sicilia
Giuseppe Longo

L’Arte è la soluzione per tante “cose”! Bisogna averla in dote, ma non tutti la possiedono. Fortunatamente vi sono le “eccezioni”. Giuseppe Longo è un’eccezione! Longo da quando aveva quindici anni considera la musica la sua più grande passione. Per creare uno stile tutto suo, Giuseppe Longo si è nutrito di grandi cantautori: da Paolo Conte ad Ivano Fossati, passando per De Gregori.

Tuttavia, l’artista che lo ha forgiato maggiormente è stato Lucio Battisti. La carriera di Giuseppe Longo, probabilmente, in futuro passerà anche dal Festival di Sanremo, manifestazione canora tanto cara al bravissimo musicista siciliano. Dice: “Sanremo è pieno di porte chiuse e aperte; è una giungla intricata. Una meta che sogno di raggiungere perché dà una grandissima visibilità. Anche se ciò non vuol dire nulla, perché alcuni artisti che vi hanno preso parte non se li ricorda più nessuno. Ad ogni modo il Festival rimane la manifestazione italiana più importante per confermarti e consacrarti come Artista. Bisogna naturalmente sapersela giocare bene”.

Ciao Giuseppe, come stai?

Sto benissimo, finalmente di nuovo nella mia amata Sicilia terra piena di amore. Anche se vivo a Roma, in una delle città più belle del mondo, la mia regione ha sempre il primo posto nel mio cuore. Lavoro tanto, con passione e con professionalità… e questo non è poco! Ma il mio sogno è di potermi esibire prossimamente anche qui.

Se ti dico Sicilia cosa mi rispondi?

La Sicilia è famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, per il suo patrimonio artistico e per le specialità della cucina.

Ci sono, in particolare, alcuni simboli che fanno subito pensare alla vostra terra. Scopriamo insieme a te quali sono e perché hanno reso famosa l’Isola nel mondo, ok?

Va benissimo. Con il suo patrimonio, la Sicilia ha sempre conquistato e continua a conquistare i viaggiatori di tutto il mondo. Quando la si visita, rimane impressa nella mente e nel cuore e in tanti scelgono di tornare più di una volta. Chi vi è nato, conosce bene le sue peculiarità, ma per chi non è siciliano, questa isola è rappresentata da alcuni simboli in particolare. Non si tratta di simboli che hanno soltanto un valore “turistico”. In realtà, dietro di essi si celano storia e tradizione.

Spiegaci meglio…

sicilia
Giuseppe Longo

I simboli della Sicilia, per me, sono dieci. Triscele. Iniziamo da quello più famoso, che si trova anche nella bandiera. La triscele. Si tratta di un antico simbolo celtico formato da 3 spirali unite in un punto centrale, più generalmente tre spirali intrecciate o per estensione qualsiasi altro simbolo con tre protuberanze e una triplice simmetria rotazionale. Solo successivamente venne introdotta la raffigurazione di un essere con tre gambe (dal greco antico: τρισκελής, triskelḗs). La storia dell’antica Triscele è articolata e complessa e per alcuni versi ancora avvolta nel mistero poiché si ricollega alla mitologia. Secondo gli studiosi si tratta di un simbolo indoario. Il carretto siciliano. Adibito al trasporto merci, in uso in tutto il territorio siciliano dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo, divenne poi obsoleto a causa della crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne. Costruito con diverse qualità di legno, spesso fregiato da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche, al giorno d’oggi è divenuto oggetto d’arte artigianale, nonché uno dei simboli dell’iconografia folcloristica siciliana. Cannolo e Cassata. Due dolci con la ricotta, scenografici e deliziosi. Pigne di Ceramica e Teste di Moro. Le prime hanno un profondo significato simbolico, che potete scoprire qui. Le Teste di Moro sono legate a una scenografica leggenda: leggetela qui. Pupi Siciliani: non sono semplici marionette, sono vere opere d’arte. L’opera dei Pupi è una splendida tradizione da salvaguardare. Scacciapensieri. Noto come marranzànu, mariòlu o ngannalarrùni ed è spesso utilizzato nella musica siciliana per accompagnare canzoni (la canzuni siciliana) e tarantelle. Ancora esistono alcuni costruttori di marranzano tra i quali Carmelo Buscema di origine ragusana che ha avuto l’opportunità di incontrare Giuseppe Alaimo il fabbro costruttore più anziano scomparso pochi anni fa. Coppola. Non ha bisogno di presentazioni. È un berretto con una piccola visiera e una cupola tendenzialmente piatta o a spicchi. Disponibile in diversi modelli e in una vasta varietà di tessuti, è un copricapo comune a più culture e paesi, ma in Italia il suo uso è particolarmente caro al costume siciliano. Maioliche. Colorate e curate nei dettagli, le maioliche siciliane sono opere d’arte. Sono talmente apprezzate, da essere diventate, con i loro motivi, decorazioni per ogni tipo di accessorio, abbigliamento e oggetto. Fichi d’India. Il più classico dei paesaggi siciliani include una pala di fico d’India. Questa pianta e i suoi deliziosi frutti fanno subito venire in mente l’isola. Fiori di Zagara o di gelsomino. Abbiamo deciso di associare questi due fiori, anzitutto perché il loro profumo è stupendo e in secondo luogo perché basta sentirne l’odore per immaginarsi subito un bellissimo paesaggio di Sicilia.

