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Cinzia Tedesco

Il suo canto ti avvolge, ti dà carica, ti fa sognare, ti emoziona. La sua energia ti trasmette pensieri positivi, il suo impegno ti fa riflettere e ti allarga gli orizzonti culturali. Non può essere che lei, Cinzia Tedesco, artista a 360 gradi, poliedrica, creativa e sempre pronta ad esplorare non solo le diverse sfaccettature del panorama jazzistico, ma l’intero universo musicale, dall’opera al classico dal pop al blues.

Laureata a pieni voti in informatica, Cinzia Tedesco non solo è cantante ma anche compositrice e interprete di musical. La sua versatilità le consente di spaziare in ogni ambito con passione, entusiasmo e grinta.

Dai concerti alla partecipazione a diverse trasmissioni televisive, dalle testimonianze delle sue eccellenti interpretazioni su giornali autorevoli a numerosi interventi radiofonici con interviste, la sua carriera è corposa, variegata e continuamente aperta a nuove esperienze: una continua crescita che costantemente riceve consensi lusinghieri e prestigiosi.

Protagonista del jazz internazionale in diverse formazioni, non solo ha calcato e calca i palchi di prestigiosi teatri e festival, ma è anche voce solista di importanti orchestre come Parco della Musica Jazz Orchestra di Mario Corvini e Pietro Iodice e l’Orchestra Jazz della Sardegna (OJS). Nel corso della sua crescita artistica ha inciso numerosi dischi, ha collaborato con eccellenze del panorama jazzistico e ideato e realizzato progetti pregiati come il disco Verdi’s Mood by Cinzia Tedesco e recentemente Mister Puccini in Jazz entrambi pubblicati dalla Sony Music.

Per non parlare dei prestigiosi premi e riconoscimenti che non solo sono stati gratificanti ma sono la testimonianza del suo talento e della sua grande personalità artistica.

Benvenuta a “La Voce del Nisseno”.

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Cinzia Tedesco

Che gioia poter parlare con te, Daniela, e raggiungere il grande pubblico che segue la vostra testata giornalistica.

Versatile, talentuosa, aperta a ogni ambito musicale, quando hai scoperto il tuo amore per il canto?

Ero piccolissima, cantavo in macchina nel viaggio Gioia del Colle – Taranto, quasi un’ora di viaggio per andare a far visita ai nonni e in macchina si ascoltava Tom Jones, Mina, Frank Sinatra, Fred Bongusto… ed io imitavo i cantanti. Poi, ad otto anni, il debutto durante una festa al mare nella spiaggia militare di Chiatona, accompagnata da mio padre alla chitarra e da avieri che papà selezionava per capacità musicali così da creare un gruppo con la figlia, e lui stesso, alla voce. Crescendo ho cantato di tutto, anche musica da ballo, ho cantato in matrimoni, nelle piazze, nei piano bar e questa feroce gavetta mi ha resa forte, capace di affrontare qualsiasi situazione e qualsiasi repertorio. Da adolescente mi sono innamorata di Ella Fitzgerald, Steve Wonder, Barbra Streisand, e poi Whitney Houston, Al Jarreau, George Benson, Aretha Franklin, ampliando il repertorio e crescendo vocalmente.

Sei laureata a pieni voti in informatica, c’è un collegamento tra questa disciplina e la tua carriera musicale?

Ho studiato all’Università, confesso, per due motivi: il primo è legato al fatto che sono sempre stata una studente modello, amavo studiare e primeggiare in classe, così da avere la mia rivincita su una leggera obesità che mi ha causato tante paure, insicurezze e pene giovanili; la seconda era di natura economica, perché dovevo contare sulle mie forze per poter andare a Roma e senza un titolo di studio non avrei mai avuto accesso ad una azienda nella quale ho iniziato a lavorare e che mi ha dato anche la possibilità di essere nella Capitale, per continuare a cantare e crescere nel mondo della musica. A Roma lavoravo e nel contempo partecipavo a programmi televisivi, cantavo nei locali ed iniziavo quel cammino nel mondo del jazz che ho fatto grazie a tantissimi musicisti di grande valore che nei miei primi anni a Roma hanno creduto che valesse la pena suonare per me. Ricordo i primi passi nei club romani e il primo concerto all’Alexanderplatz Jazz Club, tempio del jazz della Capitale, dove Giampiero Rubei volle farmi esibire, giovanissima ed emozionata.

