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Barbara Scarpa

Barbara Scarpa, di Merate, provincia di Lecco, è un’amica che conosco da alcuni anni. Dalla voce dolce e affabile, dallo sguardo tenero e delicatamente profondo. Mi ha raccontato doviziosamente la sua lunga e toccante via Crucis, fatta di frequenti ricoveri ospedalieri e di problematiche importanti da affrontare. Nonostante il suo atroce dolore e la sua perenne sofferenza, emana sempre una luce abbagliante. Lampi di speranza e di gioia di vivere.

Dipinge, con le sue parole, un ritratto, il ritratto della cieca fiducia. Che nasce principalmente dalla sua solida e incrollabile fede, ma anche dalla sua immensa forza interiore, dalla sua ferrea volontà. “Pregate perché non siete mai soli”, dichiara apertamente. Una donna che non si fa spezzare da niente e da nessuno. Va avanti a testa alta. Con grinta e determinazione.

Ha imparato ad essere forte e coraggiosa. Da poco tempo, il suo segreto sepolto nella memoria è diventato racconto condiviso. Sa che dietro le nuvole, si cela sempre un sole splendente e caldo. E’ una inguaribile sognatrice. Insegue infatti tenacemente i suoi sogni, nonostante tutto. Alla vita chiede umilmente un risarcimento: un po’ di vera serenità. E la merita.

Ama la musica e il canto. Ama l’essenzialità. Ha lavorato con il grande comico Enrico Beruschi, suo prezioso amico. Ama l’arte, il mondo dello spettacolo. Ma eccola al nostro microfono a dipanare il filo della memoria. Eccola nella versione on line del nostro periodico d’informazione “La Voce del Nisseno”.

Barbara, tu hai avuto una grave infezione polmonare. Tutto inizia nella primavera del 1996. Ci racconti le principali tappe della tua dolorosa esperienza?

Nell’aprile del 1996 incominciai ad avere la tosse stizzosa e per i medici la diagnosi era attribuita allo stress (quando in realtà avvertivo sempre una costrizione toracica). Trascorse un mese, quando la comparsa di una crisi asmatica di particolare intensità, mi costrinse al ricovero presso l’Ospedale Niguarda di Milano. Ricordo che il primario disse ai miei familiari che non mi avrebbero fatto nemmeno la tracheotomia perché per loro ero persa, ero cianotica con più del doppio dei battiti cardiaci. Mi somministrarono il cortisone ad alti dosaggi, teofillina e una terapia broncodilatatrice.

Hai vissuto una esperienza peculiare di pre-morte. Quali sono i tuoi personali ricordi in tal senso?

Francamente di quel ricovero non ricordo molto eccetto di essere stata in un tunnel e di aver sentito una voce che diceva: “Non è ancora la tua ora… Vado prima io”. Al mio risveglio da quell’apparente “sogno”, mi sentii scuotere e ripetutamente chiamare. Ricordo il viso di una donna bionda che mi disse: “Non volevamo spaventarti ma dirti che nostra madre è morta prima che ti svegliassi qui da sola”. Non riuscivo a realizzare quello che mi fosse accaduto, pensavo di aver sognato. Una volta dimessa dall’ospedale, tornata a casa, cercai di capire cosa mi fosse realmente accaduto, se ciò che ricordavo fosse stato solo un sogno oppure fonte della mia immaginazione dovuta al sovraccarico di farmaci, ma la percezione della “realtà” era talmente forte che decisi di fare chiarezza al primo ravvicinato controllo. La cosa più ovvia che potessi fare era cercare la caposala per chiederle se durante i giorni del mio ricovero in ospedale fosse deceduta una donna nella mia stessa camera. Una volta controllato, con il cuore che sobbalzava in gola, la risposta fu: “Sì”!

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Barbara Scarpa e il comico Enrico Beruschi

E gli altri cosa ti dissero in merito?

Francamente non ne ho mai parlato per paura del giudizio!

Ti senti miracolata. Ci spieghi meglio questo importante concetto?

Mi permetto di dire che spesso si cercano Miracoli quando la Vita è il Miracolo stesso. Dal latino «miraculum», cosa meravigliosa. Ed io sono qui a raccontarmi meravigliosamente per la quarta volta. Non so se posso definirmi miracolata, ma certamente una fenice che rinasce sempre dalle proprie ceneri. A seguito di questo episodio ne ho avuti altri molto significativi e vi racconto i più importanti nei miei undici anni di ripetuti ricoveri ospedalieri.

