sant’Irene
Pietanza pugliese

Prosegue il mio viaggio alla scoperta delle bellezze del territorio pugliese. Angoli di natura e di storia veramente incantevoli. Dal fascino inconfondibile. Di buon mattino, ritorno ad Oria. La sua posizione geografica e la sua storia (meta di artisti, scrittori e letterati) le hanno conferito il titolo di “Porta del Salento”. Claudia, una bella guida competente, ci farà visitare alcuni scorci del paese. Ci dà dei cenni storici. Sul castello Svevo, sulla cattedrale, sul corteo storico di Federico II (ben 900 figuranti la prima settimana di agosto). Partiamo, però, dalla Porta degli Ebrei. Camminando, si entra nel quartiere ebraico. Visitiamo dove sorgeva la sinagoga. Vediamo la stele ebraica. Domando e ricevo risposte. sant’Irene

Turismo ed enogastronomia sono settori importanti della città. Non mancano gli eventi culturali anche di respiro internazionale. Sono presenti molte aziende di vino e di olio, sono parecchi i prodotti agricoli del territorio. C’è una cucina tipica, numerosi sono i ristoranti. La guida ci parla del mare bellissimo, della roba casereccia, che Oria nacque tremila anni fa. I Messapi (greci) si distribuirono in tutta la Puglia. Questa città è anche la città di Federico II, sentenzia Claudia. Visitiamo anche il Museo archeologico di Oria e dei Messapi. Ricco, interessante, da vedere. Sant’Irene

Si ritorna ad Erchie. Dapprima visitiamo la chiesa Madre (1782) e poi il Santuario di Santa Lucia. Con noi, il sindaco Giuseppe Margheriti e l’arciprete Pietro Oronzo Cinieri. Entrambi all’unisono asseriscono: “La prima cosa di Erchie è il Santuario di Santa Lucia”. Ci spiegano fieramente la enorme devozione che il popolo nutre per questo santuario, dirimpetto alla chiesa Madre (dedicata alla Natività della Vergine Maria), che sorge su una cripta. Apre ad un secondo livello sotterraneo, dove sgorga una fonte ritenuta “rigenerante per l’anima e per il corpo”. Si trova ad una profondità di nove metri. I pellegrini si bagnano gli occhi con quell’acqua sacra. Abbiamo anche visto, una miriade di occhiali (per le grazie ricevute o da ricevere) al cospetto della settecentesca statua di Santa Lucia.

Don Pietro, con dolcezza e dovizia di particolari, racconta. Ciò che i nostri occhi vedono è incantevole, direi magico, suggestivo, intenso. Un meraviglioso santuario che annualmente è meta continua di numerosi pellegrini. Tra questo luogo sacro e la città siciliana di Siracusa c’è un forte legame, il sindaco Margheriti – quando può – con orgoglio lo sottolinea (con questa quinta puntata, si completano i nostri reportage, ma prossimamente pubblicheremo un’intervista che ho fatto al capo dell’Amministrazione comunale di Erchie, ndr). Dal 2009 c’è un gemellaggio tra le due realtà. Certamente, l’anno prossimo – nel decennale – qualcosa di memorabile andrà preparato e realizzato. Ci viene sostanzialmente riferito che già nel X secolo alcuni monaci basiliani crearono il Santuario di Santa Lucia cu un antico luogo di culto messapico ubicato in una grotta. A loro si deve il culto di Santa Irene, patrona di Erchie. Sant’Irene

Abbiamo anche visto ed apprezzato, presso il Palazzo Ducale, il laboratorio di “Pizzarieddi” e “Iajana”, ovvero della pasta fatta in casa (tipica di Erchie e sparsa, comunque, in tutto il Salento), per il pranzo della festa (5 giugno) in collaborazione con le varie associazioni locali. A partire dalla Consulta femminile, di cui conosciamo diverse componenti.

Dopo la solenne celebrazione eucaristica in onore della Santa Patrona – Sant’Irene – e Santa Lucia, dalla chiesa Madre parte il corteo per la processione per le vie cittadine. Suona la banda musicale diretta dal Maestro Giuseppe Carrozzo, in testa – dietro ai simulacri delle due Sante – l’amministrazione comunale (il sindaco Margheriti con il tricolore), il comandante della stazione dei carabinieri e più avanti il clero, sotto l’egida del giovane arciprete Cinieri. Sant’Irene

Le strade sono addobbate con fiori, ceri, drappi colorati. Anche sul manto stradale, scritte inneggianti le due Sante. È un tripudio di colori e di parole di preghiera. Suggestivi i fuochi pirotecnici. Dopo i fuochi d’artificio, l’ultimo tratto di processione per giungere in piazza Umberto I. Lì ci sarà la bella infiorata di Sant’Irene curata dalla parrocchia Natività di Maria Vergine di Maruggio. Assai interessante “L’arte nell’agorà”, questo laboratorio del madonnaro. Sant’Irene

Gli ultimi fotogrammi sono legati alle due Sante che entrano nelle due chiese (Madre e Santuario), le parole del sindaco e dell’arciprete che annunciano novità da vivere il prossimo anno. E dopo lo spettacolo di luminarie a suon di musica (accensione a ritmo musicale), il coinvolgente concerto del cantautore Povia. Al termine, in tanti, faranno la fila per un selfie e per un autografo. Soddisfatta l’assessore comunale Mariella Argese. Tutti e tre assieme (io, lei e l’artista) completiamo questa lunga ed emozionante giornata con alcune foto-ricordo. Ma le più belle sono indubbiamente quelle incise nel mio cuore.

MICHELE BRUCCHERI 

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