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La locandina

Il tuo percorso professionale non è ricco… di più… in poche parole puoi donare ai nostri lettori le tappe importanti dell’excursus che ha determinato la Cinzia Tedesco di oggi…

Se mi guardo indietro, oggi che sono musicista a tempo pieno, mi stupisco di quello che sono riuscita a costruire durante un lungo periodo in cui lavoravo per una società multinazionale nel settore spazio e difesa, occupandomi di processi, organizzazione e qualità del sw, e girando l’Europa per partecipare a progetti internazionali. Non lo nascondo, sono orgogliosa del cammino che questa ragazzina pugliese è riuscita a fare con le sue forze, con lo studio e con la grinta che certamente sono i cardini del mio essere artista.

Prosegui Cinzia…

Ho inciso dischi a mio nome, da Vento D’Africa (Ad Records), Rite Time (UM Records), Like a Bob Dylan (CNI Records) sino a Verdi’s Mood e Mister Puccini In Jazz, prodotti e distribuiti dalla Sony; collaborato a varie produzioni musicali, cantando brani in dischi di colleghi, e che mi vedono anche come autrice; lavorato in teatro come co-protagonista del musical ‘Fin De Siecle’, al fianco di Piera degli Esposti, e dello spettacolo musicale ‘Verdi’s Mood e Le Donne’, ideato da me con la regia di Juan Diego Purta Lopez ed i testi di Gianni Guardigli, con la fianco Maddalena Crippa; ho cantato a New York alla presenza di George Benson; a Roma, per il Presidente Bill Clinton; ho calcato palchi prestigiosi in tutta Italia portando i miei progetti musicali all’attenzione di un pubblico che con il tempo è cresciuto e che, anche oggi, mi regala attenzione ed affetto.

Come ho già accennato sei aperta a tutti i generi musicali, ma c’è stato un momento in cui hai capito che il canto jazz ti calzava a pennello…

Ascoltare Ella Fitzgerald mi ha fatto capire, sin da ragazzina, che potevo usare la voce con una creatività che il jazz ti consente di mettere in campo, sempre che il talento personale lo consenta. Ascoltare jazz e mettere in pratica quello che percepivo, capivo e sperimentavo da sola, assaporare la libertà espressiva del jazz mi ha fatta crescere e mi ha consentito di fare un salto di qualità tecnica ed espressiva, raggiungendo oggi il ‘mio modo di essere vocalist’.

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Cinzia Tedesco

Partecipazione ad eventi, concerti, serate in diverse formazioni e in diversi contesti, dai grandi teatri ai club, dalla tv alla radio… Ce ne parli?

Grazie Daniela di questa domanda perché per risponderti devo guardare indietro e ricordare i palchi, gli incontri, gli applausi, i timori prima di una intervista in diretta davanti a milioni di radioascoltatori, i brividi prima dell’accendersi della telecamera Rai, ben sapendo che sei lì e te la devi giocare bene. Ho lavorato per anni con Pippo Baudo cantando in diretta in prima serata, sono stata intervistata da importanti anchorman radiofonici sulle radio nazionali, rilasciato interviste ai tg nazionali ed a riviste specializzate come Musica Jazz e Jazz IT, e tutto questo ha contribuito alla costruzione della Cinzia che sono oggi, ma ancor di più ha fatto il collaborare con arrangiatori di  grande livello come Stefano Sabatini e Pino Jodice, tenere concerti con formazioni orchestrali eccezionali come, tra le tante, la Mario Corvini & Pietro Iodice Roma Jazz ensamble, l’Orchestra Jazz della Sardegna, la Sinfonica Abruzzese, l’Orchestra di Dino e Franco Piana, l’Orchestra di Lecce e del Salento e la Puccini Festival Orchestra. Non è stato facile, non è mai in discesa, neppure oggi: quello che noi artisti facciamo è costruire il nostro percorso passo dopo passo, superando intemperie e muri, nella speranza di trovare, durante la salita, un altipiano per riposare e godere dei propri successi.