La Sicilia è l’isola più grande del Mediterraneo e la regione più estesa d’Italia. Vanta il primato per le aree naturali protette.

Già. Vi sono 5 parchi regionali: Parco Fluviale dell’Alcantara, Parco dell’Etna, Parco delle Madonie, Parco dei Monti Sicani, Parco dei Nebrodi; 6 aree marine protette (Capo Gallo, Riviera dei Ciclopi, Egadi, Ustica, Pelagie e Plemmirio) e settantadue riserve naturali.

sicilia
Giuseppe Longo

La Sicilia conta 88 alberi che sono iscritti nell’elenco degli Alberi Monumentali d’Italia riconosciuti con decreto del Ministero dell’Ambiente. Lo sapevi?

Sì. Uno di questi alberi è “Il Castagno dei 100 Cavalli“ – un albero plurimillenario ubicato nel Parco dell’Etna, nel territorio del comune di Sant’Alfio. È considerato uno dei più grandi d’Italia. Nella provincia di Catania tra Zafferana Etnea e Milo si trova Ilice di Carinu – il più grande e antico leccio dell’Etna.

Hai letto “Il piccolo principe” nella versione siciliana?

Sì. Il libro si intitola ‘U principinu’ da Editions Tintenfass.

Palermo è la capitale europea dello street food, ne eri a conoscenza?

Sì. Arancini, cartocciate, pane e panelle, pane ca meusa, panino con carne di cavallo, sfincione, stigghiole, pani cunzatu, iris… Sono queste le pietanze del ‘cibo di strada’ siciliano e possiamo essere orgogliosi, perché la città di Palermo è la Capitale Europea dello Street Food ed è tra le cinque città migliori per il cibo di strada nella classifica di Forbes.

Sei mai stato al festival degli aquiloni in Sicilia?

Una sola volta. Da undici anni si svolge nel mese di maggio a San Vito lo Capo il Festival degli aquiloni. Un evento amato da grandi e piccini che riesce a unire tutti grazie al suo messaggio di pace e libertà e per il suo carattere eco-sostenibile. Una manifestazione dedicata a questo antico oggetto sportivo e ricreativo presente in diverse forme: aquiloni costruiti con foglie e con carta di riso, con disegni che evocano flora e fauna, con colori variopinti…Insomma, il Festival degli aquiloni è una festa da vivere in allegria in tutta la famiglia.

Nel comune di Blufi, nel palermitano, davanti al Santuario della Madonna dell’olio accade da qualche anno in primavera un evento molto particolare.

Il campo coltivato a grano si riempie di tulipani rossi che crescono spontaneamente e attirano molti visitatori e fotografi. Il Santuario in sé è molto suggestivo, un posto di pace e visitarlo nel mese di maggio con lo spettacolo dei tulipani che ci regala la natura è ancora più bello. Dietro il santuario una stradina porta alla fontanella con l’olio. Io da cattolico sono molto vicino emotivamente a questo “magico” posto.

