farmaco che salva vite
L'ospedale della Tanzania

C’è un farmaco che salva vite e questi medicinali, da Serradifalco, a partire da oggi riprendono il volo per la Tanzania. Da mesi, padre Salvatore Randazzo in sinergia con altri soggetti spedisce flaconi da 4mg e da 8 mg in terra d’Africa. Ci riferiamo al “desametasone” per Covid. Tutto ciò è possibile perché questo territorio sa esprimere concretamente la solidarietà verso i più bisognosi.

farmaco che salva vite
Una parte dell’ospedale

A coordinare la macchina organizzativa c’è il sacerdote, presidente dell’associazione “Don Pino Puglisi onlus”, don Salvo. Ci sono le due farmacie locali e c’è il cuore generoso della popolazione serradifalchese, in primis. E non solo. Parte da Serradifalco, la concreta solidarietà, ma anche l’hinterland dà una risposta pregevole.

Questi farmaci che ripartono da oggi per la Tanzania sono destinati all’ospedale di Dareda missione diocesi di Mbulu, provincia di Mandara. Per noi occidentale è un farmaco comune, in quella terra – dove scarseggia – è utile, prezioso, farmaco che salva vite nel vero senso della parola. C’è chi l’ha acquistato, chi l’aveva a casa. Le molliche fanno la pagnotta.

Già alcuni sacerdoti erano partiti per la lontana Tanzania, con una buona scorta di medicinali. I farmaci servono sempre, soprattutto quelli introvabili o quasi. Padre Salvatore Randazzo che è amico da tempo di una suora della Tanzania che opera nel territorio, come abbiamo scritto nei mesi scorsi, si è fatto portavoce di questa importante richiesta. Ciascuno può e deve fare la sua parte, per aiutare soprattutto chi vive nelle reiterate difficoltà.

Come dice sovente padre Salvatore Randazzo, “non soffochiamo la fiammella della solidarietà”. La raccolta di questi farmaci, grazie alla proficua e intelligente sinergia della popolazione e delle farmacie locali, sono un dono prezioso e importante. Per un popolo, quello africano, spesso dimenticato, bistrattato, vilipeso e calpestato nei diritti elementari.

Tra l’altro, Serradifalco ha un antico legame con l’Africa. Il nostro amato padre Giuseppe Ingrao, dal sorriso missionario – scrissi così nel profilo che gli dedicai nel terzo volume dei miei “Ritratti serradifalchesi” (2007) – operò diversi anni in Madagascar. Questo filo diretto con quella terra continua con simili progetti tanto semplici quanto utili per salvare vite umane.

MICHELE BRUCCHERI    

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