“Recupero dell’essenziale” è il nuovo libro della scrittrice veneta Michela Zanarella. Poetessa e giornalista, ormai romana d’adozione, è una penna raffinata e profonda. Un volume che è dedicato a Marcella Continanza (“voce nota della poesia contemporanea”), scomparsa poco meno di due anni addietro.
Questa nuova opera poetica di Michela Zanarella vanta la prefazione di Dante Maffia e la postfazione di Anna Santoliquido. “Il libro nasce da un recupero vero e proprio di poesie andate perdute, che ho ritrovato grazie all’aiuto di alcuni amici, a cui avevo inviato i testi in lettura”, dichiara a La Voce del Nisseno (versione online) che l’ha intervistata.
Con “Recupero dell’essenziale”, Michela Zanarella è al suo diciassettesimo libro. È un’autrice nota anche all’estero e i suoi volumi vengono tradotti in numerose lingue. “Vorrei che il 2022 fosse l’anno di uscita dalla pandemia, un anno creativo intenso in cui poter fare le cose che amo – conclude – senza perdere mai la bellezza di ogni singolo istante”.
“Recupero dell’essenziale” è il tuo nuovo libro. Ce lo tratteggi brevemente?
Certamente, anzi, grazie Michele, che mi dai sempre l’opportunità di parlare delle mie pubblicazioni, apprezzo molto la tua generosità. Il libro nasce da un recupero vero e proprio di poesie andate perdute, che ho ritrovato grazie all’aiuto di alcuni amici, a cui avevo inviato i testi in lettura. Fortunatamente avevano conservato le mie poesie e una buona parte dei miei inediti sono riuscita a inserirli in questa raccolta. Voglio ringraziarli e citarli, perché senza di loro, questo libro, forse, non sarebbe mai esistito.
Prego, fai pure.
Quindi, grazie a: Felicia Buonomo, Fiorella Cappelli, Corrado Solari e Giovanni Battista Quinto. Il libro è edito da Interno Libri, progetto editoriale di Interno Editoria, casa editrice che ha fondato e gestisce il marchio Interno Poesia Editore. Devo molto ad Andrea Cati, che pubblicò nel 2017 la mia raccolta “Le parole accanto”. È un felice ritorno, sono molto contenta di aver pubblicato nuovamente con la sua casa editrice, una realtà seria e molto professionale.
So che il libro è dedicato a Marcella Continanza. Perché?
Sì, ho voluto dedicare la raccolta a Marcella Continanza, voce nota della poesia contemporanea, ideatrice del Festival della Poesia Europea di Francoforte sul Meno, scomparsa il 29 aprile 2020. Mi legava a lei una profonda e sincera amicizia, ci sentivamo spesso al telefono e parlavamo di poesia, iniziative, progetti da condividere. Marcella aveva una generosità incredibile, si è sempre spesa per gli altri, soprattutto per dare spazio ai giovani. Aveva letto le mie poesie e mi spingeva a proseguire, a crederci fino in fondo. Donna determinata e profondamente sensibile, aveva sempre un pensiero di protezione nei miei riguardi. Fu lei a farmi conoscere Anna Santoliquido, che ha curato la postfazione della raccolta. Avrei tanto voluto incontrarla, ma la distanza e altre situazioni non hanno reso possibile il nostro incontro.
Ha la prefazione a firma di Dante Maffia: è così?
Sì, Dante Maffia è un uomo generosissimo, un poeta sensibile, sono meritati i tanti riconoscimenti che ha ottenuto nel tempo, rendendolo una delle voci più apprezzate nel panorama letterario contemporaneo. Non è un caso che sia stato candidato al Nobel. È sempre stato presente nel mio percorso di scrittura. Mi ha dato molti consigli utili, che mi hanno aiutato a crescere. Lo considero una guida essenziale e gli sono grata per le parole che ha espresso in questa raccolta.
C’è anche una postfazione, firmata da Anna Santoliquido. L’hai accennato poco fa. Cosa scrive?
Come dicevo prima, Anna l’ho conosciuta grazie a Marcella Continanza. Fui ospite da lei a Bari per un bellissimo evento che ricordo con piacere per l’accoglienza che mi fu riservata nel gruppo di autrici coinvolte. Da allora siamo sempre rimaste in contatto, ho avuto il privilegio di sentirmi apprezzata e stimata. Conta moltissimo avere il sostegno di autori di spessore, che hanno uno sguardo critico sincero, mai volto al compiacimento. Anna scrive: “La silloge è ancorata al tempo e alle stagioni, quasi un bilancio dopo l’estate e ‘l’asprezza delle cose inattese’. Il dolore e l’amore confabulano ed è la natura a lenire la pena, il firmamento a dispensare la luce”. Ho notato la cura e l’attenzione con cui si è addentrata nei miei versi, la sua analisi precisa e veritiera, mi ha fatto emozionare.
