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Il concerto di Paolo Fresu

“106 note, 106 rintocchi, 106 donne… è il numero delle donne che nel 2023 hanno perso la vita per mano degli uomini… che non succeda mai più”. Queste sono le parole di Paolo Fresu pronunciate all’apertura del concerto tenutosi giovedì scorso, 23 novembre, presso il teatro Salvo D’Acquisto di Napoli, nell’ambito di “Vomero Suona” e organizzato da NjC di Michele Solipano.

Paolo Fresu ha veicolato un chiaro messaggio contro la violenza di genere e ogni forma di sopraffazione, oltre che contro la guerra. La musica, il canto, la poesia e la pittura possono e devono diventare potenti strumenti di pace e fratellanza.

Il concerto, che ha fatto registrare il sold out, è stato un grande successo e ha evidenziato eleganza e straordinarie qualità. Si tratta del progetto dedicato a Lawrence Ferlinghetti, regista, poeta, filosofo, artista ed editore della Beat Generation, morto nel 2021 a 101 anni, con il quale Paolo Fresu ha instaurato una collaborazione e un’amicizia e a cui ha dedicato non solo l’opera discografica “Ferlinghetti”, ma anche la colonna sonora del docufilm “The Beat Bomb” di Ferdinando Vicentini Orgnani, dedicato a Ilaria Alpi.

L’evento è stato originale, di grande spessore ed eccellenza, risultando emozionante e coinvolgente. Paolo Fresu, tromba, flicorno ed effetti, si è esibito con musicisti di grandissimo livello: Dino Rubino, pianoforte, Marco Bardoscia, contrabasso, Daniele Di Bonaventura, bandoneon.

Già con la prima esecuzione, “I was a boy”, la musica ha immerso i presenti in una dimensione magica e di grande impatto emotivo. L’atmosfera è proseguita man mano che si sono susseguiti i brani, tredici in tutto, dai titoli dai tratti dalla poesia “Autobiography” di Ferlinghetti, autore anche delle immagini della copertina e del libretto dell’album, proiettate in teatro. fresu

È stato un intreccio tra musica, poesia, arte e filosofia, con le melodie che dipingevano storie vivide attraverso una vasta gamma di colori musicali, ritraendo stati d’animo, sensazioni, emozioni e aspetti ancestrali.

Attraverso connessioni sonore, reso ancora più suggestivo dall’interplay perfetto dei musicisti e dagli effetti creati da Fresu con il loop, i brani si sono susseguiti creando atmosfere soft, fascinose e affascinanti, eleganti e oniriche, a tratti psichedeliche o incalzanti con un ritmo determinato dal contrabasso e dalle abilità di Fresu nell’utilizzare il flicorno come strumento percussivo o estendendone il suono con la tecnica della “respirazione circolare” (“inspiro e respiro contemporaneamente”).

Durante le esecuzioni, i musicisti hanno evidenziato personalità e talento, diversificando i suoni e spaziando dal momento lirico come “Macaronisi Scene” al virtuosismo spettacolare di suoni unisoni, alle vigorose domande e risposte durante l’esecuzione di “Obscede Boudaries” tra Fresu e Bardoscia, creando ritmi incessanti e trascinanti a suggestive dissolvenze. fresu

La composizione dei brani ha dimostrato grande ricercatezza, una predisposizione all’innovazione e all’esplorazione sonora, con sperimentazioni di effetti che hanno conferito al progetto originalità e un taglio avveniristico, dando altresì spazio melodie che richiamano tradizioni francesi, nordamericane e sudamericane, come la citazione di “Águas de Março”.

È stato un concerto indimenticabile, arricchente culturalmente ed emozionante, che ha stregato il pubblico. Tra scrosci di applausi, la richiesta di bis è stata esaudita con l’esecuzione di “Where books where trees“, accompagnata dall’invito alla lettura come strumento per migliorare il mondo.

Se si leggesse di più, il mondo sarebbe migliore… la musica è capace di fare battere a tutti il cuore allo stesso ritmo…”.

DANIELA VELLANI

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