Raccontaci pure, Barbara.

Il primo episodio risale appunto al 1996, quando ho avuto l’esperienza di pre-morte. Correva l’anno 2007 (esattamente era il 18 aprile), perdo i sensi. Codice rosso. Mi viene somministrata l’adrenalina in casa. Portata al pronto soccorso, vengo ricoverata per una polmonite bilaterale. Non si sapeva se ne sarei uscita viva, visto che sono allergica alla penicillina e ai fans… Ma miracolosamente, guarisco.

E poi?

L’ultimo episodio importante e significativo si è presentato lo scorso anno, quando dovendo affrontare un importante intervento, operata al Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (in provincia di Verona), il chirurgo mi preparò, dicendomi che non sapevano, aprendomi, cosa avrebbero trovato. Alla peggio, l’intervento sarebbe potuto durare anche otto-dieci ore o forse dodici ore. E con le mie problematiche respiratorie, certamente non sarebbe stata una passeggiata. Miracolosamente – dopo il viaggio fatto a Medjugorie – l’intervento è andato a buon fine. Il nodulo si è fermato alla bocca dell’intestino, evitandomi così la resezione intestinale.

Che ruolo ha avuto ed ha, per te, la fede e la preghiera?

Solo la Fede e il mio cammino spirituale mi hanno dato la forza d’amore per la vita.

Chi sono state le persone che hanno condiviso, con te, questo lungo e sofferto cammino?
Barbara, la Famiglia Celeste, i miei Familiari e pochissimi intimi Amici.

Nel gennaio di due anni fa, facendo un viaggio in treno verso Verona hai vissuto una singolare esperienza. Ce ne parli?

Era il 16 gennaio 2012 e mentre ero in viaggio, sul treno per raggiungere l’ospedale Sacro Cuore don Calabria di Negrar in provincia di Verona, lo ricordo come se fosse adesso, nel mio stesso vagone salirono due donne le quali attirarono la mia attenzione con un ‘buongiorno’ intenso e deciso. Erano due donne con una luce particolare negli occhi, direi carismatiche. Ero assorta nei miei pensieri, quando Lucia si mise a parlare liberamente con Elisabetta, attirando la mia attenzione nel raccontare il viaggio fatto a Medjugorje. Rimasi colpita da Lucia che mentre raccontava del suo viaggio, disse: “Vedi questo anello in oro bianco, è un rosario e solitamente non hanno il volto della Madre Celeste”. Si sfilò l’anello dal dito facendolo vedere alla sua amica, e nel riprenderlo solo con lo sguardo e porgendolo mi chiese se volessi vederlo. Annuii sorridendo e nel mostrami l’anello cadde nella mia mano sinistra con il volto della Madre Celeste rivolto verso di me. Mi attraversò un brivido in tutto il corpo e con le lacrime agli occhi guardai fuori dal finestrino e vidi il paesaggio talmente brinato che sembrava innevato. Tra me e me pensai: “Ok, ho capito! Madre, mi stai chiamando”.

Raccontami del tuo pellegrinaggio a Madjugorie?

In quel periodo non lavoravo e non potendomi permettere spese extra, in Preghiera dissi: “Madre, se mi stai chiamando, chiedo aiuto agli Angeli e Arcangeli, e mettetemi in condizione di venire”. Le mie Preghiere sono state ascoltate perché nel giro di una settimana mi sono stati donati i soldi giusti per andare in viaggio.

So che hai conosciuto una veggente. Mi parli di Vicka?

Ho avuto la fortuna di incontrare Vicka senza volere e senza aspettativa. Il nostro gruppo è riuscito a presenziare vicino alla casa dove Vicka si rivolge a milioni di Fedeli. Ero con il mio gruppo quando Marcella, la badante di Benedetta, mi chiese se potevo accompagnarla io davanti alla casa di Vicka perché lei non si sentiva bene ed io amorevolmente accettai. Poco dopo Vicka uscì di casa e si rivolse ai milioni di Fedeli in attesa di ascoltarla. Alla fine del suo discorso e dell’incontro-Preghiera, scese le scale per andare incontro agli ammalati e con Benedetta ci fu un incontro di sguardi e sorrisi, fino a che ci scambiammo qualche parola in lingua (la mia terra madre). Avrei voluto incontrare la veggente Miriana ma purtroppo non c’è stato tempo. La guida prima di ripartire mi disse: “Mi spiace che non hai incontrato la veggente Miriana, ma ricordati che i Veggenti già sanno quando arrivano gli ammalati ciò di cui hanno bisogno. Soprattutto Vicka. Ed è più importante che tu abbia incontrato Lei. Anche tu, come tutti, sei affidata alla volontà della Madre Celeste”.