Hai in programma qualche presentazione, anche in virtù della prospettiva di miglioramento sul piano pandemico?
Dopo due anni di pandemia, il desiderio di tornare alla normalità è forte. Sono consapevole che nulla sarà più come prima. Non mi sono mai fermata, nonostante la situazione particolarmente complessa. Ho scritto e lavorato con lo stesso impegno di sempre. Penso che questo libro meriti un percorso anche di incontri reali, non solo virtuali. La rete sicuramente è importante per la promozione, ma non basta. Il contatto con i lettori, vedere i loro volti, ascoltare le loro voci, è necessario. Se sarà possibile cercherò di programmare delle presentazioni in libreria o in altro luogo.
Come si può avere il tuo libro?
Il libro è ordinabile nelle librerie, in tutti gli store online e ovviamente nel sito della casa editrice Interno Libri: https://internolibri.com/libro/recupero-dellessenziale/
Da quasi due anni, con l’emergenza sanitaria da Covid-19, la Cultura ha ricevuto un duro colpo. Qual è la tua riflessione in merito?
Non abbiamo vissuto un periodo facile. La cultura ne è uscita duramente provata. Le varie restrizioni hanno ridotto le possibilità d’incontro. La cultura è rimasta sospesa, accantonata, in attesa di tempi migliori. Si sono fortunatamente cercate delle alternative e internet, attraverso i social, è diventato il luogo virtuale dove continuare le attività. La rete ha in qualche modo sopperito alle mancanze di iniziative dal vivo, almeno in questo è stata utile.
Torniamo strettamente a te. Nel corso degli anni, hai prodotto tanti volumi. Hai realizzato numerosi progetti. Ben diciassette libri. Qual è il tuo personale bilancio?
Ho pubblicato tanto, ammetto forse troppo. A volte si pensa che pubblicare sia la cosa più giusta da fare, perché essere letti è sempre un bel traguardo, che siano pochi o numerosi i lettori. Se dovessi fare un bilancio e rivedessi con obiettività le cose, alcuni libri non li avrei fatti uscire, perché potevo rivedere meglio i testi, compiere una selezione più accurata. Non mi pento delle scelte che ho fatto, avrei dovuto forse fare delle valutazioni diverse, ma questo si impara con l’esperienza. Certi aspetti si comprendono soltanto a cose già avvenute. Ho iniziato non sapendo nulla del mondo editoriale, quindi ho dovuto affrontare scogli tortuosi. Con il tempo e con gli errori si cresce e si matura.
So che anche all’estero raccogli enormi soddisfazioni. È vero?
Vero, ho ricevuto molte soddisfazioni. Da quando ho pubblicato in edizione bilingue italiano/romeno a Bucarest nel 2015 la raccolta “Imensele coincidente” e in edizione bilingue italiano/inglese “Meditations in the Feminine” negli Stati Uniti nel 2018 si sono aperte le porte con nuovi contatti, nuovi lettori, nuove opportunità. Ora la mia poesia è letta e conosciuta un po’ ovunque.
In quali lingue sei tradotta?
Sono stata tradotta in francese, spagnolo, inglese, romeno, albanese, serbo, portoghese, hindi, cinese, giapponese, bengalese, tedesco, greco, polacco. A breve uscirà una mia raccolta bilingue italiano/spagnolo in Colombia con Papel y Lapiz. Sono grata all’editore Aaron Parodi che ha voluto fortemente questo libro “La verdad a la luz”. Elisabetta Bagli ha curato le traduzioni in spagnolo, Brunhilde Roman Ibáñez si è occupata della prefazione, la pittrice Tatyana Zaytseva ha realizzato il dipinto di copertina. Un lavoro che spero di farvi conoscere prestissimo.
Le tue liriche sono tradotte in varie lingue. Qual è – dopo l’italiano – la più bella musicalità, per te, dei tuoi versi?
Amo molto il francese, perché è una lingua dolce, romantica, che ho studiato a scuola e poi approfondito in ambito lavorativo. Lo parlo e lo leggo con facilità. Adoro, tra l’altro, i poeti maledetti Baudelaire e Rimbaud. Lo spagnolo mi piace per la sonorità che si avvicina molto al mio dialetto veneto. Sono entrambe lingue molto musicali, e il ritmo in poesia è importante.
Siamo ancora agli inizi dell’anno. Cosa ti aspetti da questo 2022?
In realtà ho imparato a non aspettarmi niente. Accolgo ciò che arriva, nel bene e nel male, cercando di essere in grado di gioire, quando avviene qualcosa di piacevole, o di mantenere un equilibrio, quando succede qualcosa di imprevisto e doloroso. Vorrei che il 2022 fosse l’anno di uscita dalla pandemia, un anno creativo intenso in cui poter fare le cose che amo senza perdere mai la bellezza di ogni singolo istante.
MICHELE BRUCCHERI
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