La tua carriera è stata un crocevia di grandi protagonisti della musica, dell’arte, del mondo radiotelevisivo. Qualche ricordo e qualche persona a cui sei particolarmente legata…

Indubbiamente Pippo Baudo! Mi scelse e mi volle in Tv, ed ancora oggi capita di averlo ospite in platea quando mi esibisco a Roma. Un vero onore.

Molto interessanti e di grande successo i tuoi progetti legati al meraviglioso mondo dell’opera lirica…

Ho sempre cercato la strada della originalità perché ritengo che un artista debba osare, aprire nuovi percorsi e catturare il pubblico con un valore artistico e culturale che giustifichi il progetto.  Mi domando sempre: c’è davvero bisogno di questo progetto? Ha senso fare quello che faccio? A chi sto parlando? E l’intuizione di cantare in jazz la lirica è stata vincente, perché progetti strumentali anche molto belli se ne trovano in Italia e nel resto del mondo, ma cantare in un certo modo le arie Verdiane e Pucciniane ha un marchio di fabbrica chiaro e indiscutibile: il mio. Può piacere, può essere criticato, può essere amato o stroncato, ma è il mio. In questi dischi c’è la Cinzia che studia Ella Fitzgerald, che canta uno standard nel club, che si diverte guardando la gente che balla mentre lei piccolina canta un valzer, c’è la mia storia, quello che ho assorbito nelle piazze, ascoltando i concerti dei colleghi che stimo, i brividi che ho provato, le sofferenze che ho patito… c’è molto di me. Ho voluto creare un ponte tra il passato della grande tradizione operistica ed il presente, e portare le grandi melodie della tradizione italiana al pubblico del jazz.

E a questo proposito parliamo del tour in quintetto col progetto “Le donne Jazz”.

È un progetto che nasce dalla voglia di tornare al passato con una nuova consapevolezza, di cantare gli standard che hanno reso celebri le jazz vocalist dell’epopea del jazz, di riproporre melodie eterne e tanto amate ma di farlo ‘a modo mio’, con un lavoro di arrangiamento curato da Pino Jodice, ed un gruppo di altissimo livello che vede lo stesso Jodice al pianoforte, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria. Metterò in campo anche la mia esperienza teatrale perché racconterò le vite delle artiste, aneddoti, momenti di quella epopea che faranno da filo conduttore alle melodie che canterò.

Il 5 marzo sarai a Napoli, dove e come acquistare i biglietti?

Sarò con gioia immensa nell’Auditorium Salvo D’Acquisto, in zona Vomero a Napoli, in Via Morghen 58, ore 21.30. I biglietti si acquistano in botteghino o su ticketone.

Un consiglio da dare alle giovanissime che intraprendono questa carriera.

Ascoltare le grandi voci, fare esperienze senza preclusioni di genere, studiare musica, andare ai concerti… e ricordarsi che c’è sempre qualcuno ‘più bravo di noi’ per cui il vero valore è nell’essere se stessi. Il percorso di ricerca della propria identità artistica è lungo e tortuoso, ma bisogna viverlo appieno, senza mentire mai al pubblico. Mai cedere a facili traguardi perché si può anche salire rapidamente la scala del successo, ma mantenerlo richiede solidità, valore, carattere e tanta forza. Auguri a tutte loro ed ovviamente le aspetto ai miei concerti!

Grazie e… ad maiora!

Grazie a te Daniela e al pubblico della splendida terra campana, che amo incondizionatamente.

DANIELA VELLANI

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