Ad ottobre hai vissuto un particolare momento. Di cosa si tratta?
Sì, ad ottobre sono stata nuovamente Miracolata perché durante quest’ultimo ricovero avevo quasi 20000 globuli bianchi che affermavano un’importante infezione polmonare (infatti hanno riscontrato conseguenze polmonari) che all’oggi sono ancora qui a raccontare, essendo appunto allergica alla penicillina e superare un’importante infezione polmonare resta difficile. Soprattutto perché ancora una volta ho avuto una grave crisi respiratoria che non mi permetteva di staccarmi dall’ossigeno.

Cambiamo discorso. Hai lavorato con il grande Enrico Beruschi. Com’è nata la tua passione per il mondo dello spettacolo?
Ho sempre avuto il tarlo dell’Arte ed ho studiato al Centro Teatro Attivo di Milano. Il mio fine era il doppiaggio, ma purtroppo per ovvie ragioni mi sono fermata prima. È stato un onore lavorare con il grande Enrico Beruschi, un grande attore. Un grande artista professionista che a tutt’oggi stimo molto.

Hai conosciuto da vicino questo brillante artista. Quali sono i tuoi ricordi?
Beh…, che dire! C’è molto da imparare da un grande professionista, umile e soprattutto con il quale ho stretto una meravigliosa amicizia. Tanto che mi è stato vicino nel percorso della mia malattia venendomi a trovare anche in ospedale. Se posso dirlo: “Grazie Enrico”. È un caro Amico che ha condiviso umanamente la mia sofferenza.

Ami cantare. Quando nasce questa travolgente passione?

Quando studiavo Recitazione, già presentavo serate di karaoke… La Musica è sempre stata la mia compagna di vita. Ascoltare la Musica è ascoltare un amico. Ascoltando tanta Musica non si è mai soli.

Che genere di musica ascolti abitualmente e perché?
Ad essere sincera, la Musica mi piace tutta: dalla Classica al Jazz, al Pop. Tutta. A seconda dello stato d’animo in cui mi trovo, ascolto un certo tipo di Musica. Se sono triste, ascolto Pop Dance che mi aiuta a cambiare le mie frequenze… Se sono euforica, ascolto tranquilla la Classica o la New Age… Ho scoperto di essere Soprano così per scherzo, iniziando a studiare canto per correggere dei noduli alle corde vocali. Credo che la Musica vera sia tutta d’amare e sia uno stato emotivo interiore.

Qual è la canzone che canti meglio?
“Eppure sentire” di Elisa e “Solo per Te” di Giuliano Sangiorgi, anche se per molto tempo ho cantato “Quello che le donne non dicono”.

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Barbara Scarpa

Che libri ami leggere?
Amo i libri che parlano di Spiritualità e Consapevolezza. In particolare adoro Paulo Coelho, credo che “Sulla Sponda del Fiume Piedra mi sono seduta e ho Pianto” sia un libro da consigliare a tutti.

Quali sono i tuoi pregi? E i tuoi difetti?
Aiuto! Penso che ad un cuoco non si chieda se è bravo a cucinare ma si lascia l’opinione a chi assaggia le sue pietanze… Non saprei. Certamente di difetti ne ho tanti. Siamo qui per imparare ogni giorno e come tutti, ogni giorno, mi metto in discussione per cercare di dare il meglio.

A quali valori non rinunceresti mai?
Sicuramente alla Famiglia, nella quale credo molto. Penso che i figli se nascono con Amore & Equilibrio, da un seme semplice e naturale… saranno melodiche piante, sane e forti, che nell’ascolto daranno solo buoni frutti… Alla mia Dignità, alla quale non c’è prezzo! All’Amicizia… un infinito Amore. Alla Verità e alla Sincerità, per me molto importanti nel cammino della vita.

Quale messaggio intendi lanciare, tramite la nostra intervista, ai lettori?

Spero vivamente che la mia storia possa essere di aiuto a tutti coloro che si sentono smarriti e proprio a loro dico: Pregate e ringraziate perché non siamo mai soli! C’è sempre una forza suprema che ci aiuta a combattere le avversità della Vita. La Vita è una meravigliosa sinfonia se si sta in armonia. Con il cuore…, Luce e Amore.

MICHELE BRUCCHERI

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