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Ennio Masneri

Ennio Masneri è tornato in libreria e stavolta con un giallo dal titolo La misura dell’orizzonte (Golem Edizioni, Collana Le Vespe n. 58).

In questo primo volume il commissario Corrado Perri è tornato a vivere e a lavorare sulla costa ionica calabrese, dove è cresciuto. Ha sempre dedicato molto tempo all’osservazione. Forse troppo, agli occhi della gente, eppure è qui che risiede il suo talento investigativo. Quando Rosario Musumeci viene ripescato in mare cadavere, tutti sembrano volersi accontentare di soluzioni di comodo. Ma Perri, come è solito fare, guarda oltre: anche a costo di scoprire amare verità e disseppellire un passato ancora troppo doloroso per essere archiviato nella memoria.

Pagina dopo pagina abbiamo modo di apprezzare la tua capacità investigativa. Cosa è per te il talento nello scrivere?

È la capacità di tenere gli occhi del lettore fissi sulla pagina, sulla storia in sé, ed emozionare. Il talento lo si riconosce, infatti, quando ciò che si scrive fa commuovere perfino lo stesso scrittore nella sua dimensione umana. Chi scrive deve saper trasmettere calore e quel brivido che si prova mentre si legge, senza cadere nella banalità.

Quali sono stati i momenti più difficili durante la stesura?

L’ispirazione e l’autocritica. Si compone con il cuore e si corregge con la ragione, andando spesso a cozzare con le prime intenzioni. È come l’uomo che corregge un bambino testardo e spesso scende a compromessi che non soddisfano né l’uno né l’altro. Solo nella terza o quarta lettura subentra “l’anziano” e sistema con una raffinatezza più spiccata.

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Il libro

E gli errori in cui è più facile incappare in un poliziesco?

Confondere tutto con inutili dettagli per spiegare una cosa semplice! Creare un poliziesco non è facile perché devi stare attento a non ingarbugliare la storia, riempiendola di ricostruzioni che disperdono la trama e distraggono il lettore.

La Calabria è coprotagonista nel tuo libro. Quanto ha da dare il Sud?

Il Sud è sempre stato sottovalutato e per questo ha da dare parecchio anche in termini di forza lavoro e morale. L’uomo meridionale ha fame di dignità, di lavoro, sa produrre con le mani e ragionare con il cervello. Infatti molti figli del Mezzogiorno sono sparsi nel mondo e stanno dando contributi anche importanti. Nella durezza del Sud tutti noi siamo stati forgiati per produrre cose concrete.

In chiusura, secondo te, perché la letteratura gialla, oltre a essersi riscattata dall’essere considerata di serie B, è intramontabile?

Perché l’omicidio, il macabro, la psicologia dell’assassino (e dell’eroe o antieroe) attraggono sempre. Il lettore ha bisogno di emozioni forti, di fuggire dalla vita monotona, di partecipare alle indagini e trovare il bandolo della matassa, come un giustiziere. Si vede immedesimato nella vittima ma anche nell’investigatore che, con un ragionamento o con l’osservazione, scova la prova principale e stana il colpevole salvando pure l’innocente. La Giustizia attrae perché l’uomo in sé la cerca sempre per le proprie necessità e valore.

LISA BERNARDINI

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