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Il presidente Cuffaro al microfono di Michele Bruccheri

Con almeno un’ora di ritardo – rispetto al ruolino di marcia – si inaugura la prima Fiera dei prodotti tipici e dell’agroalimentare a Serradifalco. In pompa magna arriva, con auto blindate e la scorta, il Presidente della Regione, Salvatore Cuffaro. E’ disponibile, affabile. Saluta tutti, stringe mani, bacia instancabilmente per non smentire la sua celebre fama. Dopo il taglio del nastro tricolore, gli interventi dal palco. Poi, ennesimo bagno di folla.

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Totò Cuffaro intervistato da Michele Bruccheri

Il Governatore visita gli stand. Degusta pesche, formaggi, una fetta di pane condita con olio paesano. Sebbene sia notevolmente in ritardo – deve rientrare a Palermo dove si terrà un’iniziativa alla presenza del ministro Rocco Buttiglione -, Cuffaro, disponibile, ci concede l’intervista in esclusiva. Eccola.

Abbiamo un ospite illustre: l’onorevole Salvatore Cuffaro, Presidente della Regione, vice segretario nazionale dell’Udc. Qual è il bilancio di questa legislatura alla Regione?

Il bilancio, per quel che mi riguarda, è positivo. Abbiamo fatto un accordo, un contratto con i siciliani. Abbiamo mantenuto tutti i nove impegni che avevamo presi. Abbiamo speso i fondi comunitari, abbiamo fatto le grandi infrastrutture. Abbiamo portato l’acqua nelle case dei siciliani. E’ cresciuta l’occupazione, è cresciuta la cultura d’impresa. E’ cresciuta la Sicilia, tant’è vero che negli ultimi quattro anni il tasso di crescita è stato il più alto in tutta Italia. Certamente positivo il nostro lavoro.

Un sondaggio Swg di stamattina la “incorona” come Presidente di Regione più popolare. Che significa per lei, da un punto di vista squisitamente politico oltreché umano, onorevole Cuffaro?

Sono contento che un sondaggio, tra l’altro di una struttura non amica, dica che io sono il Presidente più popolare. E’ bello essere nel cuore della gente, suscitare emozioni, passioni e affetti. Credo che sia altrettanto importante essere giudicato positivamente per le opere che abbiamo fatto per il Governo. Lì registro che c’è ancora qualche difficoltà. Sono obiettivo. Dobbiamo lavorare di più perché oltre alla popolarità ci siano anche le risposte per la gente.

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Il presidente Cuffaro intervistato da Michele Bruccheri

Udc, Udeur e Margherita hanno in comune la matrice politico-culturale democristiana. Perché, allora, siete divisi e non uniti in un progetto comune?

Beh, sarebbe lunga e difficile la risposta. Io credo che il cattolicesimo democratico debba stare dove vengono rispettati quei valori che sono parte fondamentale della storia dei cattolici. Credo che sia complicato potersi dire cattolici democratici e stare insieme con chi è favorevole alle manipolazioni genetiche, con chi continua a parlare di famiglia mettendo insieme due uomini e due donne, con chi continua a fare scelte che sono antitetiche a una storia, a un valore e a una cultura. Io so che quelli della Margherita e dell’Udeur la pensano come noi. Allora dico: stiamo insieme in un raggruppamento che questi valori difende e custodisce.

Vi siete separati con l’onorevole Raffaele Lombardo. Perché, presidente Cuffaro?

No, non siamo affatto separati. Lombardo è e rimane un mio grande amico politico, oltreché umano. Raffaele sta facendo un percorso perché è stato capace di raccogliere in un momento particolare sentimenti che i siciliani hanno sempre conservato e sempre portato avanti. Mi riferisco alla specificità e all’autonomismo. Io credo che invece la presenza e il lavoro di Raffaele renda più forte la Cdl e rende più forte la mia presidenza. Lui sta in un raggruppamento dove i valori – quelli che ci tengono uniti – vengono quotidianamente rispettati e soprattutto difesi. Quindi, non mi sento separato ma mi sento vicino idealmente e culturalmente.

Un’ultima domanda, onorevole Cuffaro. I giovani rappresentano il futuro e la speranza. Perché dovrebbero occuparsi di politica, essere attivamente impegnati e in prima linea?

I giovani sono il futuro e la speranza. Devono impegnarsi in prima linea perché come diceva De Gasperi ‘la politica si fa o la si subisce’. Bisogna promuoverla (…).

MICHELE BRUCCHERI  

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