La Settimana Santa e, in particolare, il triduo pasquale, celebra quello che è il cuore del cristianesimo. I riti liturgici attualizzano sacramentalmente il mistero dell’amore di Dio che si manifesta in Gesù. Il Figlio di Dio che dà la vita per la salvezza dell’umanità.
Nei nostri paesi di antica tradizione cristiana, accanto alla viva attualizzazione del mistero che si realizza nella celebrazione liturgica, lungo i secoli, si sono affermate diverse manifestazioni di pietà popolare che caratterizzano anche la cultura locale. In tal senso possiamo parlare di Settimana Santa serradifalchese.
Molte di queste manifestazioni sono comuni ai paesi vicini. Qualcuna è tipica di Serradifalco. Comune a diversi dei nostri paesi è la sacra rappresentazione della “Passione” che, con encomiabile entusiasmo e generoso spirito di sacrificio, i nostri giovani propongono, in piazza San Francesco, la sera del Mercoledì: una bella ouverture artistico-culturale alla celebrazione vera e propria della Passione (quest’anno Martedì, ndr).
Il Giovedì inizia il triduo liturgico: è il giorno dell’Eucarestia. A Serradifalco un fatto puramente funzionale (il trasferimento delle statue per la processione del Venerdì, dalle famiglie che le custodiscono lungo l’anno, alla Madrice) è diventata una lunga, impropria processione. Si è ritenuto opportuno non eliminarla, ma trasferirla al pomeriggio come pubblica apertura introduttiva della celebrazione alla Madrice. Le tre statue partiranno insieme dall’Immacolata e, attraversando, la tradizionale via dei santi, entreranno nella chiesa Madre.
Diverso è il significato e valore della processione serale: il cosiddetto «viaggio di li burgisi». Si inserisce nella logica della celebrazione liturgica dell’istituzione dell’Eucarestia. Il popolo di Dio viene invitato a visitare “i sepolcri” a ringraziare e adorare il Santissimo conservato nelle chiese che hanno fatto la celebrazione. La visita va fatta o singolarmente o in gruppo. Il “viaggio di li burgisi” esprime questa fede ed è fatto comunitariamente portando con sé le insegne e l’immagine della Madonna. Lo stesso significato ha la mattina del Venerdì “lu viaggiu di li mastri”.
A proposito di viaggi… caratteristica serradifalchese è l’annacata. Penso voglia esprimere, in modo popolare, il dolore angoscioso per la morte del Figlio di Dio. I più anziani ricorderanno i lamenti urlati dei parenti dinanzi alla salma di un congiunto o, per i cultori dell’arte, lo straziante “urlo” di Munch. Il Venerdì, all’imbrunire, dalla Madrice salgono verso il Calvario “l’urna” accompagnata dalle tre statue: Addolorata, Maddalena e San Giovanni. Ai piedi della croce sostano durante la rappresentazione della “Scinnenza” curata egregiamente dal Circolo degli Artigiani. Alla fine, il dramma sacro si snoda processionalmente, come pio esercizio, attorno all’urna con il corpo del Cristo morto.
Coltivare le tradizioni, purificarle da incrostazioni improprie, trasmetterle con cura e competenza è opera meritoria per la salvaguardia della identità culturale di un popolo. Merita il “grazie” sentito della comunità.
Padre GIOVANNI GALANTE
(Arciprete chiesa Madre
di Serradifalco)
LEGGI ANCHE: “LA VOCE DEL NISSENO” OGGI – VENERDÌ 17 MARZO – FESTEGGIA 21 ANNI: GLI AUGURI DEI VIP (VIDEO)