di MICHELE BRUCCHERI – L’EDITORIALE. Poco più di un mese fa, ha ricevuto al Comune una busta gialla con tre proiettili. Una minaccia vile e da condannare duramente. Le autorità competenti indagano

Michele Bruccheri

Al fianco del giovane sindaco Leonardo Burgio. Senza “se” e senza “ma”. Il capo dell’esecutivo municipale di Serradifalco, poco più di un mese addietro, ha ricevuto – al Comune – una busta gialla, con dentro tre proiettili. Una brutta lettera intimidatoria, di pesanti minacce. Un gesto vile, inqualificabile, assai grave. L’anonimo autore (non si sa se in compagnia di altri, lo accerterà l’autorità giudiziaria competente) ne chiede le dimissioni.

Crediamo che sia sempre legittimo chiedere le dimissioni ad un sindaco. Se il suo operato amministrativo viene ritenuto insufficiente e/o negativo. Ma non tramite la becera intimidazione e la vigliacca minaccia. Tre proiettili di pistola e le parole inquietanti contenute nella missiva, sono veramente una brutta pagina.

Questa triste e incresciosa vicenda, tuttavia, ha fatto registrare un momento positivo. Sui social, immediatamente, si è mostrata una solidarietà umana verso il sindaco. Doverosa, sacrosanta, giusta. I singoli hanno espresso sentimenti di vicinanza. Diverse associazioni locali, hanno diramato delle note. Tutte a sostegno di Leonardo Burgio, persona alquanto disponibile e sempre affabile con tutti. Ricevere quel bagno di affetto, ne siamo certi, gli ha dato forza e determinazione, avrà indubbiamente accresciuto il suo coraggio.

Momenti difficili, per lui e per la sua famiglia. Per i suoi amici. Ma anche, consentitemelo, per la nostra amata comunità. Quei tre proiettili erano pure per dare un colpo alla civiltà e alla democrazia. Con zelo e celerità, senza colori politici o partitici, è nato un presidio della legalità e della democrazia. Persone che ci hanno messo la faccia e si sono strette attorno al giovane sindaco, dinanzi alla sede municipale. “Serradifalco non ha paura”, stava scritto su uno striscione bianco. Non c’era tantissima gente, però mi ha colpito la presenza giovanile e delle famiglie. Una risposta intelligente, di unione, di coesione.

Appena appresi la brutta notizia, telefonai subito al sindaco. Si trovava già in prefettura, dopo aver denunciato alle autorità competenti dell’esistenza della busta con i tre proiettili e la lettera minatoria. La mia voce, ma so anche quella di tanta altra gente, voleva seppellire il messaggio intimidatorio. Era giusto far sentire tutta la nostra vicinanza e solidarietà al sindaco di Serradifalco. E lui ha espresso la sua riconoscenza a tutti: ai cittadini, alle autorità, al prefetto, al comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, all’arma dei carabinieri. È stato corroborante ricevere, inoltre, attestati di solidarietà dai vari parlamentari, amministratori locali, esponenti dell’associazionismo…

“Grazie, i vostri gesti non ci hanno fatto sentire soli”, ha dichiarato Burgio. Tutti, unanimemente, a dire: non mollare. Registrare l’unione dell’intera comunità al di là dell’appartenenza politica è stata una bella cosa. Quel codardo gesto di intolleranza non aveva – come destinatario – soltanto il giovane sindaco serradifalchese. Era ed è bersaglio l’intera comunità. Salvaguardare la legalità e la democrazia è un diritto, ma soprattutto è un dovere. Di tutti. Il sindaco rappresenta le istituzioni. È inaccettabile, increscioso e mortificante ricevere quella grave minaccia.

Leonardo Burgio

In rete, Flavia Faraoni ha scritto un bel post. Riporto un breve passaggio, che ci deve aiutare a riflettere: “Oggi, ognuno di noi, cittadini di Serradifalco, ha il dovere di contrapporre in ogni modo utile il proprio sdegno e il proprio veto ad un gesto vile, mafioso e subdolo che sta mettendo a repentaglio non il sindaco solamente, ma la possibilità di tutti di poter esprimere in modo democratico il nostro pensiero. Oggi Leonardo è il simbolo di quella democrazia tanto bistrattata eppure così essenziale per ognuno di noi. Oggi qualcuno tocca, attraverso il nostro sindaco, la nostra libertà e proprio oggi tocca a noi difendere entrambe”.

In un laconico comunicato, “i serradifalchesi onesti” hanno evidenziato: “Questo non è solo un attacco vergognoso alla Persona del Sindaco e alle istituzioni, ma a tutta la comunità. Ciò che ci accomuna e ci contraddistingue sono e saranno sempre i nostri valori: Libertà, Onestà e Giustizia. Siamo tutti invitati a partecipare per ribadire che Serradifalco non ha paura e non intende piegarsi ad alcuna minaccia violenta, criminale-mafiosa”.

Quel gesto vigliacco della lettera intimidatoria con dentro tre proiettili pericolosi hanno indignato giustamente le nostre coscienze. Esserci non è stato “retorica”, ma coraggiosa solidarietà. Verso una persona, verso le istituzioni, verso una comunità. I gesti, semplici e autentici, come quello di stringerci attorno al sindaco, sono importanti. Non si chiede, ovviamente, alla gente di fare quello che devono fare gli altri. Ma con l’impegno concreto e forte di tutti, tutto si può.

Bisogna evitare che la storia si ripeta in farsa. Quel brutto episodio minaccioso non era e non è un fatto privato. Interpella tutti, con forza.

MICHELE BRUCCHERI   

 

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