Musica siciliana: i cantanti più famosi di oggi e di ieri.

In Italia ogni regione è legata alle sue tradizioni e alla propria cultura, attraverso i differenti dialetti, gli usi e i costumi che caratterizzano il nostro immenso patrimonio artistico. Da questo punto di vista, la nostra Penisola offre numerose sfaccettature musicali, che vanno dal classico al folklore, passando per le scuole cantautorali, fino alle nuove leve che mescolano la nostra tradizione a sonorità di importazione anglo-americana.

Negli ultimi vent’anni si è fatta notare discograficamente la ‘cantantessa’ catanese Carmen Consoli, a te lei piace?

Sì. Ha una bellissima voce… è autrice di numerosi brani di successo molti dei quali eseguiti in dialetto. Lei a proposito della Sicilia ha detto: «La mia regione è un dono di Dio, ci sono posti che non ti immagini, alla fine di una strada ti imbatti in un anfiteatro fatto di pietra lavica, e se sali sull’Etna e vedi il mare, beh, allora capisci perché chi conosce la Sicilia ne sia innamorato», io sono pienamente d’accordo con quanto ha affermato.

Tra gli altri cantanti nati in Sicilia, che esportano all’estero i colori e i sapori di questa meravigliosa regione, attraverso la loro musica, ricordiamo?

Ignazio Boschetto e Piero Barone (due dei tre tesori de “Il Volo”), la cantante crossover Filippa Giordano, il crooner catanese Mario Biondi (che, con il suo timbro vocale caldo e passionale riconducibile a Barry White, riscuote grande successo in giro per il mondo), l’italo-belga Salvatore Adamo, Carmelo e Michelangelo La Bionda (considerati gli ideatori della italo-dance anni ’70), Roy Paci & Aretuska e Alborosie, tra i più importanti cantanti reggae della scena mondiale che ha trovato la sua fortuna discografica trasferendosi in Giamaica.

L’arte dei suoni, ovvero la musica cosa rappresenta per te?

La tempestività di liberare, attraverso la sua primordiale natura evocativa (l’Arte deve essere evocativa, no descrittiva), emozioni fossilizzate nel nostro inconscio, anche il più profondo.

Il tuo genere musicale preferito qual è?

Sono un cantautore, di conseguenza, mi rifaccio al cantautorato cercando di eludere testi commerciali e divenuti, ormai, dei clichè. Una delle mie canzoni ‘Il volo di Icaro’ la si può ascoltare e ‘vedere’ su Youtube scrivendo, appunto, ‘Il volo di Icaro’ di Giuseppe Longo.

Sei un musicante e ciò ti rende speciale agli occhi del pubblico. Ne sei consapevole? Sinceramente ni. Sono una persona come tante, ho solo saputo mettere a fuoco i miei talenti, trasformando le mie passioni in una professione.

La star italiana che adori? E quella straniera?

Senza dubbio Lucio Battisti ed Elton John.

Puoi raccontarci una cosa accaduta durante un tuo concerto?

Ok. Durante un mio concerto ho interpretato la canzone “Alexanderplaz” di Franco Battiato. Il pubblico era in delirio. Tutti amano Battiato.

Sogno nel cassetto?

Nel mio cassetto ho tanti sogni. Alcuni li ho già realizzati… altri sono in fase di post-produzione (ride, ndr).

ILARIA SOLAZZO

Contatti social dell’artista:

https://www.facebook.com/giuseppe.longo.9883

https://www.instagram.com/icaruccio/

https://www.youtube.com/channel/UCzK24v47IS0M8CHXqWHohOA

LEGGI ANCHE: MIRCO GOLDONI: “NOI SIAMO I NOSTRI RICORDI”

Articolo PrecedenteCALTANISSETTA, CONTROLLI DEI RIFIUTI NON CONFORMI: SI CONFERMA IL TREND POSITIVO
Articolo successivoSONO 97 I GUARITI DAL CORONAVIRUS NEL NISSENO: TRE LE VITTIME (DI RIESI, NISCEMI E BUTERA)