordo. Raffaella Carrà verrà sempre ricordata. La sua immagine sorridente rimarrà un ricordo dolcissimo per chi ha potuto apprezzarla in vita e in televisione.
Un ricordo curioso che ti lega a lei?
Le lunghe partite a burraco assieme agli amici. Raffa amava cucinare e vivere la casa condividendola con gli affetti più cari. Ai suoi nipoti infatti ha lasciato tutta la sua eredità. Il suo appartamento, essendo in un condominio, non è stato fattibile renderlo museo come accaduto per Alberto Sordi. Per altro i costi mensili sono elevatissimi essendo tre appartamenti in uno, quindi i suoi nipoti hanno optato per una scelta drastica ma necessaria, non essendo loro residenti a Roma.

Marinetta
Raffaella Carrà

Ti è piaciuto l’omaggio di Massimiliano Lanti?
Moltissimo. Massimiliano ha un animo delicato ed ha saputo trasmettere con garbo anche la malinconia che spesso avvolgeva Raffaella. Si tende a pensare che la solitudine non sia dei personaggi famosi, invece… anche lei ne ha sofferto parecchio.
Se tu potessi fare un regalo all’umanità per cosa opteresti?
Direi di prendere come esempio Leonardo Del Vecchio, fondatore e patron di Luxottica. Figlio di un fruttivendolo originario della Puglia, morto prima ancora della sua nascita, Del Vecchio ha vissuto in un orfanotrofio fino ai 14 anni, quando, senza nulla in tasca, è andato a imparare il mestiere in bottega. Una lunga, lunghissima, gavetta, poi la prima piccola fabbrica di montature nel Bellunese, che nel giro di pochi anni cresce, si espande, diventa un punto di riferimento mondiale, simbolo del Made in Italy e, soprattutto, di un’imprenditoria illuminata in cui i dipendenti sono prima di tutto persone, parte di una grande famiglia. Durante la pandemia ha prima donato 10 milioni di euro per la lotta al Coronavirus, poi ha integrato totalmente la cassa integrazione dei suoi dipendenti, ha riconosciuto un contributo welfare di 500 euro a chi continuava a lavorare e, infine, l’intero gruppo dirigenziale si è ridotto del 50% lo stipendio, come esempio. E poi, da sempre, asili nido aziendali, vacanze studio per i figli dei dipendenti, bonus spesa, investimenti nella formazione. Con Leonardo Del Vecchio perdiamo un uomo straordinario, un imprenditore illuminato, un genio italiano, una persona perbene.

ILARIA SOLAZZO

 

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