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Anna Aloysi

“Sono sei anni che non ci sei più sorellina, da quel maledetto giorno. Sono passati sei anni di inferno, quando al km 51 della tratta Andria – Corato del 12 luglio 2016 tutto si è fermato. Il mondo ne ha parlato, è una ferita che fa tanto male e non si può più rimarginare”.

Anna Aloysi, pugliese, consegna queste parole a La Voce del Nisseno (versione online). Ma la notizia sconvolgente è che “è sparita la salma di Maria”, dichiara al nostro microfono.

“Niente sarà più lo stesso – confessa amareggiata -, sono morta per la seconda volta. È sparita la salma di mia sorella dalla cappella di famiglia, non la potrò più rivedere”.

“Quando ho scoperto la sparizione della salma ho subito denunciato l’accaduto – dice ancora -. Adesso non posso portare più un fiore sulla sua tomba e non so più dove sia. Intanto il processo procede lentamente e tutto tace, vergogna! Questa orribile tragedia non doveva accadere. Se le norme di sicurezza fossero state adeguate!!! Adesso ci ricordiamo solo del 12 luglio”.

Anna Aloysi, dunque, ha denunciato la scomparsa della bara della sorella Maria dal cimitero di Andria. È una delle vittime dell’incidente ferroviario del 12 luglio 2016 (tratta Andria-Corato). Prova amarezza nel vedere il loculo vuoto e privo della lapide, la sua cappella familiare violata.

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Anna Aloysi nel luogo dell’incidente ferroviario

In quel brutto incidente morirono 23 persone e il processo – per accertare le responsabilità – è in corso. Anna Aloysi rivolge un appello a chi sa. Si spera che le indagini possano chiarire meglio questa vicenda. “Non mollo – conclude – ed è un dovere ricordare”.

MICHELE BRUCCHERI    

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