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TRIBUNALI SOPPRESSI IN SICILIA, ALFONSO FARRUGGIA (UILPA): “SI RIAPRANO”

Redazione Online – SINDACATO. Il segretario generale: per ribadire la presenza dello Stato nei territori. Ecco la presa di posizione dell’esponente sindacale che illustra la questione

tribunali
Alfonso Farruggia
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In merito alla vicenda relativa alla soppressione dei tribunali e al loro possibile ripristino, si registra la presa di posizione della Uil Pubblica Amministrazione Sicilia, che interviene attraverso il segretario generale Alfonso Farruggia.

“Da mesi – afferma l’esponente sindacale – la UILPA segue con attenzione il dibattito, anche politico, sviluppatosi attorno alla riapertura delle sedi di Mistretta, Modica e Nicosia, nelle province di Messina, Ragusa ed Enna”.

“Condividiamo – spiega – la richiesta che il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha rivolto alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e ora attendiamo il voto del parlamento regionale sul Ddl fermo all’Ars”.

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“Siamo favorevoli alla riapertura degli ex uffici giudiziari – chiarisce il segretario generale – per due ragioni. La prima – puntualizza – riguarda la necessità di garantire, attraverso la presenza capillare dei tribunali in tutta l’isola, le funzioni dello Stato anche in territori distanti dai capoluoghi di provincia”.

“I tribunali – aggiunge – sono presidi di legalità e la loro apertura ha un valore emblematico, oltre che operativo”.

“La seconda, non meno importante – precisa ancora Alfonso Farruggia – riguarda invece l’utenza che a vario titolo, ogni giorno, ha necessità di raggiungere i tribunali: semplici cittadini ma anche avvocati e altre professionalità che gravitano attorno ai poli giudiziari per motivi di lavoro”.

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Alfonso Farruggia

“Considerati i disagi non indifferenti che la popolazione affronta durante gli spostamenti – osserva il segretario generale – e tenendo conto delle condizioni di certo non ottimali di molte strade in Sicilia, non si può che auspicare la riapertura dei tribunali soppressi”.

La chiusura delle tre sedi, negli anni scorsi, si inseriva in una riforma che aveva quale principale finalità la razionalizzazione delle spese: un obiettivo che, secondo il segretario, non è stato affatto raggiunto. “Si è registrato, semmai – sottolinea – un aumento dei costi”.

“La riapertura – conclude, parlando con La Voce del Nisseno (versione online) – rappresenterebbe un vantaggio per il Ministero competente, poiché le spese di gestione, centocinquantamila euro l’anno, sarebbero a carico della Regione Siciliana”.

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