Renzo Arbore, ovvero “l’uomo che ha cambiato il modo di approcciarsi alla radio, fare la televisione e ascoltare la musica in Italia”. Questo il messaggio principale che accompagna “Renzo Arbore e la rivoluzione gentile”, il libro scritto dal giornalista Vassily Sortino che affronta in modo scientifico, sulla base di testimonianze dirette, la vita del più grande showman italiano.
In occasione del concerto omaggio al grande showman che vedrà protagonisti gli Anima sud con tre artisti dell’Orchestra italiana – Gianni Conte, Mariano Caiano e Giovanni Imparato – si potrà acquistare il testo, Edizioni Leima, firmato dall’autore, domani alle ore 21 nel parco di Villa Filippina in piazza San Francesco Di Paola 18 a Palermo.
Con uno stile diretto e non cattedratico, Vassily Sortino ci regala un ritratto a tutto tondo di Renzo Arbore: dalle sue passioni da ragazzo fuori dall’ordinario ai suoi attuali progetti. Nelle pagine di “Renzo Arbore e la rivoluzione gentile” trapelano passione e competenza, si mischiano la venerazione del fan e la critica del giornalista: un connubio che rende questo volume unico nel suo genere e altamente fruibile sia da chi Arbore non lo ha mai conosciuto che per quelli che con la sua arte sono cresciuti, si sono formati e si sono, soprattutto, divertiti.
Pagine che raccontano, con dovizia di particolari, la storia di Renzo Arbore, attraversando una vita affrontata senza mai smettere di sorridere e usando parole giuste e mai urlate, cambiando l’assetto mediatico interno ai più grandi mezzi di intrattenimento del Paese.
Arricchiscono il testo le interviste inedite a personaggi del mondo dell’intrattenimento come Nino Frassica, Fiorello, Pippo Baudo, Gianni Boncompagni, Linus, Luciano De Crescenzo, Walter Veltroni, Stefano Bartezzaghi, Mario Luzzato Fegiz, e tanti altri. Tutte persone che sono state direttamente, o senza rendersene conto, trama e protagonisti della storia arboriana, diventando “complici” della sua rivoluzione.
Ma perché “rivoluzione gentile”? «Perché quella di Arbore – spiega Sortino – è stata una rivoluzione, per avere scardinato e ricostruito le strutture e il senso dello spettacolo italiano. Gentile, per il suo essere educata, non gridata, mai volgare, compiuta con gli anni, dando il tempo al pubblico di capire e di crescere».
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